Una figura storica che può essere inclusa a pieno titolo nel campo dell’inspiegabile è, senza dubbio, Michel de Notre Dame, più noto come Nostradamus o il “veggente di Salon”, dal nome della cittadina francese dove trascorse gli anni più significativi della sua singolare esistenza.
Qui, nel sud della Francia egli si stabilì con la seconda moglie ed i sei figli avuti da lei (aveva perso la prima moglie e i suoi precedenti due figli a causa della peste). Tanti misteri sono legati alla sua vita ed alla sua per così dire “professione”: profondo conoscitore di medicina (ma probabilmente senza aver mai completato gli studi alla facoltà di Montpellier), esperto nei segreti delle erbe, nei riti dell’agricoltura, ma soprattutto astrologo, depositario di misteriose conoscenze sui movimenti dei pianeti e sui calcoli per determinarne l’influsso magnetico sugli esseri umani, sui raccolti e sugli animali. Ciò che lo ha reso famoso, comunque, sono le sue straordinarie profezie.
Michel de Notre Dame, affermava che non avrebbe mai rivelato il segreto dei suoi metodi; infatti diede alle fiamme i suoi testi di lavoro e le sue fonti segrete per timore di essere accusato di stregoneria. Durante la notte, poi, si ritirava nel suo studio, all’ultimo piano del palazzotto da lui occupato e, dopo aver compiuto riti misteriosi (di cui purtroppo nulla sappiamo), cadeva in una specie di trance, uno stato rivelatosi poi singolarmente produttivo: nell’arco di circa due anni scrisse 1004 versi in francese che suddivise in 10 centurie composte, a loro volta, da 100 quartine ciascuna.
Cosa vi è di straordinario nelle centurie di Nostradamus? In primo luogo il fascino che esercitano a 500 anni dalla loro composizione è di per sé qualcosa di singolare, se si pensa che opere più prestigiose ed impegnative sono state consegnate all’oblìo; poi, il susseguirsi delle interpretazioni, che puntualmente si ripetono, all’indomani di un qualche avvenimento alla ribalta della scena politica mondiale. Le ambigue e sibilline premonizioni o “visioni” di Nostradamus arrivano, per dichiarazione del veggente che aveva eseguito elaborate operazioni di calcolo, fino all’anno 3397. Il valore di questa data rimane, però, assolutamente inspiegabile per tutti gli interpreti ed esegeti delle sue quartine.
Ma come riuscì a conquistare fama ed autorevolezza, così da essere ricordato nelle epoche che seguirono la sua morte? L’evento più noto legato al veggente, riguarda il famoso torneo nel quale il re di Francia Enrico II, marito di Caterina dei Medici, fu ferito mortalmente a causa di una lancia che gli trapassò l’elmo della corazza. Ciò avvenne nell’estate del 1559, in occasione del matrimonio della figlia del re. La lancia del conte Montgomery, che duellava con lui, si ruppe e la scheggia perforò l’occhio e la tempia sinistra del re, che morì dopo 11 giorni di agonia. Ecco la quartina, che il veggente aveva scritto anni prima e che fu immediatamente considerata, alla corte di Francia, una inequivocabile premonizione del tragico evento:
“Il giovane leone il vecchio sovrasterà
in campo bellico in singolar tenzone:
nella gabbia d’oro gli occhi gli trapasserà.
Due fratture in una, poi morirà di morte atroce”
L’immagine sembra essere apparsa chiaramente alla mente del veggente, nonostante alcune differenze segnalate dai commentatori: si è detto che i duellanti avevano più o meno la stessa età. Fino a qualche decennio fa, il mondo materialista che tenta di spiegare tutto attraverso l’approccio puramente scientifico, sembrava aver relegato in soffitta le centurie del veggente di Salon, fino all’11 settembre 2001, quando una quartina sembrò essere riferita inequivocabilmente al crollo delle torri gemelle:
“A cinque e quaranta gradi il cielo brucerà, fuoco si avvicina sulla città nuova. Nell’istante grande fiamma sparsa salterà, quando si vorrà dei Normanni fare prova”
L’estremità nord dello stato di New York si trova ad una latitudine di 45° e si è ritenuto senza dubbio che la città nuova altro non poteva essere che, appunto, Nuova York.
Ma che può significare “fare prova dei Normanni”? Forse il tentativo, a cui assistiamo di mettere in crisi la civiltà anglosassone, in particolare o europea in generale, a causa degli attacchi terroristici. E poi c’è un’altra quartina, che incuriosisce molto ma per la quale nessuna interpretazione convincente è stata ancora avanzata:
“Mabus poi tosto allora morirà, verrà. Da gente ed animali un’orribile disfatta: Poi improvvisamente si vedrà la vendetta. Cento mani, sete, fame, quando comparirà la cometa”
Si parla forse di terribili pericoli che incombono sulla terra e sulle risorse alimentari e idriche? Cosa ci ha lasciato scritto Nostradamus, che faremmo meglio a cercare di comprendere?
Fonte: www.inspiegabile.com