Pagare in contanti è più democratico e ci aiuta a spendere meno

di Oliver Burkeman

Il consiglio comunale di New York ha votato per rendere illegale il rifiuto dei pagamenti in contanti nei negozi. La decisione è stata presa soprattutto per tutelare le persone che non hanno un conto in banca o una carta di credito.

Risultato immagini per pagare in contanti

Vari studi hanno dimostrato che quando paghiamo con la carta spendiamo di più (nel caso di un esperimento sull’acquisto di biglietti costosi per un evento sportivo, anche il 100 per cento in più).

Nei nostri circuiti cerebrali succede qualcosa e la nostra mente confonde la facilità con cui paghiamo con il fatto che possiamo permettercelo. Uno dei motivi di questa confusione, è che le carte di credito rimandano il momento spiacevole in cui ci arriva il conto. Ma le ricerche condotte sui bancomat e i portafogli digitali hanno messo in luce il fenomeno ancora più interessante della distanza psicologica: i contanti sembrano più reali e staccarcene è più doloroso.

Ovviamente anche le monete e le banconote sono “virtuali”, nel senso che hanno un valore solo grazie a una serie di leggi e accordi, ma mantengono una fondamentale componente di concretezza, dimostrata chiaramente dal fatto che se diamo fuoco a una banconota da 20 sterline, non abbiamo più 20 sterline.

I “pagamenti senza attrito” stanno diventando i principali responsabili della “tirannia della comodità”

Ho il sospetto che molti di noi implicitamente interagiscano con i contanti come se un impiegato di banca ben vestito fosse seduto dall’altra parte della cassa, pronto ad afferrare i nostri soldi. È molto più difficile provare un senso di possesso nei confronti delle informazioni digitali. E i pagamenti contactless? Quelli sembrano poco più reali che pensare semplicemente di fare un acquisto.

Purtroppo, non sono a conoscenza di nessuna ricerca che abbia dimostrato che questo effetto di irrealtà diminuisce con l’abitudine a vivere in un mondo senza contanti. Anzi, i pagamenti senza attrito stanno diventando i principali responsabili di quella che è stata definita “tirannia della comodità”, secondo la quale la tecnologia rende più facile comprare quello che desideriamo (come quelle nuove cuffie che mi piacciono tanto, per esempio), ma più difficile essere il tipo di persona che vorremmo essere (che vive benissimo anche senza quelle cuffie). Per usare le parole del filosofo Harry G. Frankfurt, minano la nostra capacità di “volere quello che vogliamo volere”.

Un modo leggermente più semplice di porre la questione è che ognuno di noi è un fascio di desideri diversi e spesso contraddittori, e non c’è da sorprendersi se le aziende cercano di stimolare quelli dai quali possono trarre profitto. Questo significa che, visto che la tecnologia continua a rendere sempre più facile la nostra vita quotidiana, avremo sempre più bisogno di sviluppare il “gusto per l’attrito”, di scoprire quel piacere molto particolare che deriva dall’accettare certe piccole scomodità? Come quella di rovistare nel portafoglio per trovare i soldi? …Piuttosto che cercare sempre più di eliminarle.

Questo gusto è parente di un altro che vale altrettanto la pena di sviluppare: la gioia perversa di non comprare qualcosa che ci avrebbe reso felici, perché ci rende ancora più felici privare una multinazionale della possibilità di intascare i nostri soldi!

Nel suo libro del 2017, “The beauty of discomfort. How what we avoid is what we need” Amanda Lang porta una serie di argomentazioni contro la vita troppo facile.

Articolo di Oliver Burkeman

Fonte originale: The Guardian

Traduzione: di Bruna Tortorella

Fonte: https://www.internazionale.it/opinione/oliver-burkeman/2020/02/27/denaro-contante-spesa-democrazia

FIABE PER I CUSTODI DEL PIANETA
Franco Berrino e altri medici raccontano come guarire la Terra e i suoi abitanti
di Franco Berrino

Fiabe per i Custodi del Pianeta

Franco Berrino e altri medici raccontano come guarire la Terra e i suoi abitanti

di Franco Berrino

Dice il dottor Berrino: "Quanto è vivificante raccontare una fiaba. Lascia libera la fantasia di immaginare personaggi e paesaggi. Un video non può fare altrettanto."

Nel libro "Fiabe per i Custodi del Pianeta" Franco Berrino e altri illustri medici si mettono in gioco per la prima volta come narratori per trasmettere ai bambini i valori che possono guarire la Terra e gli esseri umani.

Ventuno fiabe e filastrocche illustrate trasmettono ai bambini da 3 a 12 anni i valori indispensabili per una vita sana e felice:

  • l'amore per il Pianeta;
  • il piacere di un'alimentazione naturale e varia;
  • l'importanza dell'amicizia e del rispetto reciproco;
  • il messaggio pieno di senso della malattia.

Epidemiologi, oncologi, neurologi, pediatri, ginecologi, medici esperti in nu­trizione, medici di famiglia, omeopati, medici antroposofi, per la prima volta insieme, parlano ai bambini attraverso la fiaba, uno dei più antichi strumenti di guarigione e di crescita interiore.

Questo libro nasce nell'ambito del progetto I Custodi del Pianeta, ideato nel 2019 da La Grande Via, l'associazione fondata dal dottor Franco Berrino e dalla giornalista Enrica Bortolazzi, che vuole aiutare i bambini a riconnettersi a Ma­dre Terra, affinché possano volare verso il futuro senza sradicarsi.

Per rivolge­re lo sguardo sereno al domani è indispensabile provare devozione verso ciò che ci è stato tramandato.

Quindici medici si mettono a disposizione del progetto I Custodi del Pianeta trasformandosi in narratori d'eccezione per portare salute ai bambini e alla Terra.

Questo libro:

  • è scritto esclusivamente da medici;
  • promuove la tutela e rispetto dell'ambiente;
  • incoraggia il cibo sano e le sane abitudini.

"Vogliamo restituire ai bambini il tempo per poter rimanere soli con se stessi, nel contatto ormai desueto con la natura. Oggi, fin dalla più tenera età, i bambini sono incoraggiati a essere piccoli adulti, logici, ambiziosi, competitivi, desiderosi di vincere, di apparire, quando invece la loro natura più autentica è quella di abitanti del mondo delle fiabe, della fantasia, della meraviglia, senza ansia da prestazione, con attenzione pura e disinteressata al momento presente."
Franco Berrino

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