di Michele Rizzi
Sin dai tempi più antichi, i re, i papi, gli imperatori, han sempre saputo che ci sono uomini disposti a morire in nome della libertà. Li han sempre apostrofati come “ribelli”.
Ribelli, per esempio, erano gli Apostoli di Gesù, e a tal proposito vi voglio raccontare una tesi. Da sempre raffigurati iconograficamente con bastoni lunghi, nonostante fossero pescatori, gli Apostoli, erano esperti in armi. Lo stesso Gesù pronunciò queste parole: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma la spada” (Mt 10,34).
San Pietro, ad esempio, era esperto nell’uso della spada; trinciò di netto un orecchio al soldato Malco per impedire l’arresto di Gesù nel giardino dei Getsemani. Il Vangelo narra: “Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco” (Giovanni 18,10). Sfido chiunque – non esperto nell’uso di armi – a riuscire a tagliare di netto un orecchio, senza ferire la spalla del malcapitato. San Paolo, l’apostolo folgorato sulla via di Damasco, era un ufficiale romano, quindi, proprio perché formatosi militarmente, era anch’esso esperto in armi.
Ribelli e combattivi erano i seguaci di San Francesco, considerato da alcuni come il Santo Stregone, poiché praticava la bibliomanzia ed era solito parlare con gli animali (pratiche severamente vietate per le leggi dell’epoca). Ribelli ed oppressi furono gli indiani d’America, che pur di non piegarsi alle regole dell’oppressore, accettarono di vivere nelle “riserve” dove ancora si trovano. Ribelli furono Spartaco, Mosè, Pasquino, Giovanna d’Arco, William Wallace, Masaniello, Thomas Jefferson, Simone de Beauvoir, Giordano Bruno, Galileo e chi più ne ha più ne metta. La lista è davvero infinita.
Sappiate che i ribelli han sempre cambiato il corso della storia e ci son sempre riusciti, quanto più il tiranno di turno diveniva più incautamente intransigente, meno elastico.
Vedete, i governi, nella storia, han sempre saputo che c’è, c’è stato e ci sarà, chi è disposto a farsi uccidere in nome della libertà (ed è una fetta di popolazione, a mio avviso, quantificabile in un 3% circa). Per questo, saggiamente, gli esecutivi ed i sovrani han sempre adottato comportamenti elastici nei confronti degli “intolleranti” agli obblighi stringenti, ai divieti ingiusti, alle vessazioni, in ogni ordine, grado e strato sociale.
I governi sani e lungimiranti, infatti han sempre permesso la possibilità di associarsi in corporazioni, han sempre tollerato la disobbedienza civile, han sempre fornito un escamotage a chi sentiva forte in cuor suo di doversi sottrarre a pratiche non consone alla propria essenza (pensate – per esempio – all’obiezione di coscienza quando, in Italia, la leva era obbligatoria). Tutto ciò ha permesso ai governi di esercitare i loro poteri senza particolari incidenti di percorso.
I governi saggi ed avveduti han sempre permesso un “salvacondotto” per quella piccola percentuale di intolleranti ai dogmi, presenti in tutti gli strati sociali. Lo stadio fornisce un esempio perfetto per spiegare il concetto: si va dalla “tolleranza” verso i comportamenti degli ultrà nelle curve, fino ad arrivare al lustro ed ai convenevoli elargiti a chi siede in tribuna d’onore o tribuna VIP.
Orbene, mi chiedo, se le limitazioni di libertà dovessero proseguire in modo così vessante, indistintamente e nei confronti di tutti, se si verificherà ancora un’esacerbarsi immotivato degli obblighi, se ci sarà un’ulteriore compressione dei diritti fondamentali… come reagiranno i ribelli?
Ce lo dirà la storia… Ad ognuno il proprio destino.
Articolo di Michele Rizzi
Fonte: https://t.me/LuceeTenebre