di Alessio Trovato
Più ci parlano di modernità, più ci riportano al Medioevo.
Quella della Moretti che ipotizza le tendine scorrevoli per nascondere i simboli religiosi cristiani nei cimiteri, per non turbare le cerimonie delle altre confessioni religiose, sarebbe solamente da ridere e neppure varrebbe la pena commentare se fosse solo una ‘boutade’ isolata di una donna in carriera ma sull’orlo di una crisi di nervi.
Niente di preoccupante se si trattasse della ricerca di un politcally correct sterile e senza senso, fatto per contrappasso da chi come prova massima di politicamente corretto ha mostrato una dimissione da parlamentare italiano per andare ad accumulare altri privilegi da parlamentare europeo, per poi dimettersi anche da quello e passare alla raccolta anche al Consiglio regionale del Veneto. Qui farsi trovare 25 volte su 90 assente, quando lo avrebbe dovuto presenziare per discuterne la legge di stabilità, darsi perfino ammalata e farsi in ultimo beccare in vacanza a Jaipur (India), con una foto che lei stessa è andata a postare su Instagram. Talmente politicamente corretta che poi s’è meravigliata che la cosa avesse creato scandalo. A proposito, adesso si ricandida alle europee.
Questo per dire che spesso chi tanto più ci parla di morale e correttezza è il primo ad essere in difetto. No, il problema non è la Moretti e le cazzate che dice (boutade quello vuol dire in francese), il problema è che questa ondata di “cretinismo selvatico” che ci viene fatto sorbire come raffinatezza di metodo, modo ed intelletto, è oramai arrivato all’esasperazione.
In questi anni ce ne hanno fatte vedere di tutti i colori – polemiche per gabinetti transgender, genitori 1 e 2, “presepi mannari” che metterebbero in imbarazzo i bambini degli immigrati, con gli stessi bambini degli immigrati che dicono invece che non si sentono in imbarazzo per niente, crocefissi affissi o non affissi, bambolotti neri negli asili da inserire necessariamente per non lasciare troppa maggioranza ai bambolotti bianchi, statue dei Musei Capitolini coperte perché doveva passare Rouhani, che loro in Persia i piselli nudi li avevano iniziati a scolpire pure prima di noi. Statue coperte con i pannelli, crocefissi coperti con le tendine, donne coperte anche da noi con il burqa, tutto questo per rispettare le sensibilità degli altri, però i culi nudi ai gay pride… quelli vanno bene, perché la sensibilità mia, quella non conta. E se ti incazzi, scrivi parolacce, eccone trovato un altro di politicamente scorretto da fustigare in pubblica piazza, perché il forbito, il colto, il moderato, è colui che sentenzia con garbo e con garbo ti tappa la bocca, tu che ti ribelli scomposto, sei solo un cafone.
Per questa gente, modernità significa tornare ai tempi del Braghettone – quel Daniele da Volterra costretto dal Concilio di Trento a coprire le nudità di Michelangelo nella Cappella Sistina. Politicamente corretto per loro è fare il tifo per i golpisti in Venezuela e poi farti la morale sul rispetto del diritto internazionale, stringere la mano a Pravi Sector e battaglione Azov e poi fare la paternale sul fascismo in Italia, parlarti di accoglienza, antirazzismo e fare affari con chi i Paesi di provenienza li sfrutta, o peggio li destabilizza quando provano a rialzare la testa.
Questi ti raccontano di come sia importante rispettare le sensibilità di tutti, ma che la tua non conta una sega. A casa tua. Sei tu lo straniero. Ti spiegano di quanto questa nostra sensibilità dei diritti ci elevi rispetto ad altri popoli più gretti, poi quando vieni a Mosca ti accorgi che è pieno di musulmani che sono storicamente qui da secoli, ma non mandano le donne in giro col burqua e non pregano per stra da o sui marciapiedi, per questohanno le migliori moschee d’Europa.
Ti rendi magari anche conto che non c’è proprio nessun bisogno di fare alcun “gay pride” in Piazza Rossa, perché la sessualità è una questione intima e personale; è sufficiente poterla esercitare liberamente, non c’è bisogno di farne propaganda. Ti accorgi che puoi guardare le gambe di una bella ragazza in metro, anche con un po’ di malizia, purché nei giusti ranghi del buongusto, perché non è vero che sei un porco se lo fai, anzi, se lei s’è messa la minigonna lo ha fatto anche per sana narcisa compiacenza e quello sguardo di fatto è un complimento alla natura, di cui lei non si vergogna di certo, ma di cui va giustamente ben fiera.
Non fatevi fregare amici cari, quello che è corretto politicamente e nella vita vostra non ve lo devono venire a dire gli ‘intellettuali’ da strapazzo di cui abbiamo piene le palle, siete voi a doverlo decidere. Niente di più politicamente scorretto sarebbe un mondo in cui decidano dall’alto i canoni universali di politicamente corretto cui tutti dovrebbero attenersi. Niente di più medioevale è sentirsi dire tutti i giorni quale dovrebbe essere la giusta modernità.
Articolo di Alessio Trovato