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L’Agenzia delle Entrate ipoteca le Case che hanno approfittato del Superbonus

di Redazione Lapekoranera.it

Si chiamano in gergo “procedure cautelari”, prevedono l’ipoteca preventiva sugli immobili che hanno beneficiato dei bonus 110% e 90%.

L’ipoteca serve a garantire banche, Agenzia delle Entrate e creditori vari: rimarrà iscritta fino all’appurata congruità della spesa e, soprattutto, servirà a chiarire se condominio o singolo proprietario ne potevano effettivamente beneficiare.

A sindacare su tutta la procedura, come da sentenza della Cassazione, tocca all’Agenzia delle Entrate che dovrà appurare i bonus abbiano raggiunto immobili privi di abusi, soprattutto persone fisiche in regola col fisco, non segnalate alle centrali rischi bancarie e che non abbiano riportato condanne penali, soprattutto per evasione fiscale. In pratica la Cassazione ha ribadito sui vari bonus i principi che si applicano sul “reddito di cittadinanza” che, ovviamente, non viene elargito a pregiudicati o a soggetti che lavorano a nero.

Parimenti, l’Agenzia delle Entrate chiede la restituzione dell’importo del bonus ai proprietari di immobili non meritevoli, come già fa l’Inps per le procedure di restituzione dei soldi a chi ha indebitamente percepito il “reddito di cittadinanza”. La Cassazione ha anche definito “Suscettibili di sequestro preventivo i crediti dei terzi cessionari oggetto del superbonus 110%”.

La Suprema Corte ha così sentenziato, pronunciandosi su un ricorso proposto avverso l’ordinanza, con cui il tribunale del riesame aveva confermato il provvedimento del GIP: quest’ultimo aveva disposto il “sequestro preventivo impeditivo” (ex art. 321, comma 1, c.p.p.) nei confronti di alcuni soggetti (poi indagati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di truffa, evasione fiscale e falso) che avevano beneficiato indebitamente del cosiddetto superbonus.

Così la Corte di Cassazione penale Sez. III, con la sentenza del 28 ottobre 2022, numero 40867, ha rigettato ogni tesi difensiva, secondo cui “detti crediti non erano sequestrabili in quanto non derivanti dall’originario diritto alla detrazione ma autonomamente costituiti a seguito dell’esercizio del diritto di opzione previsto dal decreto Rilancio del 2020”. La Cassazione ha invece ritenuto i crediti suscettibili sempre di “sequestro preventivo impeditivo”, e siccome la sentenza fa legge, l’alea della “truffa aggravata ai danni dello Stato” ora pende su tutti i crediti dei terzi cessionari: quindi l’Agenzia delle Entrate dovrà operare in tutela, ipotecando preventivamente ogni bene immobile su cui verrà accolta la procedura di riqualificazione tramite bonus.

Una sentenza che i Caf (centri assistenza fiscale) si aspettavano, in considerazione che trovare un edificio con proprietari immacolati e senza alcun peccatuccio catastale, fiscale, giudiziario e bancario è davvero difficile. Gli unici condomini dove questo forse è possibile sono i palazzi dove risiedono funzionari dell’Agenzia delle Entrate, magistrati, funzionari delle forze dell’ordine e del catasto (oggi Agenzia del Territorio). Ma basta che tra i proprietari s’intrufoli un commerciante o un libero professionista, che già è certezza possano pendere cartelle esattoriali sul soggetto, come sospesi col fisco ed anche problemi più grossi.

Ma gli alti dirigenti di stato ben si guardano dal criticare la sentenza della Cassazione, evitano anche di parlare male del superbonus, casomai sopportano in silenzio l’ipoteca da parte di uno Stato che ha regalato loro stipendi e rango: il rapporto che hanno col potere è omertoso e da sudditi, anzi mafioso. Così la Cassazione ha messo i paletti con una bella ipoteca fino al giorno in cui sarà stata dimostrata la piena liceità di tutto il procedimento.

Di fatto con i “superbonus” i condomini hanno ipotecato le loro case. Il “Centro Studi ICAF” aveva già individuato, e ben prima della sentenza della Suprema Corte, oltre ottanta elementi di criticità: prevalentemente ignorati dagli amministratori condominiali nell’ambito della deliberazione delle opere di “riqualificazione del fabbricato attraverso ricorso a bonus fiscali”. Il dottor Ivan Giordano (direttore scientifico della rete “ICAF”) aveva rilevato queste criticità molti mesi prima della sentenza della Suprema Corte.

“Spiace vedere che all’interno di un decreto che si chiama ‘sostegni’ è stato inserito un provvedimento che di sostegno non ha proprio nulla, sia per le imprese che per i cittadini”, aveva fatto notare Gabriele Buia (presidente dell’Associazione nazionale costruttori) già in epoca Draghi.

“Nonostante le proteste di gran parte del mondo economico e le proposte sul tavolo di soluzioni alternative che noi per primi abbiamo suggerito, il Governo ha deciso di non ascoltare nessuno, mettendo così di fatto un’ipoteca sui cantieri del Superbonus 110% – aggiunge oggi Buia. I nuovi vincoli alla cessione dei crediti per gli interventi derivanti dai bonus edilizi, infatti, come segnalato da tutti gli operatori economici compresa l’Abi, avranno un impatto pesantissimo sui lavori in corso, con il rischio di creare migliaia di contenzioni e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni sociali ed economiche per famiglie e imprese.

Una norma incomprensibile contro la quale si sono espressi anche molti esponenti della maggioranza. Facciamo appello al Parlamento perché corregga al più presto questa stortura che rischia di mettere a repentaglio la ripresa economica – ha concluso Buia. Non è così che si combattono le frodi. Serve una qualificazione delle imprese e la tracciabilità delle operazioni, altrimenti finiamo solo con il penalizzare le imprese e i cittadini onesti“.

“Indubbiamente il Superbonus ha attratto la maggior parte delle attenzioni, mettendo nell’ombra i bonus minori – spiega Ivan Giordano – ma ogni volta che si decide di ristrutturare il patrimonio immobiliare privato attraverso l’utilizzo di denaro pubblico, l’attenzione dei proprietari immobiliari e di chi ha il mandato a gestirli deve inevitabilmente essere prioritaria, a prescindere dalla tipologia di bonus dal 50% al 110%, nessuno escluso. La storia degli ultimi anni è già scritta: sull’onda del ‘tutto gratis’ – chiosa Giordano – attraverso contratti capestro e delibere assunte nella quasi totale inconsapevolezza, i condomini hanno deliberato l’ipoteca a favore dell’Agenzia delle Entrate gravante sul patrimonio dei singoli proprietari”.

Di fatto la Cassazione ha sentenziato, abbracciando una sfera che va del diritto tributario al diritto civile, dall’amministrativo al penale. Nei casi più sciagurati, già è possibile prevedere il pignoramento dell’immobile, e poi la messa all’asta. Ma cosa succederà quando i sindaci che giocano a fare i più bravi della classe (Gualtieri e Sala) faranno partire accertamenti sugli immobili non conformi alle regole europee? C’è già chi prevede l’ecatombe sanzionatoria, per importi che andranno da 10mila a 50mila euro per unità immobiliare, a cui s’andrà comunque ad aggiungere l’obbligo entro un certa data, di messa a norma nella classe energetica e nelle norme Ue.

È decollato l’esproprio immobiliare europeo e a beneficiarne potrebbero essere le multinazionali finanziarie, le stesse che negli Usa posseggono il 90% del patrimonio abitativo delle grandi città. E quando decidono di rinnovare un quartiere o di costruirci un centro commerciale, mettono per strada tutti i condomini (ormai affittuari) con la forza pubblica.

Finisce così il mondo dei piccoli proprietari, e c’è pure chi a Bruxelles ipotizza la creazione in ogni stato dell’Ue dell’agenzia pubblica per il mercato immobiliare, per porre fine ad eventuali evasioni fiscali favorite dalle agenzie immobiliari private.

È evidente che il grande capitalismo stia vestendosi di ambientalismo per costringerci a fare lavori inutili sugli immobili (utili solo a favorire la politica consumistica dei colossi industriali) e, soprattutto, abbia armato una leva fiscale e politica su stampo vetero comunista per abolire la diffusa proprietà privata.

Articolo della Redazione Lapekoranera.it

Fonte: https://www.lapekoranera.it/2023/01/28/lagenzia-delle-entrate-ipoteca-le-case-che-hanno-approfittato-del-superbonus/

LA LINEA DEL 20 - LIBRO + STRUMENTO
Metodo analogico per l'apprendimento del calcolo
di Camillo Bortolato

La Linea del 20 - Libro + Strumento

Metodo analogico per l'apprendimento del calcolo

di Camillo Bortolato

La nuova edizione dello strumento che ha rivoluzionato l’insegnamento della matematica

Ideata dal maestro Camillo Bortolato, La linea del 20 è la proposta per apprendere i numeri e il calcolo nella prima classe della primaria e, fin dalla scuola dell’infanzia, nelle attività prescolastiche.

Non è una nuova invenzione, ma la reintroduzione del modo naturale di apprendere, una rivoluzione verso la semplicità, perché parte dalle capacità intuitive di ciascun bambino, che giunge a scuola carico di informazioni sui numeri e di voglia di imparare.

La linea del 20 è lo strumento, alternativo ai regoli colorati, per apprendere i numeri e il calcolo nella scuola primaria e nella fase di preparazione svolta nella scuola dell’infanzia.

Valorizza le capacità intuitive di ciascun bambino, che nasce — secondo recenti studi — con una spiccata propensione verso il calcolo di numerosità e giunge a scuola carico di informazioni sui numeri e di voglia di apprendere.

Rispetto ai regoli colorati che presuppongono un lungo percorso di istruzioni, la linea del 20 può essere usata immediatamente, con gioia e stupore.

Consente di operare da subito entro il 20 svolgendo addizioni e sottrazioni, che prima di essere algoritmi della disciplina sono azioni della vita quotidiana che hanno il semplice significato di «aggiungere» e «togliere».

Gli alunni riconoscono lo strumento come rappresentazione delle proprie mani e non occorrono spiegazioni, perché sono proprio le mani lo strumento naturale che ha permesso l’evoluzione del calcolo mentale.

Nel testo, accanto a una breve guida al quaderno operativo, viene presentato un itinerario didattico completo per lo svolgimento del programma di classe prima comprendendo le abilità di calcolo e i problemi aritmetici, sempre secondo il metodo analogico.

  • La linea del 20 è consigliata in particolare per gli alunni in difficoltà nel calcolo a mente e si rivela molto utile con quelli ipovedenti o ipoacusici, oltre che con alunni stranieri con difficoltà linguistiche. Può inoltre rivelarsi un supporto ideale per i genitori che vogliano sperimentare un apprendimento precoce del figlio in un quadro di valorizzazione prescolastica delle sue piene potenzialità.

IL LIBRO

Il libro a colori presenta l’itinerario da svolgere giorno per giorno per raggiungere le competenze previste dal programma di matematica sui numeri entro il 20 (ma anche oltre fino al 100 e al 1000) e propone addizioni, sottrazioni, problemi.

Cornicette e mandala aiutano a rilassarsi dopo l’impegno e la fatica.

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