di Francesco Alberoni
Nessun calcolo scientifico può dimostrare che essere buoni conviene. Eppure…
Perché dobbiamo essere buoni, giusti, generosi, entusiasti? Perché dobbiamo amare il nostro prossimo, spenderci, prodigarci? Ne ricaviamo qualche vantaggio? Ne veniamo ripagati? L’unica risposta onesta è: no. Non è affatto detto che i meriti vengano premiati, che i migliori ottengano i riconoscimenti meritati. La storia, la nostra vita sono piene di esempi che ci mostrano che i generosi vengono sfruttati dagli egoisti, gli onesti vengono derubati dai ladri, i miti vengono messi a tacere dagli intolleranti.
Sono domande che si sono posti da millenni gli uomini. E che ritornano diverse volte nella Bibbia «perché i giusti soffrono e gli empi sono tranquilli?». E trovavano la risposta nella fede religiosa: Dio, alla fine, ricompenserà i buoni e punirà i malvagi secondo giustizia. Ma nella nostra epoca questa risposta non soddisfa tutti: dovremmo poter dimostrare scientificamente che conviene essere buoni. Ma non c’è nessun calcolo che lo dimostri. Allora, perché, di fatto, molti uomini sono buoni, pacifici, generosi? La risposta è che noi siamo buoni verso coloro a cui vogliamo bene, i nostri oggetti d’amore: il nostro innamorato, i figli, i genitori, gli amici, la gente del nostro partito, della nostra chiesa e della nostra patria. Ma non è detto che ne ricaviamo sempre un beneficio, possiamo anche soffrire per chi amiamo; possiamo anche sacrificarci per i nostri oggetti d’amore.
Quindi noi non siamo buoni, giusti, generosi e amiamo il nostro prossimo per puro calcolo, ma perché in noi c’è anche uno slancio spontaneo che ci porta verso l’altro, a volere il suo bene, un bisogno di donare senza motivo. È questo slancio che controbilancia la volontà di potenza e di dominio che pervade quasi tutte le azioni umane e che, se non fosse controbilanciata da questa forza positiva, renderebbe la società invivibile.
E vi sono persone che sono più equilibrate, più generose, più porate al bene di altre. Una leggenda ebraica afferma che Dio non ha distrutto il mondo per le sue nefandezze grazie a trentasei uomini giusti, umili e sconosciuti che, con la loro presenza, hanno controbilanciato il male e fermato la sua mano giustiziera. È una verità profonda. Per fortuna i giusti sono molti, molti di più.
Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/misteriosa-forza-dei-giusti-che-salva-mondo-1388814.html
Essere buoni conviene o non conviene? Dipende e lasciando perdere la religione che ci viene imposta in tenera eta’ senza possibilita’ di replica, praticamente la
convenienza c’e’ nell’essere piu’ buoni che cattivi specialmente se diamo retta
a quella cosa che si riflette anche fisicamente nel nostro stomaco.
Bisognerebbe poi considerare quanta cattiveria una persona normale puo’ esprimere cosi’ come quanta bonta’. Secondo le mie esperienze personali la
bonta’ prevale nettamente e di gran lunga, guai se non fosse cosi’. Certo il
cattivo ha molti meno scrupoli del buono e va avanti come una valanga in
molti campi, riuscendo dove il buono che viene fermato dai molti dubbi che lo
ossessionano e come probo viro, si blocca, rendendo la sua vita al limite molto piu’ complicata di quella del cattivo, anche se ha la comprensione dei piu’.
Recentemente ne abbiamo avuta la prova con il nostro Romano Prodi, buono
oltre misura, mentre nell’altro campo c’e’ l’esempio di Trump.
In pratica si, buono ma una certa dose di cattiveria.
..reduci di generazioni traumatizzate con emozioni represse, il gregge della popolazione ha seguito la maggioranza emotivamente disturbata che sentiva in sintonia con loro stessa…OVVERO LE SCIMMIE CHE SANNO DI NON DOVER PRENDERE LE BANANE PER QUALCHE MOTIVO IMPLICITO.. Essi sono la logica maggioranza.. Perciò sembrerà un sacrificio essere buoni,giusti..Ma fintanto che le persone buone saranno in minoranza.. E sembreranno in minoranza finché la centesima scimmia non sarà comparsa ovviamente.. :). 😉