Le Parole per alterare la Realtà

di Paolo Danieli

Attraverso il linguaggio, il potere mondialista s’insinua nel pensiero della gente, per condurla a pensare come vuole il “Grande Fratello”.

E non ci si obietti che non esiste… È una figura plurale, simbolica di un potere planetario come George Orwell aveva profetizzato col suo “1984”.

Alcuni esempi… All’inizio gli immigrati venivano chiamati “extracomunitari”, parola poi scomparsa dalla stampa perché esplicitava che il problema non era solo italiano ma europeo. Poi anche la parola “immigrato” è stata bandita: inopportuno ricordare che qualcuno è venuto ad abitare a casa nostra non invitato. Meglio “migrante”, participio presente che contiene l’idea di qualcosa in evoluzione, non definitivo e quindi accettabile. Ma poiché anche la dizione “migrante” riconduce alla pressione immigratoria verso l’Europa, ora si ricorre a “profughi” o “richiedenti asilo”, giustificando indebitamente con una bugia – la fuga da una guerra – la presenza di stranieri irregolari.

Altro esempio… Quando vengono commessi dei reati, i media non specificano più la nazionalità di chi li compie per evitare di evidenziare che si tratta per lo più di immigrati. Quando qualche settimana fa venne sequestrato il bus con 52 bambini, la stampa sottolineò che il colpevole era “italiano”, trattandosi di un senegalese che aveva acquisito la nostra cittadinanza. Pensate che cosa sarebbe successo se un italiano avesse sequestrato 52 bambini africani!

I media non dicono più nigeriano, marocchino, tunisino ecc. ma “di origine nigeriana, marocchina ecc.” dando per scontato che chi vive in Italia è italiano a prescindere. E allora la giovane araba con tanto di velo che abitava a Padova ed era andata in Siria ad arruolarsi nell’Isis, per la stampa diventa “padovana”. È così che si stravolge un principio basilare dell’identità. Un conto è la cittadinanza, che si può acquisire. Un altro è la nazionalità, indissolubilmente legata alla persona e che non si può cambiare. Ma questo al Grande Fratello non piace.

Articolo di Paolo Danieli

Fonte: http://www.lofficina.org/le-parole-per-alterare-la-realta

IL GRANDE FRATELLO CI GUARDA
Le armi del controllo sociale e la sorveglianza tecnologica
di Giuseppe Balena

Il Grande Fratello ci Guarda

Le armi del controllo sociale e la sorveglianza tecnologica

di Giuseppe Balena

Esiste ancora la privacy o siamo tutti controllati? Come viene violato sistematicamente e quotidianamente il nostro diritto alla riservatezza?

Telecamere, navigatori satellitari, cellulari, smart tv, controllo delle transazioni commerciali e finanziarie: siamo forse tutti sotto controllo come profetizzava in 1984 George Orwell?

Lo scopo del libro è analizzare nel dettaglio le modalità di controllo esercitate nei confronti dei cittadini, in particolare le tecniche del controllo nella vita quotidiana e come queste siano subdole, invisibili ed enormemente estese.

L'autore rintraccia le origini della sorveglianza e del controllo nei confronti di tutti noi, arrivando a individuare la linea futura di avanzamento di questo processo, analizzando il ruolo preminente dello sviluppo tecnologico e l'intreccio controverso con le grandi multinazionali del settore.

Il testo è un viaggio nell'evoluzione della sorveglianza del cittadino effettuato dai poteri forti e dai grandi colossi commerciali.

Dalla New Surveillance alle attività dell'NSA, fino alle vicende recenti di Wikileaks. Dalla tecnologia RFID al riconoscimento biologico; dal controllo effettuato tramite i social network fino allo sviluppo controverso del cosiddetto "Internet delle cose".

Leggendo questo libro scoprirai:

  • il controllo di massa tramite la tecnologia;
  • il controllo delle transazioni finanziarie (carte di credito, uso limitato del contante) e commerciali (il codice a barre, smart card, card delle promozioni);
  • i microchip e il controllo RFID nei prodotti di consumo;
  • gli scenari futuri e la deriva virtuale.
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