di Marco Cedolin
Globalizzazione: la strada più veloce per ottenere l’asservimento dei popoli.
Quando intorno alla metà del secolo scorso, l’elite mondialista che di fatto gestisce le sorti del pianeta e dei suoi abitanti, iniziò a strutturare le basi per la costruzione di un Nuovo Ordine Mondiale o comunque lo si voglia chiamare, di una nuova società che potesse risultare funzionale ai propri interessi, comprese immediatamente come la globalizzazione fosse la strada migliore da percorrere per ottenere il risultato voluto.
Al termine di tutto questo percorso… o meglio all’apice, oggi, l’uomo nuovo e asservito che ne è scaturito, è ormai diventato una realtà concreta, che risulta del tutto aderente al disegno che l’elite mondialista aveva in mente, quando più di mezzo secolo fa iniziò a costruirlo con pazienza.
Si tratta del cittadino del mondo, una figura apolide, priva di qualsiasi senso di appartenenza, senza alcuna cultura di riferimento, senza valori e senza tradizioni, con legami familiari e affettivi in via di dissolvimento, interscambiabile con gli altri come può esserlo un pezzo di ricambio, sopravvivente all’interno di una vita ad interim, senza diritti e coordinate con le quali orientarsi, alla perenne ricerca dei mezzi economici che possano permettergli di acquistare i beni di consumo imposti dalla pubblicità, e altrettanto perennemente frustrato dall’impossibilità di poterlo fare.
L’uomo nuovo potrà essere spostato a piacimento all’interno del villaggio globale, laddove risulta essere più utile la sua presenza, dal momento che in mancanza di un’identità e di una famiglia non esiste alcun senso di radicamento.
Potrà essere pagato il “meno possibile”, poiché la sua interscambiabilità ha pregiudicato qualsiasi capacità di contrattare il proprio salario ed è impotente di fronte all’arma del ricatto occupazionale. Potrà essere manipolato a piacimento, grazie al fatto che una persona deprivata della cultura di riferimento e delle tradizioni è come un foglio bianco, sul quale i media e l’orientamento del pensiero hanno modo d’imprimere qualsiasi cosa risulti funzionale ai progetti dell’elite mondialista.
Non sarà in grado di fare valere i propri diritti, di protestare e di opporsi, dal momento che l’uomo merce è una figura atomizzata, totalmente incapace di aggregarsi con gli altri, eternamente in competizione con il proprio vicino e irrimediabilmente sola anche in mezzo alla calca.
Non si opporrà alle decisioni calate dall’alto, perché convinto che vengano prese per il suo bene, accetterà, quindi, supinamente il proprio destino, così come lo fa una merce che deve essere costruita, venduta, usata e poi gettata via, quando risulta non essere più utile. Si mostrerà sinceramente convinto di essere libero ed informato e si professerà felice di appartenere al villaggio globale, vero simbolo della modernità, senza confini, senza differenze, senza retaggi del passato, senza inutili tradizioni e discriminazioni di sorta, ma purtroppo anche senza più una briciola di umanità, dal momento che fra la merce e l’uomo che intendesse essere tale qualche differenza dovrebbe esserci per forza.
Articolo di Marco Cedolin
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: http://marcocedolin.blogspot.it/2017/07/luomo-nuovo.html