di Marco Di Mauro, Raffaele Varvara, Lucien Bôle-Richard per ComeDonChisciotte
Intervista esclusiva di ComeDonChisciotte a un medico d’ambulanza: “il tasso di mortalità degli effetti avversi è al 70%” una vera strage, coperta dai medici che non segnalano, per agnosia e fede acritica nei farmaci. Perché dalle punture guadagnano il doppio, mentre il 118 viene progressivamente smantellato.
Tutti i muri, anche i più solidi, prima o poi si sgretolano. Anche quello dell’omertà. E quando avviene, ci si rende conto che bastava una persona, una sola, che fosse rimasta umana. La persona che ci ha testimoniato ciò che state per leggere è un medico del 118 di grande esperienza, l’avrete vista forse in una delle tante clip televisive, vestita da palombaro a recare sostegno a chi veniva lasciato ad attendere la morte a sorsi di paracetamolo, o incrociata per strada mentre andava a sirene spiegate.
È vero, molte voci di medici si son levate contro il ricatto dell’obbligo vaccinale sin dall’inizio dell’anno, ma mai prima d’ora si era esposto un insider vero e proprio, uno di quelli che quotidianamente tratta sia i casi di Covid, sia quelli di effetti avversi da vaccino. Uno che gli ospedali li vive davvero, a contatto con tutto ciò che i media ci nascondono, a cominciare dal fatto che questi “vaccini” anti-Covid sono letali per i più fragili.
Sì, proprio quelli su cui in questo momento si stanno facendo le terze dosi. Quello che ci ha detto conferma tristemente le nostre peggiori aspettative: ci auguriamo sia il primo tassello per parlare della campagna vaccinale come di una vera strage di stato, la peggiore della storia italiana. Perché non si tratta di una, due o tre bombe, qui hanno avvelenato per sempre milioni di persone. Oltre a una pressoché totale occupazione degli ospedali da parte dei lobbisti privati, che porterà presto allo smantellamento del servizio di emergenza pubblico, il 118.
E il fatto che esistano medici come questa persona, che non si sono fatti zittire dalla paura di perdere i propri privilegi di casta, che non hanno accettato acriticamente il passaggio della medicina da scienza al servizio dell’uomo, a uomo al servizio della scienza, ci riempie il cuore di orgoglio. E ci fa sentire fortunati di aver incontrato, nella parte più nera di questa notte della civiltà, un medico vero.
MDM: Dottore, quali sono gli eventi più preoccupanti a cui hai assistito nel corso del tuo servizio al 118 da gennaio 2021 ad oggi?
“Hanno iniziato cambiando le parole. Prima, chi aveva patologie pregresse veniva definito “persona a rischio”, il che denotava chiaramente il fatto che tutta una serie di farmaci o trattamenti che andavano bene per una persona sana, mettevano a rischio di gravi reazioni avverse questi soggetti. In base alla storia clinica del singolo soggetto, si stabiliva il grado di rischio rispetto all’assunzione di una determinata sostanza. Oggi non esistono più le persone a rischio: hanno creato una categoria molto vasta che comprende tutti, e include diverse patologie, i “fragili”, come i bicchieri e i piatti.
Questo cambio di termini ha capovolto completamente la situazione: i fragili vanno via con un soffio di vento, vanno protetti e immunizzati al più presto e prima di tutti gli altri, e per loro va bene qualunque farmaco, anche sperimentale e pericoloso. Del gruppo dei “fragili” fanno parte tutti quelli che avevano patologie pregresse, come diabetici, ipertesi, malati cardiaci, renali, epatici. Nella mia esperienza di medico di emergenza ho riscontrato con certezza che i soggetti “fragili”, che hanno un organismo già intossicato, quando ricevono i vaccini Covid vanno subito all’altro mondo. O almeno, è difficile che non ci vadano“.
MDM: Nella tua esperienza, quanti?
“Nella mia esperienza di medico di ambulanza nella mia ASL di appartenenza, per le persone fragili la mortalità è circa del 70%“.
MDM: Stai dicendo che 7 persone “fragili” su 10 che subiscono gli effetti avversi dei cosiddetti vaccini anti-Covid, ne muoiono?
“Esattamente. Possiamo dire che questi vaccini stanno facendo piazza pulita di tutti i fragili. Adesso vi porto un esempio dall’ultimo ricovero che ho fatto. Siamo andati a casa di una persona, che aveva già i suoi acciacchi: cardiopatica, bronchite cronica ostruttiva già da anni, e ciononostante vaccinata con doppia dose. Quest’ultima patologia, in gergo BPCO, si è riacutizzata dopo la somministrazione del vaccino. La paziente presentava una saturazione dell’ossigeno all’88% accompagnata a delle strane scosse tonico-cloniche. Dal momento che non si trattava di un soggetto epilettico, ho pensato che doveva essere un’acidosi dovuta al fatto che la bombola d’ossigeno a cui era attaccata era ad un livello molto basso; pertanto l’ho portata in ospedale, in quanto ritenevo la paziente fosse scompensata a livello metabolico. Questo finché non l’abbiamo condotta al Pronto Soccorso.
Il resto della storia l’ho saputo da un collega che lavora al P.O. ma che viene a fare le sostituzioni da noi in ambulanza. La paziente aveva un versamento pleurico, un versamento pericardico, sindrome da perdita capillare (CLS), praticamente la paziente perdeva sierosità da tutti i distretti capillari. Dunque ritengo che a tutt’oggi sia già passata a miglior vita. Ma posso dire già adesso che le scosse tonico-cloniche, che io pensavo dovute all’acidosi metabolica, avevano cause del tutto diverse, perché l’acidosi è stata immediatamente compensata in Pronto Soccorso con bicarbonato, ossigeno etc. ma, nonostante l’ossigenazione iniziasse a salire, le scosse persistevano. Quindi è mia opinione che si trattasse di una tossicità dovuta alla neurotossina del vaccino Covid, che i colleghi non riconoscono, perché nessuno di loro si è andato a informare. Del resto anche noi medici d’ambulanza, io se mi permetto di azzardare un sospetto di diagnosi, mi prendono per pazzo. Per i colleghi, il vaccino non può dare controindicazioni, c’è proprio un gap, un vuoto. Non lo vanno proprio a cercare il sintomo. Come ci dicevano all’università: una malattia che non conosci è una malattia che non esiste, intendendo dire che se tu non vai a cercare i sintomi, non puoi fare la diagnosi”.
RV: È per questo che nel Lazio abbiamo fatto l’accesso agli atti degli effetti collaterali da vaccino, e da gennaio ad oggi si assiste proprio a un calo esponenziale delle segnalazioni, perché gli ospedali decidono a priori che non c’è correlazione. Dalla clinica non parte la segnalazione.
“No, capisci? Il dato ufficiale che ne esce è che non ci sono effetti collaterali, ce n’è uno su otto milioni. Posso dire senza esitazione che non è vero, perché in ogni singolo turno che faccio in ambulanza ne alzo almeno uno in queste condizioni“.
MDM: I sintomi sono sempre gli stessi?
“Più o meno sì: mi viene in mente una strana correlazione con un episodio precedente, che mi è rimasto impresso. Uomo, 44 anni, faceva le pulizie nell’ASL. Quando ricevo la chiamata, sul tablet mi esce “Neurologico”, arrivo là e lo trovo disteso per terra, teneva gli occhi aperti ma era privo di conoscenza. Ora, un ictus in un uomo di 44 anni ti deve insospettire, se sei un medico. Non puoi dire ‘aveva la pressione alta’… so com’è andata a finire, perché un parente del paziente, che fa il suo stesso lavoro, sta da noi. Una cisti al tronco encefalico che dopo il vaccino si era riattivata. Anzi si era attivata, perché l’uomo ce l’aveva da sempre, ma adesso si era formata attorno un’area edematosa, che è quella che ce l’ha fatto trovare sul pavimento in quelle condizioni. Proprio ultimamente ho chiesto aggiornamenti sul caso: ora è in lenta ripresa, ma ha una vistoso rigonfiamento sulla nuca a cui è stato applicato un drenaggio”.
MDM: Prima ci hai riportato una percentuale allarmante di casi fatali nel numero di quelli classificati come “neurologici”, tutti avvenuti in seguito alla somministrazione dei farmaci Comirnaty (Pfizer), SpikeVax (Moderna), VaxZeviria (AstraZeneca) o Janssen (J&J). Nella tua esperienza al 118, quand’è che questo tipo di casi è iniziato ad aumentare?
“Guarda, posso dirti che prima noi intervenivamo per diversi tipi di situazione, adesso sono tutti neurologici. Un aumento graduale e inesorabile, iniziato a gennaio 2021“.
LB: Queste morti di cui parli, in che lasso di tempo avvengono rispetto alla somministrazione del vaccino, della prima o seconda dose? Può essere individuata una coerenza?
“[Riflette] Diciamo che di solito succede a medio termine, due o tre mesi dopo. [si rivolge al dott. Varvara] Ti risulta?”
RV: Sì, risulta anche a me, nella mia esperienza di infermiere. E questo rende anche difficile ipotizzare prima e prevedere poi una correlazione.
“Il nesso causa-effetto è difficile da stabilire. Perché poi sembra studiato a tavolino: ognuno di questi muore per la riacutizzazione di cose che già aveva. Pertanto, questi farmaci uccidono in modo subdolo, perché la punta dell’iceberg, quella che si vede al di sopra del mare, sono le patologie pregresse; la parte più grande, quella che non si vede, consiste nella somministrazione di questi farmaci sperimentali, che ha causato la rivitalizzazione e recrudescenza di tali patologie“.
MDM: È come se con la somministrazione dei sieri sperimentali Covid il sistema immunitario abbassasse le difese, smettendo di contrastare queste patologie che in precedenza aveva stabilizzato?
“Proprio stamattina leggevo, nel gruppo della regione Sardegna di una chat di medici di cui faccio parte, che due colleghi hanno perso la madre per lo stesso problema: un linfoma, in entrambi i casi guarito, che si è ripresentato dopo il vaccino. ‘Le hanno uccise’, stanno dicendo”.
MDM: Ma nessuno dei tuoi colleghi, in ASL o in ospedale, ha notato questo fenomeno? Si sono posti qualche domanda?
“Ma te lo sto spiegando, non è che non gli importi, per loro è inconcepibile l’idea stessa che ci possa essere qualche correlazione. Ieri parlavo con un membro del sindacato, perché noi stiamo facendo delle lotte per il 118, perché noi medici d’emergenza stiamo subendo dalla ASL un trattamento che ha dell’incredibile. Voi forse non lo immaginate, ma il 118 è un servizio che sta essendo lentamente e progressivamente smantellato. Eppure siamo noi quelli in prima linea, quelli delle famose tute bianche che tutti hanno visto, ma noi sappiamo cosa significa indossarle, patire un caldo insopportabile, finire per terra quando si ha la pressione bassa.
Ebbene, ero al telefono con un collega sindacalista ex 118, il quale è stato chiarissimo: ‘La FIMMG ha abbracciato la causa dei vaccini. Noi ci crediamo. Se tu non lo facessi saresti l’unica persona di tutto il sindacato a non averlo fatto’. E io, che so che non è vero, che non tutti i colleghi sono vaccinati, ho capito una cosa, che ho appurato in seguito: lui si è licenziato dal 118 perché adesso fa le punture anche lui. E là prendono 5000 euro al mese, che è quasi il doppio di quanto prendeva quando lavorava con noi”.
MDM: E poi i soliti debunkers dicono che è una bufala il fatto che i medici vaccinatori guadagnino di più.
“No, loro fanno un turno di determinate ore, e l’ASL non dà niente per niente, quindi credo che saranno rapporti di lavoro di 36 o 42 ore settimanali”.
MDM: Rispetto alla questione degli effetti avversi a cui hai assistito, hai notato qualche tratto in comune che te li facesse ricondurre alla somministrazione dei farmaci sperimentali denominati “vaccini Covid”? Come sapevi che erano vaccinati?
“Quando arrivo sul luogo dell’intervento, la prima cosa che chiedo è se siano vaccinati o meno. Perché i vaccinati mi spaventano, gli possono succedere cose che non mi aspetto, di tutto. Pensa che conosco alcuni agopunturisti che dichiarano di non voler trattare i vaccinati Covid, perché, testuali parole di uno di loro: ‘gli può venire un coccolone durante la seduta, e io ne pago le conseguenze’. Ma noi medici d’emergenza non possiamo fare distinzioni, il nostro è un servizio rivolto a tutti i cittadini. Il tratto comune di cui mi chiedevi, io l’ho individuato in questa “sindrome da CLS”, cioè di perdita di liquidi dai capillari. Una malattia classificata come rara, ma la cui incidenza, almeno nella mia esperienza, è aumentata tantissimo da quando è iniziata la somministrazione a tappeto di questi farmaci. I capillari vengono in qualche maniera rovinati da questi farmaci, e quindi perdono sierosità. Mi è capitato addirittura in pazienti che non avevano mai avuto problemi di questo tipo, di ritrovarmeli con l’ascite [accumulo di liquido nella cavità addominale]. Ma quello che tu chiedi si può avere solo con autopsie accurate, e nel caso dei sospetti morti da vaccino, per preservare la proteina spike, dovrebbero farsi entro 72 ore dal decesso”.
MDM: Come state vivendo, tu e i tuoi colleghi, il ricatto del lasciapassare verde, considerato che voi siete stati gli apripista, col DL 44, delle attuali politiche coercitive del DL 111?
“Non c’è stata resistenza alcuna, sono tutti vaccinati. E chi, medico o no, ritiene che può normalmente andare avanti coi tamponi, credendo che facciano meno male, si sbaglia. Io i tamponi li vedo fare quasi ogni giorno, e si tratta di uno stupro vero e proprio. Quando li vedo fare ai bambini, me ne devo andare, non ce la faccio. E sono impotente di fronte alla volontà dei genitori”.
RV: È mai successo che tuoi colleghi abbiano omesso assistenza oppure fatto commenti negativi nei confronti di pazienti ricoverati che non avevano fatto il vaccino?
“Be’, vedo spesso gli infermieri in accettazione andare avanti e indietro su tutte le furie urlando ‘Mammamia! Questo non è vaccinato!’ e sbandierando la certezza che l’esito del tampone sarà positivo, ma non ti so dire cosa succede dopo, perché io non vado oltre quel reparto”.
RV: Quelli di voi che non si vaccinano, saranno sospesi dal servizio, se non gli è già capitato. Questo che impatto avrà sulle prestazioni sanitarie dovute alla cittadinanza e sul diritto alla salute? Chi sostituirà i non vaccinati?
“Hai visto che il 118 non durerà tanto a lungo, tutte le azioni delle dirigenze ASL in tutta Italia denotano la chiara intenzione di smantellarlo completamente. La situazione è estremamente caotica. Prima i medici non potevano essere sospesi, poi si possono sospendere ma non dall’ordine, poi possono esercitare, ma non in presenza. Già, se ricordi, durante la prima ondata, curavamo la gente per telefono. Adesso torneremo a farlo“.
RV: Come curavate i pazienti affetti da Covid durante la prima ondata?
“Io ne ho trattati poco più di cento. Sono guariti tutti. Li curavamo con Azitromicina e Ivermectina, e se li prendevamo in cura all’inizio della malattia, si alzavano dal letto in tre giorni, mentre quando li prendevamo già in fase avanzata, ci voleva più tempo. Molti li ho curati anche con l’omeopatia, accompagnata a vitamine C e D ad alto dosaggio. Una cosa è certa: non ho ospedalizzato nessuno, i pazienti Covid possono essere curati benissimo a casa“.
MDM: Quindi nella tua esperienza, su 10 pazienti Covid, 10 guariti; su 10 effetti avversi da vaccino Covid, 7 morti. Possiamo dire che la mortalità dei vaccini Covid è stata superiore a quella della malattia stessa?
“Sì, purtroppo. Ma voglio specificare una cosa: se a vaccinarsi è una persona sana, senza malattie pregresse o fragilità di sorta, è molto probabile che non le succeda niente, o che abbia effetti avversi non letali. Ovviamente, ho assistito anche al caso di un’insegnante, sanissima, che dopo l’inoculazione si sentiva bruciare in tutto il corpo; alla fine le è stata fatta diagnosi di polineurite”.
MDM: L’inghippo sta qui: sull’informativa dell’AIFA c’è l’obbligo di segnalazione. Ma se il medico fa una diagnosi dove non c’è nulla da segnalare, ha già aggirato l’obbligo. Di tutti gli effetti avversi a cui assistito, quanti sono stati segnalati?
“Nemmeno uno. Non sono io a dover segnalare, non posso. Deve farlo il medico dell’ospedale. Ma quest’ultimo non sa che si potrebbe trattare di un effetto avverso da vaccino Covid, e seppure si prendesse la briga di indagare (cosa che non fanno nel modo più assoluto), non lo ascriverebbe al vaccino“.
MDM: Ma perché fanno così? Qualcuno gli ha imposto in maniera “informale” questo tabù?
“No. È proprio agnosia: il problema per loro non esiste, non deve esistere”.
MD: Ma qualcuno deve avergli detto qualcosa. È mai possibile, scientificamente e anche umanamente, che tutti i medici di un ospedale, in modo univoco e acritico, accettino e pratichino questa agnosia?
RV: Certo che sì. È l’effetto della manipolazione.
La vedi la massa com’è? Ora, se esco e vado dai miei vicini di casa, loro parlano dei vaccini dalla mattina alla sera, e vogliono sapere se lo hai fatto o no. E il bello è che a loro in tasca non entra niente.
RV: L’obbligo di segnalazione qui, sull’informativa AIFA, è un pro forma, sta su tutte le informative.
LB: Una parola interessante a questo proposito l’ha usata il sindacalista FIMMG, quando ha detto ‘noi ci crediamo nei vaccini’ è diventato un fatto psicologico, una credenza e per questo non può essere messo in discussione sul piano razionale. È un credo.
“Ti spiego una cosa. Io faccio la guardia notturna in una clinica per disagiati psichici. Ieri, un infermiere anziano mi parlava di come anni addietro i pazzi erano seguiti e curati, facevano un percorso che comprendeva tutta una serie di terapie e attività; adesso, si tengono a vegetare come in carcere e quando, com’è ovvio in condizioni del genere, si agitano o hanno qualche problema, vengono imbottiti di psicofarmaci. Lì ci sono tante persone in forma coatta, agli arresti insomma, e in qualche caso gente che è riuscita a passare per pazza ed evitare la galera.
Mi è rimasto impresso un ragazzo: l’ho visto quando è entrato nella struttura, bello, presente a se stesso, in carne, pieno di vita; se tu lo vedessi adesso: magrissimo, a deambulare per la struttura con un’aria smarrita, che aspetta solo di morire, da queste strutture oggi chi entra non esce più. Ecco, dico questo perché il problema della disumanizzazione della medicina non è un problema di oggi, ma ormai ben radicato nella cultura e nella prassi quotidiana di molti colleghi che sono stati abituati sin dal praticantato a somministrare farmaci acriticamente, al di là di qualunque osservazione razionale, ed è da questa acriticità irrazionale, ormai comune a moltissimi colleghi, che nasce la fede nei farmaci, secondo me”.
RV: Per questo bisogna rifondare completamente la medicina su basi umanistiche, rivoltarla come un calzino, scardinare completamente questo vecchio paradigma.
MDM: Tra i tuoi colleghi, nell’ambiente, non dico crederci o meno, ma almeno si parla di questo boom di reazioni avverse?
“No. Non puoi parlare, e sai perché? Arriveresti inevitabilmente a dire qualcosa di male del vaccino, e non puoi. Innanzitutto, perché i colleghi sono tutti vaccinati, e quindi ammettere che il vaccino faccia male per loro varrebbe l’ammissione di essere a rischio vita tutti i giorni. Dunque, già a priori non accettano questa versione dei fatti: hanno fatto la scelta di vaccinarsi a occhi chiusi, senza informarsi prima, come se la loro salute avesse lo stesso valore di un oggetto acquistato per strada. Se parli male del vaccino li metti in difficoltà con sé stessi”.
LB: Ancora una volta, lo stesso meccanismo psicologico: potrebbero mai ammettere a se stessi di aver trattato la propria salute con tanta leggerezza?
“Non lo farebbero mai”.
MDM: Questo però è un ostacolo enorme ad un possibile rimedio alla situazione. Stanno portando avanti una strage silenziosa e ‘doverosa’, protetta innanzitutto dall’omertà di medici e sanitari in genere, che sarebbero gli unici ad avere i titoli per dare credibilità alla denuncia di quanto sta accadendo.
“Una strage silenziosa e doverosa: hai colto nel segno”.
RV: È molto più facile credere in questo dio che cominciare a farsi delle domande, per questo i colleghi sono complici, e in modo diverso, ma non meno grave, anche la gente comune.
“Molti di noi sono stati allontanati dalle famiglie, per lo stesso meccanismo psicologico: essendo tutti corsi a vaccinarsi, ora come potrebbero ammettere che abbiamo ragione senza ammettere di aver messo in pericolo di vita se stessi e i propri figli?”
LB: La situazione che lei ha descritto è quella dei mesi primaverili ed estivi. Adesso che siamo entrati in autunno, come pensa che si evolverà la situazione, quando torneranno in circolo i virus influenzali stagionali? Soprattutto, come agiranno questi virus sulle persone vaccinate?
“La strage silenziosa continuerà, ma molto probabilmente diranno che a trasmetterli sono stati i non vaccinati. Ti posso dire che molti tamponi positivi al Sars-Cov2 sono stati rianalizzati e si è scoperto che si trattava di influenza A e B. Del resto sappiamo che il maggiore virus influenzale è sempre un coronavirus. Rispetto a come agiranno i virus stagionali sulle persone vaccinate, non possiamo ancora dirlo senza dati a disposizione“.
LB: I dati sul tasso di vaccini somministrati in Italia sono coerenti con quanto voi riscontrate nella pratica quotidiana?
“Sì, assolutamente. La maggioranza della popolazione italiana è vaccinata. È spaventoso per me, ma è così. E tutti pensano di essersi messi al sicuro”.
MDM: Qual è l’età media dei casi fatali o eventi avversi gravi correlati ai cosiddetti “vaccini Covid” a cui hai assistito?
“Tra i 40 e i 70 anni, un ventaglio molto ampio, come vedi”.
Dottore, grazie di cuore. Vorremmo avere metà del tuo coraggio.
Grazie a voi.
Intervista di Marco Di Mauro, Raffaele Varvara, Lucien Bôle-Richard per ComeDonChisciotte