di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi
Dato che il governo non vuole aumentare il deficit pubblico e neanche l’IVA, deve alla fine aumentare tante piccole tasse di qui e di là e dato che si tratta di una coalizione traballante, di gente che non ha mai lavorato nel settore privato e che crede che ci siano 200 o 300 miliardi di “sommerso”, pensa di cavarsela con “la caccia all’evasione”.
Come noto in Italia idraulici e altri che fanno lavori artigianali fanno del nero, a differenza ad esempio degli Stati Uniti dove ti danno regolare fattura… Stiamo ovviamente scherzando, perché chi ha vissuto a New York o a Los Angeles sa che nemmeno i meccanici accettano mai, anche per importi di migliaia di dollari, qualcosa di diverso dal cash, i contributi alle domestiche sono sconosciuti, i ristoratori di origine italiana raccontano come sia bello vivere senza libri IVA, registratori di cassa, redditometri e studi di settore.
Sì perché appunto, non esistendo strumenti di rilevazione come questi, in America negozianti, ristoratori e artigiani dichiarano qualcosa di plausibile e poi, se gli capita l’ispezione, vanno a discutere e patteggiano di pagare di più (ma non essendoci documentazione tipo libri IVA come da noi è più che altro un tira e molla in cui alla fine ci si mette d’accordo). Poi ci sono circa 15 milioni di immigrati non regolari, il che implica che interi settori come la raccolta della frutta o l’edilizia utilizzino lavoro in nero.
In America però ti mettono in galera! Questo è vero. Gli USA hanno due milioni e mezzo di carcerati, cioè da loro si va dentro per dozzine di reati per i quali in Europa e in Italia non succede un cavolo. Ad esempio migliaia di persone finiscono in carcere per debiti (incredibile ma vero). È vero quindi che ci sono evasori che in USA vanno in carcere, ma semplicemente perché è un Paese dal carcere facile, per ogni tipo di reato grande e piccolo, dalla manifestazione non autorizzata al mancato pagamento degli alimenti.
Ci sono multinazionali che grazie a Irlanda, Olanda, Lussemburgo (paesi europei!) eludono circa un terzo delle tasse, perché pagano in media un 20% effettivo, quando le aliquote sono sul 33% negli ultimi anni. In Italia, ad esempio, Google, Facebook, Apple o Nerflix non pagano quasi niente: fanno figurare gli utili in Olanda e poi in Irlanda e alla fine nei Caraibi. E lo stesso fanno in una certa misura le grandi famiglie e gruppi italiani dalla Fiat in giù, che hanno ora sedi appunto in Olanda.
Come si vede qui sotto dal grafico, le multinazionali USA fatturano e operano in tutta l’Europa e Asia, ma mostrano i profitti in Lussemburgo, Irlanda, Olanda e Svizzera. Fingono di non guadagnare niente in Germania, Francia e Italia e di avere utili solo nei paradisi fiscali e i governi li lasciano tranquillamente fare.
Il nero o sommerso legato all’uso del contante tra chi lavora in proprio fornendo servizi in persona è fisiologico in tutto il mondo, tanto in America quanto in Italia. Noi oggi vogliamo colpire quello come il male assoluto. Ma il fenomeno clamoroso della nostra epoca è la colossale elusione delle tasse, che con la globalizzazione, le multinazionali e le elites oggi possono orchestrare, tramite sofisticate strategie legali e finanziarie e persino con la complicità di alcuni governi europei. Il vero problema è questo, ma noi abbiamo deciso che è più importante sbattere in galera idraulici, elettricisti, tappezzieri, muratori ecc.ecc., che lavorano in nero per sopravvivere.
Articolo di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi (liberoquotidiano.it del 23/10/2019)
La sacrosanta verita’,guardano la pagliuzza,per nascondere I tronchi delle sequoie