Parigi non abbassa i toni: “Contro lebbra nazionalista comportarsi bene con i partner”.

Il portavoce del Governo francese attacca Roma dopo il ritiro dell’ambasciatore. Toninelli: “Francesi popolo amico, ma chiedano scusa per la Libia”.

“Se si vuol fare indietreggiare la lebbra nazionalista, se si vuole fare indietreggiare i populisti, se si vuol fare indietreggiare la sfida all’Europa, il modo migliore è di comportarsi bene con i propri partner”. È quanto ha detto il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, intervistato da Europe 1, sulla crisi diplomatica tra Roma e Parigi. “Le battute di Luigi Di maio e Matteo Salvini sulla Francia, non hanno evitato all’Italia di entrare in recessione”, ha aggiunto il portavoce del governo francese.

Griveaux ha voluto chiarire, che la miccia dell’escalation tra i due paesi, è stata scatenata dall’arrivo del vice premier dei Cinque Stelle in Francia, per incontrare i ‘gilet gialli’. “Cortesia istituzionale vuole che si avverta il governo locale, quando si va in un paese vicino”, ha detto.

Quanto a eventuale responsabilità di Parigi, Griveaux ha aggiunto che dal presidente francese, Emmanuel Macron, non è mai arrivato un “attacco frontale”. “Il dialogo non è mai stato spezzato, ma c’è anche un presidente del Consiglio in Italia, si chiama Giuseppe Conte, è lui il capo del governo italiano e Macron lo ha già incontrato molte volte”. Così Griveaux ha risposto ai microfoni di Europe 1, ad una domanda sulla disponibilità espressa ieri da Matteo Salvini ad incontrare il presidente francese. “Come sapete, questi ministri italiani sono già seduti intorno al tavolo con i loro omologhi francesi in occasione dei diversi consigli europei a cui partecipano”.

“Non si tratta di drammatizzare, si tratta di dire che la ricreazione è finita”: lo ha detto la ministra francese per gli affari europei, Nathalie Loiseau, commentando la decisione di Parigi di richiamare l’ambasciatore francese a Roma, in seguito alla visita del vicepremier Luigi di Maio ad alcuni rappresentanti dei gilet gialli, tra cui il controverso Christophe Chalencon, sconfessato dalla stessa capolista dei Ric, Ingrid Levavasseur.

“Un rappresentante di un governo straniero che viene in Francia a sostenere quello che non è nemmeno un leader politico, ma uno che ha chiamato alla guerra civile, al rovesciamento del presidente e a un governo militare, non era mai successo”, ha dichiarato Loiseau.

Sul fronte italiano, una prima replica arriva da Danilo Toninelli: “Non c’è nessun tipo di scontro con la Francia”, ha detto il ministro delle Infrastrutture, precisando che “è un popolo amico”. “Tuttavia, la Francia commise un grave errore nel 2011 e ne stiamo pagando le conseguenze noi italiani principalmente.

E’ un peccato che non chiedano scusa”, detto il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli interpellato sulla crisi con la Francia, a margine dell’inaugurazione dello smontaggio del ponte Morandi. Anche il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, ha parlato dello scontro con Parigi: Ai francesi ha dato fastidio che abbiamo parlato in maniera diretta del Franco CFA, delle colonie e dei gilet gialli. Noi siamo distanti dalle frange violente dei gilet gialli. Il 2% di queste persone distrugge le vetrine, noi vogliamo lavorare con il 98% che ha un progetto politico”.

Il vicepremier Salvini ha annunciato la richiesta di un incontro al suo omologo francese, sui terroristi italiani in Francia: “La prossima settimana incontrerò a Roma il ministro degli Interni francese. Lo convocherò perché voglio risolvere la situazione, con i no non si va da nessuna parte. Al ministro francese chiederò che vengano rimandati in Italia i 15 terroristi che si trovano in Francia“. Così il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, oggi in Abruzzo per eventi in vista delle elezioni regionali di domenica prossima, 10 febbraio.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/2019/02/08/parigi-non-modera-i-termini-contro-lebbra-nazionalista-comportarsi-bene-con-i-partner-la-ministra-agli-affari-ue-la-ricreazione-e-finita_a_23664606/

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Nel corso della storia, la politica “profonda”, di lungo termine, lavora a porte chiuse, porta avanti i suoi piani in forma coperta, cioè non dichiarata all’opinione pubblica.

Essa sta procedendo lungo cinque esigenze primarie:

  • concentrazione e privatizzazione della sovranità monetaria con indebitamento inestinguibile, quindi sottomissione della società alle oligarchie finanziarie sovranazionali;
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  • controllo elettronico e modificazione biologica della popolazione per dichiarate esigenze di sicurezza, integrazione sociale e fiscale mediante farmaci, alimenti, droghe, vaccini;
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Tutto questo è sostenuto dalla elaborazione e imposizione di una ideologia e di un lessico che distorcono la realtà in atto impedendo un modello diverso: il pensiero unico e il suo linguaggio “politicamente corretto”. È quindi urgente svelare le modalità con cui la tecnocrazia finanziaria reagisce alla destabilizzazione socioeconomica ed ecologica che essa stessa ha provocato nel mondo.

Fino ad ora, anche i pensatori più critici hanno omesso di additare gli autori e gli strumenti concreti della trasformazione dell’umanità in corso. Eppure, si conoscono gli uni e gli altri… E si conosce anche ciò che può infrangere i loro piani.

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