di Cesare Sacchetti
Dopo che un cinema di Milano si è rifiutato di trasmettere il film documentario sulla vita di Liliana Segre, il ministro dell’Istruzione leghista, Valditara, si è subito precipitato per “riparare al torto” prendendo la decisione di far vedere quel film nelle scuole.
Nei giorni scorsi, questa notizia, non sorprendentemente, è finita sulle prime pagine dei quotidiani. Ciò non deve destare alcuna sorpresa perché è notoria la sudditanza del mondo politico italiano e occidentale nei riguardi di tutto ciò che è espressione degli ambienti sionisti ed ebraici.
Se si rimuovono per un attimo i veli dell’ipocrisia, si vedrà chiaramente che la natura laica della tanto decantata democrazia liberale mette su un piedistallo tutto quanto proviene dallo stato di Israele e dal suo popolo, e invece dimentica costantemente tutto ciò che appartiene alla vera identità del Paese nella quale la democrazia è praticata.
Si tratta di un vecchio equivoco. Alcuni sono davvero convinti che la democrazia sia stata fatta per il loro bene, quando in realtà i suoi ideatori, il mondo illuminista massonico francese, lo hanno fatto proprio per affermare il dominio della massoneria stessa e del potere della finanza ebraica, che dopo il 1789 francese ha preso indubbiamente il sopravvento.
Ciò pero non era evidentemente abbastanza. Non era soltanto necessario creare un sistema liberale di ispirazione risorgimentale che mettesse al bando la religione cristiana e stendesse invece il tappeto ad ogni altra religione, soprattutto quella ebraica, ma occorreva instillare una sorta di senso di colpa.
Era necessario far maturare un profondo senso di odio contro sé stessi per quanto accaduto agli ebrei durante la seconda guerra mondiale.
Ognuno deve farsi portatore del male. Ognuno è implicitamente colpevole della persecuzione nazista messa in atto contro gli ebrei e le scuole sono quel luogo dove i giovani sin da quando muovono i primi passi nel mondo, debbono ricevere questo imprinting che li porta a considerare gli ebrei come vittime e i loro nonni come carnefici.
La storia, quella vera, non viene loro raccontata. I giovani vengono investiti da questo fiume di bugie sin da piccoli poiché poi, un domani, chi ha loro mentito spera che essi diventino il frutto perfetto di tale programmazione, ovvero i cittadini della liberal-democrazia sempre pronti a considerare questo sistema come il migliore di tutti e a non sapere che in realtà sin dai primi anni di vita questo potere li programma per renderli schiavi.
Se i giovani sapessero la verità sin dal principio, probabilmente molte cose cambierebbero. Ogni anno gli studenti vengono sottoposti a quella che non è una educazione, ma un aggressivo e martellante lavaggio del cervello che vuole rappresentare ai loro occhi gli ebrei come vittime dei cristiani che li hanno lasciati alla mercé dei macellai nazisti.
La Storia del Patto tra Nazisti e Sionisti
Nessun insegnante osa per tale ragione raccontare la storia dell’alleanza che si consumò sin dal primo istante tra nazismo e sionismo, dopo che Hitler salì al potere nel 1933.
Gli ebrei sionisti sono stati i primi a riconoscere immediatamente il potere del fuhrer. Nessuno di loro gridava al pericolo nazista, ma anzi trattarono il nuovo regime tedesco come un interlocutore indispensabile per giungere già lo stesso anno della presa del potere di Hitler, alla famigerata “Haavara” (Quando Adolf Hitler sale al potere e inaugura la stagione della Germania Nazista nel 1933, uno dei suoi primissimi atti di governo è stabilire un solido patto con la federazione sionista della Germania e l’agenzia ebraica per la Palestina. Così nasce Haavara, ovvero quel trattato senza il quale la costruzione del futuro stato ebraico sarebbe stata praticamente impossibile. Attraverso tale accordo infatti giungono in Palestina almeno 70mila ebrei tedeschi altamente preparati e specializzati che avranno un ruolo di primo piano nello stabilire la futura classe dirigente israeliana).
Sono stati i sionisti a bussare alle porte del regime nazista per chiedergli di trasferire immediatamente gli ebrei tedeschi in Palestina, nel luogo dove era già iniziata la colonizzazione ebraica già da prima del crollo dell’impero ottomano.
Il sionismo voleva a tutti i costi la Palestina e Gerusalemme perché tale filosofia, o meglio religione, auspica un giorno che Gerusalemme diventi la capitale del mondo intero per volontà del messia ebraico, così tanto atteso dalle varie lobby sioniste, quali la famigerata Chabad.
I rappresentanti del sionismo si intendono subito con quelli del nazismo, che si premurano sin dai primi istanti di fare in modo che gli ebrei tedeschi si trasferiscano in Palestina. I nazisti faranno arrivare in Palestina massicci fondi per consentire ai tedeschi askenaziti di iniziare a vivere lì con tutti i fondi necessari. Una enorme mole di denari e macchinari industriali si sposta da Berlino verso i deserti della Palestina e la verità che non viene raccontata ai ragazzi è proprio questa.
Lo storico Edwin Black nel suo libro su tale accordo, “La storia non detta dell’accordo segreto tra il Terzo Reich e la Palestina ebraica” ha stimato il giro d’affari mosso dalla Haavara dal 1933 al 1939 a circa 105 milioni di marchi. I sionisti ci tengono talmente tanto ai loro rapporti con i nazisti che consentono a questi di aprire delle sedi del partito nazista in Palestina.
I nazisti non sono stati additati dai sionisti come il “male assoluto”. Sono stati accolti con ogni onore e riverenza. Questa è la verità nascosta. Lo stato di Israele oggi esiste anche e soprattutto grazie ad Adolf Hitler, colui che nei libri di testo viene raffigurato come il “dittatore” e “oppressore” del popolo ebraico, ma ovviamente tali libri nulla dicono su quella pagina che può smontare tutta la loro falsa narrazione.
Quando Hitler iniziò a deportare gli ebrei non sionisti che volevano restare in Germania, non erano certo i movimenti sionisti ad opporsi a queste persecuzioni. I sionisti erano i primi a gioire che quelli che avrebbero dovuto essere i loro fratelli venivano portati via nei campi di concentramento, condannati a morire di stenti e di lavori forzati.
La famiglia Rothschild che sin dai primi istanti ha messo a disposizione ingenti capitali per aiutare gli insediamenti ebraici in Palestina, era la stessa famiglia che lasciava gli ebrei alla mercé di Adolf Hitler e dei nazisti.
Non c’era nessuna opposizione tra questa famiglia di banchieri e i nazisti. Il vero apparente paradosso che è stato nascosto dagli storici liberali è proprio questo. I due regimi sionisti e nazisti si intendevano alla perfezione, tanto che la storia dello stesso Hitler rivela come in realtà egli non fosse affatto ostile agli ebrei durante il suo soggiorno a Vienna, ma anzi nutriva una profonda e sincera ammirazione verso la famiglia Rothschild.
Chi Era Veramente Adolf Hitler?
Tale ammirazione del fuhrer forse può spiegarsi con quanto scritto in un rapporto della polizia austriaca che nel 1934 su ordine del cancelliere austriaco Dolfuss, aveva scoperto che Hitler era direttamente imparentato con questa famiglia, poiché sua nonna, Maria Anna Schicklgruber, era una domestica presso la casa del barone Salomon Mayer von Rothschild di Vienna, e Alois, padre di Hitler, era il frutto di tale relazione illegittima.
A dare notizia dell’esistenza di questo rapporto è stato lo storico Walter Lange nel suo libro “The Secret Wartime Report”. Ovviamente non è questa la pagina di storia che i vari esponenti della comunità ebraica e sionista vogliono che i giovani sappiano.
Non è questo che si vuole far sapere alle giovani menti che se fossero informate sin dal principio di queste verità nascoste sulle cattedre della scuola sessantottina, vero e proprio monumento all’ignoranza, all’incompetenza e alla ideologia liberal-progressista, forse gli studenti comprenderebbero subito chi tira i fili delle loro vite e chi li vuole trasformare in amebe ignoranti e obbedienti.
Se la storia fosse raccontata per quello che è veramente, allora i giovani non solo dovrebbero sapere le vere origini di Hitler, i finanziamenti ricevuti dal partito nazista da parte delle banche di New York, e gli accordi con i sionisti, ma dovrebbero anche conoscere che a finire in quei campi di concentramento furono anche molti cattolici.
C’è un libro proibito che non viene mai dato da leggere agli studenti, ai quali invece viene puntualmente assegnata la lettura del controverso Diario di Anna Frank, sulla cui effettiva autenticità sono stati sollevati diversi dubbi.
La Persecuzione Nascosta dei Nazisti Contro i Cattolici
Agli studenti non viene mai detto del libro del prete austriaco John Lenz, dal titolo “Cristo a Dachau”. Padre Lenz era un sacerdote molto devoto e sin da subito ostile al regime nazista che aveva sostituito l’adorazione di Dio con quella del fuhrer. Sin dai primi istanti della presa del potere nazista, padre Lenz finisce nelle liste nere della Gestapo che nel 1938 lo mette subito in prigione.
Il pio sacerdote austriaco non fa ammenda alcuna, ma ribadisce davanti ai suoi persecutori che il nazismo è un pericolo per la cristianità ed è suo dovere spirituale combattere quei regimi politici che si sono fatti nemici di Dio. Inizia così il suo calvario. Padre Lenz prima finisce in prigione e passa il Natale di quell’anno nel carcere di Rossauer Lände di Vienna nel quale non farà mai mancare il suo conforto spirituale agli altri detenuti che scopriranno Dio proprio in quegli infelici momenti, giungendo alla conversione e alla auspicabile salvezza della loro anima.
A Vienna però era solo l’inizio del calvario di padre Lenz. Le SS decidono di trasferirlo nel luogo più disumano possibile e lo portano a Dachau, laddove all’ingresso c’è la famigerata scritta “Arbeit Macht Frei”. In quel luogo ci sono altri 2400 sacerdoti, frati, missionari che provenivano da ogni Paese europeo e che erano finiti lì dentro soltanto per la loro “colpa” di voler essere fedeli al magistero evangelico e non a quello nazista.
A Dachau ci fu il massacro dei cattolici. Un terzo di quei cattolici fu ucciso e dopo una lunga prigionia di 5 anni, la Chiesa chiese a padre Lenz di scrivere un libro per raccontare la sua storia e lasciare alle generazioni future una testimonianza della persecuzione subita dai cattolici e dai cristiani per mano di Hitler.
La scuola però non vuole ricordare quella pagina. Vuole seppellirla tra altre mille pagine nelle quali si narra della persecuzione ebraica, senza raccontarne nemmeno una nella quale c’è scritto che gli aguzzini degli ebrei oltre ai nazisti sono stati i sionisti, e non si racconta nemmeno ovviamente che altri ebrei, come il rabbino Weissmandl, accusarono le varie lobby sioniste di aver mandato volontariamente al macello gli ebrei tedeschi che non vollero andare in Palestina, pur di fornire al futuro stato ebraico il pretesto sul quale sarebbe nato.
È il pretesto olocaustico sopra il cui altare è stato posto quel senso di colpa del quale si diceva prima e che viene posto sulle spalle delle giovani generazioni, che però negli ultimi tempi sembrano dare sempre più crescenti segnali di risveglio e voglia di abbeverarsi a quelle fonti che la scuola, fatta a immagine e somiglianza delle lobby sioniste, gli nega.
La memoria in questo regime liberal-democratico è, come si è visto, chiaramente selettiva. Si deve ricordare all’infinito quanto accaduto agli ebrei vittime dei nazisti, e dei sionisti, nel corso della seconda guerra mondiale ma non si deve dire nulla sui mandanti sionisti e su tutte le altre vittime non ebraiche, e soprattutto cattoliche, vittime delle stesse persecuzioni.
È evidente che il messaggio che passa è puramente talmudico. Le vite dei non ebrei non contano nulla in quanto appunto non ebree. Si grida al razzismo ma non si denuncia mai il vero razzismo che questa ideologia nutre verso tutto ciò che non è ebreo.
La Campagna di Fango Contro Pio XII
Il culto olocaustico poi ha raggiunto anche nuove vette della vergogna negli ultimi anni. Non contento di aver cancellato dalla storia tutte quelle pagine che dimostrano come il sionismo fosse alleato del nazismo, ha proceduto anche a gettare fango, come ama fare, sulla figura di Pio XII.
Papa Pacelli viene diffamato da anni da vari esponenti della comunità ebraica con la falsa accusa di aver lasciato che Hitler perseguitasse gli ebrei, quando questi diffamatori sono smentiti persino da un altro ebreo, Isaac Herzog, patriarca di Gerusalemme che scrisse personalmente al pontefice per ringraziarlo di aver salvato migliaia di bambini ebrei.
Per non parlare poi del fatto che Pio XII denunciò sin da subito il pericolo del regime nazista alle varie cancellerie europee, mentre gli esponenti del congresso sionista mondiale ci stringeva accordi per lasciare che gli ebrei andassero nei campi di concentramento e guadagnare così il tributo di sangue che il sionismo desiderava per far nascere lo stato ebraico.
La memoria che ci viene trasmessa è chiaramente quella che i vari signori di questo decadente potere hanno voluto impartirci negli ultimi 80 anni, ma non è quella autentica e reale. Questi signori non hanno alcun interesse ovviamente a dire come sono andate veramente le cose. Vogliono plagiare le menti per sottometterle sin dalla prima infanzia e portarle a pensare che la verità sia in qualche modo “antisemita”.
La storia però sembra essere dotata di una sua forza. Per quanto questo potere si sia adoperato per sopprimere la verità, questa alla fine riesce a trovare sempre il passaggio dove poter sgorgare con tutta la sua forza.
Questo è quello che i falsari della memoria non riescono più a controllare. Non riescono più a controllare il desiderio delle persone di voler sapere le verità taciute sui banchi di scuola.
E questo desiderio è epidemico. Una volta che esso si diffonde, è inarrestabile.
Articolo di Cesare Sacchetti