di Ilaria Pedriali
Carte di credito prepagate e senza nome date in regalo ai migranti, in modo che possano circolare liberamente per l’Europa. A distribuire tali carte sarebbero l’UNHCR e l’UE, in collaborazione con “MasterCard” e il solito “magnate” ungherese George Soros, che avrebbe stanziato qualcosa come 500 milioni di dollari.
Lo afferma un sito d’informazione sloveno, Nova24, che cita fonti della polizia croata. Tutto parte dalle segnalazioni di molti utenti dei social network, che hanno denunciato il fatto che mentre gli immigrati clandestini aspettano in Bosnia-Erzegovina di continuare il loro viaggio verso l’Europa, possono prelevare dagli sportelli automatici i soldi necessari per recarsi negli altri Paesi.
Un ufficiale della polizia croata ha dichiarato: “I migranti illegali che rispediamo a casa, nel giro di pochi giorni si ripresentano per provare e rientrare in Croazia. Alcuni sono molto poveri, ma la maggior parte di loro, sono ben equipaggiati, con scarpe e vestiti nuovi, smartphone sofisticati e di ultima generazione, persino armi. E tutti hanno in dotazione una Mastercard senza nome ma con la dicitura UNHCR e un numero stampigliato. Quello che non ci spieghiamo, è da quale conto ritirino i soldi dagli sportelli automatici“.
Niente nominativi sulle carte, quindi, né la necessità di esibire alcun documento di identità per utilizzarle. Basta essere profughi desiderosi di vagare per i Paesi Europei. Il sospetto che sorge, è che l’Europa, aiutata dai paladini dell’immigrazionismo in stile Soros, finanzi con il denaro dei contribuenti l’invasione di migranti. E con essa i pericoli collegati, terrorismo in primis.
La storia della carte prepagate per i migranti non è cosa nuova. Già nel 2016, Mastercard aveva annunciato l’intenzione di emettere carte prepagate per “offrire ai rifugiati mobilità, flessibilità e dignità”. E l’anno scorso aveva annunciato una collaborazione con George Soros, in un’iniziativa chiamata “Human Ventures”, che aveva lo scopo dichiarato di “aiutare i migranti, i rifugiati e altri che lottano all’interno delle loro comunità in tutto il mondo, per migliorare il loro status economico e sociale”.
Soros aveva spiegato che l’investimento in questa impresa sociale aveva l’obiettivo di “dimostrare come il capitale privato possa svolgere un ruolo costruttivo nella soluzione dei problemi sociali”. E qual è il modo migliore per elevare lo status economico di un povero, se non dotarlo di una carta di credito da cui prelevare?
Articolo di Ilaria Pedriali (titolo originale: Mastercard prepagate e anonime agli immigrati, l’ombra di George Soros: ma con quali soldi?)