La città, colpita dalla crisi dell’auto, ha cambiato faccia. Ci sono 1.400 orti gestiti dai cittadini, un intero quartiere agricolo e 45 fattorie scolastiche: un modello per tutta l’America. E si producono ogni anno 200 tonnellate di frutta e verdura fresca, dove un tempo c’erano i capannoni delle fabbriche.
Nell’immaginario collettivo, Detroit è la capitale a stelle e strisce dell’industria e dell’auto americana. Adesso, invece, è diventata la metropoli degli Stati Uniti con il maggiore numero di orti urbani, un vero e proprio modello per altre città. E pensare che la metamorfosi si è consumata in pochi anni, a partire dall’esplosione della Grande Crisi, che a Detroit ha avuto l’effetto di una vera bomba demografica e sociale.
Con il crollo del mercato automobilistico, le tre big della zona General Motors, Ford e Chrysler, hanno licenziato migliaia di dipendenti, ridotto la produzione e abbandonato 60 chilometri di terreni. Allo stesso tempo il municipio è fallito, sommerso da debiti pari a 20 miliardi di dollari, e il 40 per cento della popolazione ha preferito lasciare la città. Una vera apocalisse.
Capitale Stati Uniti degli orti urbani
Poi la reazione. Il sindaco ha invitato i suoi concittadini a coltivare frutta e verdura su tutti i suoli messi a disposizione dall’amministrazione comunale. «Fate come negli anni della Grande Depressione e come durante le due guerre, quando con i nostri Victory Gardens abbiamo sfamato la popolazione europea» ha detto il sindaco. E con la tipica energia vitale americana il sindaco ha messo in campo una collaudata macchina a supporto del suo progetto. Le procedure per l’affidamento dei suoli sono state rese molto snelle e facili, e il comune ha perfino offerto ai cittadini interessati una “Guida alla lavorazione dei terreni”. Ovvero un programma che insegna le tecniche per trasformare gli spazi liberi in orti coltivati, e anche come risparmiare acqua per le coltivazioni.
Città con orti urbani
Il risultato di questa efficace politica locale, è che Detroit ha cambiato faccia. I lotti di terreni disponibili per l’agricoltura urbana diventeranno presto pari a una superficie di 80 chilometri quadrati, pari a un quinto dell’intero territorio comunale. Attualmente negli orti comunali della città americana, si producono 200 tonnellate di frutta e verdura fresca ogni anno e anche il regime alimentare dei residenti-coltivatori è modificato: loro mangiano 2,5 porzioni al giorno in più di frutta e verdura rispetto ai vicini di casa, e si avvicinano ai canoni della dieta mediterranea.
Agrihood Detroit
Per non bastare, a Detroit è sorto anche un “quartiere agricolo urbano”, pensato con una fattoria al centro e per la produzione a chilometro zero. Si chiama Mufi, si trova nella zona nord della città, e ha un’estensione di oltre a 8 mila metri quadrati di terra coltivata. Al suo interno ci sono frutteti e campi da gioco per bambini. Il tutto a pochi passi dai grattacieli della città industriale. E non è solo un posto meraviglioso ma anche estremamente produttivo: negli ultimi anni, ha venduto 22 tonnellate di prodotti locali a ristoranti e privati, attraverso il mercato del sabato. Il termine Agrifood nasce in California e descrive un movimento che si propone di riutilizzare in chiave “agricola”, gli immensi spazi pubblici che sono rimasti inutilizzati dopo il parziale spopolamento, di cui hanno sofferto le città americane durante la crisi.
Detroit città verde
La storia di Detroit, dove intanto sono nate anche 45 fattorie scolastiche che si sommano ai 1.400 orti urbani, è diventata un modello per tutta l’America, un vero caso su come la Grande Crisi viene interpretata come Grande Opportunità. L’Ente per la protezione dell’Ambiente, propone Detroit e i suoi orti urbani come un format per le città dove ci sono problemi di inquinamento, e al sindaco arrivano ogni giorno richieste di consulenza da parte di amministratori locali che vogliono seguire il suo esempio.
Fonte: http://www.nonsprecare.it