“Necrocultura”: il Golpe estivo della Grillo sui nostri organi

di Cristiano Lugli

Dai vaccini al registro per i donatori di cellule per la procreazione medicalmente assistita eterologa, passando per la predazione di più organi attraverso il “silenzio-assenso”.

Questo è il golpe di agosto, operato sui nostri organi dal ministro Giulia Grillo in piena crisi di governo: Abbiamo finalmente sbloccato dopo vent’anni – dichiara la Grillo – un passaggio fondamentale per l’applicazione del ‘silenzio-assenso’ previsto dalla legge sulla donazione degli organi approvata nel 1999, ma rimasto lettera morta. Due decenni sono troppi per attuare una legge di civiltà di cui il Paese ha bisogno. Potranno così essere salvate molte più vite, ma per farlo i cittadini devono essere adeguatamente informati e consapevoli e per questo lanceremo una nuova campagna informativa”.

L’ex ministra della Salute ha infatti firmato il decreto ministeriale sul Sistema informativo trapianti (Sit), “previsto dalla legge n. 91 del 1 aprile 1999, che regola il principio del silenzio-assenso sulla donazione di organi”, come scritto in una nota del dicastero.

La “Cultura della Morte” dilaga sempre più se qualcuno non lo avesse ancora capito. E l’ex ministero della Salute ha fatto la sua parte. Il concetto del “salvare vite”, infatti, passa inevitabilmente per un altro, enorme precetto “necroculturale”: sacrificarne altre.

Questo vale per il costrutto della cosiddetta “immunità di gregge” nei vaccini, così come per il costrutto inventato ad Harvard della “morte cerebrale”, dove si espiantano organi a persone considerate morte a cui, però, pensate un po’, il cuore batte ancora.

Che siano embrioni, bambini, adulti, anziani o persone malate, l’obiettivo non è altro che il ritorno al “sacrificio umano”.

Renovatio 21 continuerà a lottare contro questa orrenda guerra contro la Vita, per i nostri figli e per la Civiltà.

Articolo di Cristiano Lugli

Rivisto da Conoscenzealconfine.it

Fonte: http://www.renovatio21.com/necrocultura-a-5-stelle-il-golpe-estivo-della-grillo-sui-nostri-organi/

MORTE CEREBRALE E DONAZIONE DEGLI ORGANI
I dubbi e le indagini di una madre che ha donato gli organi del figlio
di Renate Greinert

Morte Cerebrale e Donazione degli Organi

I dubbi e le indagini di una madre che ha donato gli organi del figlio

di Renate Greinert

Dopo il caso di Eluana Englaro un libro di grande attualità.
Una lettura per riflettere sul più delicato e fragile
dei momenti, quello durante il quale ognuno di noi ha il diritto
di essere accompagnato con dignità e amore.

In questo libro racconto le mie esperienze personali dopo il prelievo degli organi di mio figlio, morto a quindici anni. Totalmente disinformata sulle conseguenze, profondamente sotto shock, condizionata dalle pressioni dei medici e assolutamente incapace di comprendere la portata di qualsiasi decisione, ho dato il consenso per l'espianto. L'autrice

Il confine tra la vita e la morte si fa ancora più sottile quando a parlare è una madre orfana del proprio figlio. Nel 1985 Renate Greinert ha perso Christian a causa di un incidente stradale. Attraverso il consenso alla donazione degli organi, Christian – dichiarato in stato di morte cerebrale – è stato di aiuto a diversi bambini in tutta Europa. Ma dopo vent'anni di studi e ricerche, sua madre non ha ancora smesso di interrogarsi sulla propria scelta.

Un racconto doloroso e a tratti scioccanteche
invita a considerazioni talvolta scomode e controcorrente.

Come deve essere considerato un donatore di organi subito prima del prelievo? Un cadavere, come sostiene la trapiantologia, oppure un morente e quindi, come tale, una persona ancora in vita? Quali interessi si nascondono dietro l'equivoca medicina dei trapianti? Cos'è la morte se non un processo naturale che necessita di un proprio tempo per svolgersi?

Affidandoci ciecamente alla scienza o alla religione corriamo
il rischio di perdere il senso della nostra volontà individuale.
Talvolta l'esperienza di altre persone può essere d'aiuto per formarci
un'opinione o mettere in discussione quelle che già abbiamo.

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