di Cristina Gauri
I tamponi orofaringei non sono caramelle, e non essendo tali non vanno prescritti ed eseguiti con leggerezza, soprattutto ai bambini. Perché fanno male. E in questo inizio scuola all’insegno del coronavirus vi è il rischio che a qualcuno sfugga un po’ troppo la mano.
Questa la denuncia del professore Gian Vincenzo Zuccotti, del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche Sacco e direttore della Clinica pediatrica dell’ospedale Buzzi di Milano. Zuccotti ha parlato delle ripercussioni di un eccessivo uso dei tamponi sui minori, anche da un punto di vista – decisamente da non sottovalutare – psicologico.
Risvolti decisamente negativi, che comprendono l’eventualità di creare traumi seri nei più piccoli. A tal punto da indurli ad associare l’ambiente scolastico alla “tortura” dell’esame che determina la positività o meno al coronavirus. “Siamo solo a settembre – avverte il professore – e ciò a cui stiamo assistendo, lo dico da pediatra, è un abuso di tamponi naso-faringei, tanto che gli otorini stanno già segnalando lesioni in naso e gola. Non possiamo sottoporre i bambini a continui tamponi per far stare tranquilli noi adulti. Li stiamo traumatizzando“.
Zuccotti ha rilasciato queste dichiarazioni al Giorno, presentando i risultati del progetto sperimentale di Sorveglianza sierologica dell’infezione da Sars-Cov-2, mediante “test pungidito” agli alunni delle scuole di Milano, effettuati prima dell’inizio delle lezioni.
Articolo di Cristina Gauri
Rivisto da Conoscenzealconfine.it