L’ “Insalata miracolosa” di Sisto V

di Fabio Scatolini

Un Papa, duro e severo. Un giovane avvocato malato e sul lastrico. Un dottore che curava entrambi. Una storia, una delle tante storie, che fa parte dei proverbi e delle chiacchiere di Roma. Una storia attuale come non mai: i soldi guariscono tutti i mali.

A Roma con l’insalata si guarisce! Si dice che un Papa, mandò un cesto di insalata ad un malato e questo guarì, dai suoi mali. A Roma questo fatto è diventato un detto e si sa, i detti sono voce di popolo e il popolo è la voce di Dio. Sotto sotto, un fondamento di verità forse c’è.

Correva l’anno 1585, i personaggi di questa storia sono tre. Un medico, un giovane avvocato e l’appena eletto Papa, cardinal Felice Peretti, al secolo Sisto V. Sisto V fu uno dei papi più energici, le sue prime preoccupazioni da pontefice furono quelle di emanare dure disposizioni per impedire e togliere abusi e reprimere il brigantaggio. Frenare la prepotenza degli aristocratici e dei feudatari. Tanto era severo che fece fare gli straordinari anche al boia.

L’avvocato era un giovane avvocato, romano, che aveva stretto una forte amicizia con Sisto V, quando questi era solo un frate. I loro fraterni rapporti durarono per lunghi anni. Non si interruppero nemmeno quando il Peretti fu nominato commissario a Bologna, inquisitore a Venezia e poi cardinale. Solo quando divenne Papa, il legame di amicizia fra i due si interruppe. Nel frattempo, l’avvocato, a causa di varie disavventure familiari e tanti problemi di portafoglio, si era ridotto in miseria. Tanto era forte dispiacere che si era anche gravemente ammalato.

E qui entra in scena il medico. Sorte voleva che un dottore aveva in cura sia l’avvocato, che il Pontefice. E proprio mentre prestava le cure all’avvocato, confidenzialmente, venne a sapere dell’amicizia che aveva con il Papa. Conoscendo le disgrazie finanziarie dell’avvocato, conoscendo il Papa e sapendo della vecchia amicizia tra i due nella mente del medico prese posto un’idea.

Un giorno recatosi dal Papa, prese il discorso dosando con abilità le parole e gli raccontò dell’avvocato.  Gli ricordò della loro amicizia e gli disse delle disgrazie e della malattia, sottolineando che era economicamente sul lastrico. Sisto V non disse nulla. Il giorno seguente, incontrando nuovamente il medico, il pontefice entrò subito in argomento, Ieri mi avete parlato di quell’avvocato che voi curate da qualche giorno e che mi dite ammalato non poco… Desiderando che torni presto in salute, gli ho mandato un’insalata, e vedrete che lo guarirà. Allibito il medico disse, “Santità, come può una semplice insalata, far guarire il malato? Se con essa guarisce, sarà un miracolo che solo sua Santità poteva fare”, e usci dalle stanze vaticane.

Quando si recò a visitare l’avvocato, il medico lo trovò di buon grado. Tutto allegro e pimpante. L’opposto dei giorni precedenti. Disse quindi al dottore dell’insalata mandata da Sisto V. Il medico la volle vedere per esaminarla e gli presentò una cesta di semplice verdura, che non avrebbe potuto guarire il malato. Ma il portentoso medicamento c’era eccome se c’era. In fondo alla cesta, un fagottello pieno di zecchini d’oro aveva operato la prodigiosa guarigione.

Questo episodio, alimentò le dicerie popolari, tanto che quando una persona aveva bisogno di aiuto, specialmente economico si ripeteva: “Ci vorrebbe l’insalata di Sisto V”. Oggi forse si direbbe, ci vorrebbe un bel sei al superenalotto. Mode e tempi cambiano, ma come si dice a Roma “gnisuno è sazio de la su’ fortuna”.

Articolo di Fabio Scatolini

Fonte: http://stampacritica.org/2019/03/31/linsalata-miracolosa-sisto-v/

I QUATTRO ACCORDI
Guida pratica alla libertà personale. Un libro di saggezza tolteca
di Don Miguel Ruiz

I Quattro Accordi

Guida pratica alla libertà personale. Un libro di saggezza tolteca

di Don Miguel Ruiz

Gli esseri umani vivono in un perenne stato di sogno. Sognano quando il cervello dorme, ma anche quando è sveglio. Hanno saputo creare un grande sogno esteriore, il "sogno della società", costituito da innumerevoli sogni personali, familiari e di comunità. Questo sogno esteriore possiede una grande quantità di regole che ci sono state inculcate fin dalla nascita. Abbiamo così imparato come comportarci in una data società, cosa credere, cosa è bene e cosa è male, bello o brutto, giusto o sbagliato.

Non abbiamo scelto queste credenze e queste regole; ci siamo nati e le abbiamo apprese secondo un processo di "addomesticamento" in cui le informazioni sono passate dal sogno esteriore a quello interiore, andando a formare il nostro personale sistema di credenze.

A questo punto non c'è più bisogno di "istruttori" esterni, giacché diventiamo noi stessi i nostri giudici. Tutto ciò che crediamo su noi stessi e sul mondo rientra in quel sogno interiore, che tuttavia ci è giunto dall'esterno e che ci impedisce di vederci per come siamo veramente.

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