di Giorgio Cremaschi
L’orrore e l’angoscia che suscitano i missili e le bombe, il ribrezzo che sale quando quegli strumenti di morte vengono definiti “intelligenti”, non deve far passare in secondo piano l’aspetto più grave dei bombardamenti in Siria di Trump, May e Macron. Essi sono una sfacciata, totale e violenta rottura della legalità internazionale.
Naturalmente sono solo l’ultimo atto di una storia iniziata 26 anni fa, con la prima guerra contro l’Iraq. Da allora, un gruppo di paesi guidati dagli Stati Uniti e impegnati reciprocamente dai vincoli della NATO, si sono autonominati “polizia militare mondiale”. Con lo spirito dei giustizieri e dei linciaggi del Far West, hanno deciso di ignorare il principio guida della legalità internazionale: uno stato non può fare guerra ad un altro stato sovrano, se non per difendersi da esso.
Il principio sulla base del quale era stata fondata l’ONU, dopo la sconfitta del nazifascismo. Stati Uniti e compagnia hanno così scatenato una lunga trafila di guerre, rivendicate nel nome della democrazia e dei diritti umani, in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia. Con queste guerre hanno aggredito e devastato stati sovrani accusati di essere guidati da dittatori. Guarda caso però, tanti altri dittatori venivano nello stesso tempo sostenuti ed armati. Lo stato in assoluto oggi più colpevole nella violazione del diritto dei popoli e e di quello internazionale, Israele, veniva protetto e fornito di una impunità assoluta per ogni suo crimine.
In sintesi la banda USA e NATO, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ha stabilito nel mondo un potere di vita e di morte per gli stati: sei mio amico e se necessario servo? Puoi fare quello che vuoi. Non lo sei? Ti distruggiamo. Per un po’ l’assenza di contrasti internazionali a questa politica di potenza, simile a quelle coloniali dell’ottocento, le ha consentito di imperversare. Poi però la crescita di un polo internazionale alternativo attorno a Russia e Cina, ha di nuovo cambiato le regole; e i pistoleri si sono trovati più in difficoltà a compiere le loro scorrerie.
Così, in America Latina gli USA hanno ripristinato la loro tradizionale strategia golpista, la cui vittima più importante è Lula. Altrove hanno cominciato una linea di attacchi “mordi e fuggi” per saggiare la capacità di risposta dei loro avversari russi e cinesi. I cagnolini europei hanno seguito in fila il padrone americano, con in testa quelli francesi e britannici, quelli italiani sbavando in coda.
Nella mutata situazione internazionale, la criminale violazione del diritto normalmente praticata da USA e alleati, è diventata così sempre più pericolosa per l’intera pace mondiale. Prima era solo violenza impunita, ora corre il rischio di innescare il meccanismo della scalata, quello che può unire i pezzi della terza guerra mondiale, già denunciata da Papa Francesco.
Fermare questa consolidata criminalità internazionale di USA e NATO, è il primo dovere per chi ha a cuore davvero i diritti umani su scala mondiale. Gli ipocriti alla Saviano, i difensori della democrazia che cavalcano missili intelligenti, sono solo un strumento della politica guerrafondaia di USA e NATO. Essi, con il sistema mediatico e con la sinistra pentita e venduta, contribuiscono ad avvicinare la catastrofe dell’umanità.
Io non sono un sostenitore di Assad, come non lo ero di Saddam, Milosevic, Gheddafi. Ma sono consapevole che i danni che hanno fatto e possono fare a tutti noi le guerre di USA e NATO, sono la minaccia vera che abbiamo di fronte. L’interventismo guerrafondaio dell’Occidente in tutto il mondo, dopo 26 anni di stragi e devastazioni, dopo che nessuno dei principi per i quali è stato scatenato si è realizzato, questo interventismo va posto fuorilegge politicamente e moralmente come il terrorismo. Sono parte della stessa spirale mortale.
La NATO oggi non è una semplice alleanza, è il centro di una strategia della tensione a livello mondiale che va sciolto prima che sia troppo tardi. Bisogna uscire dalla NATO anche per affrettarne la sacrosanta dissoluzione. Di fronte al crimine di Trump Macron e May, la politica italiana in maggioranza è tornata al servilismo di sempre. Gentiloni e il PD non sono saliti sui bombardieri, ma li hanno riforniti di carburante e di sostegni, il neo fedele NATO Di Maio, ha prima ipocritamente taciuto, poi ha usato le stesse parole del capo del governo dimissionario. Berlusconi ha subito smentito le proteste di Salvini contro il lancio dei missili. Vedremo se il Parlamento rivendicherà il suo ruolo e pretenderà di votare, o sarà solo una sede di chiacchierate.
La penosa politica italiana è solo un danno collaterale della guerra di Trump e soci, ma ci dà una ragione in più per mobilitarci contro di essa. No alla guerra criminale di Trump, soci e complici.
Articolo di Giorgio Cremaschi
Fonte: http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/?p=24790