di Luciana Petruccelli
È possibile che l’uomo sia vissuto al tempo dei dinosauri e abbia condiviso il loro mondo selvaggio? Uno storico negherebbe con vigore. Dopotutto, almeno secondo la scienza ufficiale, i dinosauri si sono estinti ben 65 milioni di anni fa, mentre il primo ominide degno di tale nome non è venuto al mondo prima di 6-7 milioni di anni fa.
Di tutt’altro parere sarebbe uno studioso di “pseudoarcheologia”, quella branca della scienza che cerca di risaltare il lato non riconosciuto dalla storia ufficiale. Le prove le avrebbe, tra le altre cose, nelle oltre 15 mila pietre di Ica che il dottor Javier Cabrera Darque arrivò a collezionare, che unite a quelle contenute nei musei arrivano a un totale di ben 50 mila manufatti.
Andiamo con ordine
Le pietre di Ica sono ciottoli di andesite, una roccia comune negli strati vulcanici la cui durezza si attesta al 4.5 della scala di Mohs (consideriamo che il diamante ha una durezza di 10 sulla scala di Mohs: l’andesite è quindi difficile ma non impossibile da intagliare, naturalmente se si possiedonoi dovuti strumenti). Alcune analisi sull’ossido che le ricopre, le ha datate a circa 12 mila anni fa.
Di varie dimensioni, furono trovate – in circostanze poco chiare – in un letto di fiume e cominciarono a essere vendute nei mercati di Ica, nel 1961. Se ne ha comunque traccia già cinque-sei secoli prima: un cronista le descrive come corredo dei nobili inca al tempo del re Pachacùtec, in pratica attorno al 1400 d.C.
Cos’hanno di tanto particolare queste pietre?
Innanzitutto, nonostante la durezza, sono ricoperte di incisioni, e considerando la datazione dell’ossido che le riveste, è già di per sé un fatto eccezionale che un qualche ominide sia riuscito a scavarle. Ma la questione più assurda è cosa rappresentino le incisioni: sono una vera e propria biblioteca di scienza (in questo caso di parla di glittoteca, cioè biblioteca di pietre cesellate). Gli argomenti delle immagini mostrano dettagli che una civiltà primitiva non avrebbe dovuto conoscere e figure di animali già estinte al tempo della nascita dell’uomo.
Al Museo di Cabrera in cui risiedono, sono state catalogate per tipologia: Animali preistorici, Astronautica, Astronomia, Continenti antichi, Esodo di uomini dalla terra, Flora e Fauna, Medicina, Grandi catastrofi, Razze del pianeta, Strumenti musicali.
Nel suo “El mensaje de las Piedras Grabadas de Ica”, Javier Cabrera descrisse le pietre in questo modo: “Vidi disegni di uccelli, di pesci, di serpenti, di insetti e di molti animali strani; disegni di uomini, scene di caccia e di pesca, mappe zodiacali e planetarie, e parecchi altri soggetti. Notai però che quasi tutti gli animali rappresentati erano diversi da quelli delle specie ora viventi; e che anche gli esseri, apparentemente umani, non avevano una conformazione simile a quella dell’attuale umanità“.
Si trovavano, infatti, immagini di creature estinte da milioni di anni, come il pesce agnathus, scomparso da circa 400 milioni di anni e presente in 205 pietre. Sono poi molti i ciottoli che descrivono dinosauri come il Tirannosauro Rex e la loro vita evolutiva; in alcune si vedono uomini con teste sproporzionate che cavalcano Stegosauri e Pterodattili come se fossero animali domestici.
Affascinante? Senz’altro, e lo è ancora di più se consideriamo le nozioni di scienza anacronistiche che si notano: operazioni a cuore aperto, polmoni e reni definiti, tagli cesarei, trasfusioni di sangue, addirittura trapianti di cervello. Si vedono macchinari medici, tecnologie che a volte sembrano superiori persino alle nostre. Appaiono mappe di costellazioni visibili solo con il telescopio e pianeti come Giove, scoperto da Galileo Galilei nel 1610. E ancora mappe geografiche dell’America – scoperta solo nel 1492 – e di continenti sconosciuti che ricordano le favoleggiate Atlantide e Lemuria.
Se davvero fossero autentiche, le pietre potrebbero essere spiegate soltanto se fossero state create da una civiltà evoluta, vissuta migliaia di anni fa. Descriverebbero la Terra com’era 13 milioni di anni fa (questa la datazione rilevata dai computer una volta che hanno dato in pasto i dati delle pietre) e mostrerebbero in sequenza un cataclisma che colpì a livello mondiale, causando l’estinzione di razze e di interi continenti.
Se fossero autentiche… Passiamo adesso ai dubbi leciti. Un po’ per arroganza e un po’ per indifferenza, le pietre di Ica sono state studiate solo superficialmente dalla scienza ufficiale, per cui la datazione non è certa. I dettagli delle pietre, inoltre, sono spesso “deboli” e lasciano ambito a varie interpretazioni (anche se alcune raffigurazioni, come i Pterodattili cavalcati da uomini, sono fuor di dubbio). Aggiungiamo che le pietre di Ica sono state largamente copiate per essere vendute sul mercato e che molte sono quindi chiaramente fasulle: di conseguenza è difficile stabilire quali sono i manufatti originali.
Spezziamo anche qualche lancia a favore delle pietre
Javier Cabrera è stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte del governo peruviano e il risultato sembra dare corda alla sua buona fede. La risposta è stata che «la sua serietà è al di sopra di ogni sospetto». Come biologo, poi, le sue interpretazioni sulle incisioni animali devono essere prese con il dovuto rispetto.
Quale che sia la verità, è comunque irrispettoso che la scienza cataloghi dei manufatti come “fasulli” non appena si noti un contrasto con la storia riconosciuta e cerchi in tutti i modi di boicottarne la scoperta (con un sistema di sicuro anti-scientifico). Quando Carlos e Pablo Soldi, i primi a impossessarsi delle pietre, chiesero uno studio approfondito, si videro negare l’aiuto e anzi attaccare direttamente. Eppure abbiamo innumerevoli casi nel passato che ci dovrebbero insegnare il contrario: cosa dire, ad esempio, della teoria eliocentrica, che è andata a soppiantare quella geocentrica, nonostante la ferma negazione della Chiesa?
Quindi, mente aperta prima di tutto. Opinioni e repliche arrivano poi al momento opportuno.
Articolo di Luciana Petruccelli
Bibliografia: “El mensaje de las Piedras Grabadas de Ica”, di Javier Cabrera Darque
Copyright immagini:
(1) http://whoyoucallingaskeptic.wordpress.com/2008/10/30/ica-stones/
(2) http://www.geologocollova.altervista.org/Fantageologia/ica.html
(3) http://www.premonitionbook.com/it/tag/colore/
(4) http://mysteretboulesdecristal.centerblog.net/rub-Au-musee-du-docteur-Cabrera-a-Ica-Perou.html