Il caos della quotidianità, i ritmi stressanti della vita, il peso del giudizio, sono tutti fattori che conducono molte persone ad una forma di disadattamento al vissuto quotidiano, il classico ‘mal d’essere’ che induce una sofferenza personale soggettiva.
Questa perdita del proprio equilibrio mentale è riscontrabile in quattro forme diverse, osservando i comportamenti delle persone e il loro modo di fare è possibile riconoscere il loro disagio, il loro isolamento e la loro depressione. Ecco perché è importante riconoscere sin da subito quando una persona, o noi stessi, sta andando incontro ad un disagio nei confronti del quotidiano, della vita, e di ciò che la circonda. Un intervento di supporto, di valutazione delle cause, può sicuramente favorire il recupero di un’integrità e di un equilibro mentale che è fondamentale per affrontare nel migliore dei modi il cammino della vita . Analizziamo ora queste quattro forme di disadattamento.
Il primo modo è “dissociazione dal mondo”. La persona disadattata si chiude sempre più in se stessa, fino a non volere più contatti con nessuno. Alle estreme conseguenze, finisce per parlare da sola con se stessa, creando anche numerosi personaggi immaginari con cui dialogare. Personaggi ovviamente che le daranno sempre ragione, indicazioni e anche consigli. Per inciso, ritrovarsi a parlare da soli non è certamente una patologia, ma come più frequentemente accade è un modo come un altro per liberarsi da repressioni e frustrazioni. Se però la cosa diventa ossessiva, e quasi senza sosta, siamo di fronte ad un vero e proprio caso di schizofrenia.
Il secondo modo possiamo definirlo “fuga dal mondo”. Anche in questo caso si ha un allontanamento del proprio Io da ogni forma di relazione sociale; e a lungo andare ciò può portare ad una vera e propria depressione. L’individuo si sente colpevole, si sente un fallito, si auto-accusa di tutto e può arrivare perfino al suicidio, o per mezzo di un gesto estremo, o per mezzo di una dipendenza tossica.
La terza forma riscontrabile è “la maniacalità”. L’individuo inizia a credere di essere un eroe, di avere poteri paranormali, di poter compiere imprese titaniche, di sentirsi in diritto di proclamare di essere un Dio e così via. Se l’autostima non è bilanciata, si corre il rischio di cercare di vincere le proprie sensazioni di fallimento, proclamandosi migliori di tutti gli altri. E’ l’estremo opposto dell’Io che si nasconde, e come tutti sanno, i due estremi alla fine si toccano sempre.
La quarta strategia del disadattato è quella chiamata “minimalismo”. Che cosa vuol dire? Lo dice la parola stessa, ridurre tutto al minimo, all’essenziale, ogni novità e ogni cambiamento fanno paura; ci si sente sicuri solo nel proprio guscio e si rifiutano le nuove esperienze. E’ più importante il sopravvivere che il vivere. Sentirsi in una botte di ferro, protetti da ogni seppur minimo rischio, piuttosto che tuffarsi nell’avventura dell’esistenza. Ecco perché educare se stessi alle novità, alla creatività e al cambiamento, è molto importante per difendere il proprio equilibrio mentale.
La massima latina “mens sana in corpore sano” (mente sana in corpo sano) ci spiega come un corpo sano e in salute aiuta la mente a dare il meglio di sé, ma è anche vero il contrario, cioè che una mente sana si specchia in un corpo sano. Infatti, è ormai provato che uno stato emotivo negativo, di disagio, può essere l’origine di una malattia fisica, ma è anche vero che l’insorgere di uno stato emotivo positivo, di accettazione, può portare alla guarigione. Diventa quindi fondamentale mantenere uno stato di equilibrio mentale ed emozionale, affinché si possa sfruttare al meglio tutte le potenzialità della macchina biologica umana. E’ importante tenere sotto controllo la nostra mente, affinché non sia turbata da troppi pensieri, paure ed angosce…ma per questo basta semplicemente impegnarsi, con amore e volontà verso se stessi e mai rimandare a domani quel che si può fare oggi, e come disse il saggio: “quel che si può fare oggi, mi raccomando, fallo subito!”.
È bene essere consapevoli del fatto che il nostro benessere è frutto dalla cura quotidiana che dedichiamo a piccoli aspetti concreti. Poche e semplici regole per realizzare il buon vivere nel quotidiano. Una persona equilibrata, con una mente equilibrata, è in grado di valutare il proprio grado di benessere e di segnare una direzione personale alla propria vita. Viviamo un’epoca in cui erroneamente ci viene insegnato a vivere in competizione, accade già in età infantile, a scuola, dove da alunni siamo in competizione per raggiungere il miglior voto, per essere i migliori della classe. Lo stesso accadrà successivamente nel mondo del lavoro.
E’ tempo invece di consolidare il senso di sicurezza di sé, ma soprattutto di recuperare la capacità di relazione con l’altro. Il segreto dell’equilibrio è nascosto nella cura di sé, e nell’armonia della relazione con l’altro. La nostra esistenza deve essere focalizzata sulla capacità di amore, di voglia di stare con gli altri; deve contemplare la forza di seduzione e l’efficacia nella comunicazione, bisogna alimentare spirito di collaborazione e di aiuto verso il prossimo. Imparare a trovare il giusto equilibrio nella nostra vita è la migliore cura che esista, e il mantenimento di questo equilibrio evidenzia il grado di amore che abbiamo verso noi stessi.
“La mente può essere sia fonte di schiavitù sia fonte di libertà. La mente ti porta all’inferno, ma può anche condurti in paradiso. Dipende da come viene usata. Un giusto uso della mente porta alla meditazione, un uso sbagliato alla follia. La mente in se stessa non è né un nemico né un amico. Tu puoi fartene un nemico o puoi fartene un amico. Dipende da te, da quella parte di te che è nascosta dietro la mente. Se puoi fare della mente il tuo strumento, il tuo schiavo, essa diventa il passaggio attraverso il quale raggiungi l’assoluto. Se invece tu diventi lo schiavo e permetti che essa sia padrone, allora ti porterà all’angoscia e all’oscurità assolute.” Osho
Fonte: http://www.tragicomico.it/equilibrio-mentale/