Li paghiamo il 90% in più della media… Solo tre paesi al mondo sono messi peggio di noi…!
È proprio il caso di dire “caro farmaco”: l’Italia è il 4° paese al mondo per il prezzo più alto dei farmaci. In media, nel nostro Paese i prezzi dei medicinali (a marchio e generici) sono del 90% più alti rispetto al prezzo medio di 50 paesi nei cinque continenti. La notizia, riportata da Quotidianosanità, viene dalla classifica del provider britannico di servizi sanitari, Medbelle, che ha pubblicato i i risultati di una ricerca con il confronto tra il prezzo di 13 farmaci riferiti ad altrettante patologie.
La classifica
I farmaci presi in considerazione sono quelli per disfunzione erettile, epilessia, anticolesterolo, asma, antiobiotici, diabete, pillola anticoncenzionale, depressione, ansia, alta pressione, epatite B, Hiv/Aids e malattie della pelle, e il prezzo calcolato come unità/dose.
La maglia nera dei prezzi più alti spetta agli Stati Uniti, con prezzi per unità/dose che sono del 306,82% maggiori rispetto alla media complessiva di branded e generici. Seconda è la Germania (+ 125,64%) e terzi gli Emirati Arabi Uniti (+ 122,03%). La Tailandia è invece il paese che ha i prezzi più bassi, con un costo del -93,93% rispetto alla media, seguito da Kenya (-93,76%) e Malesia (-90,80%).
Cosa succede in Italia? L’Italia, come anticipato, si posizione al quarto posto: “da notare – scrive Quotidianosanità – come analizzando solo i farmaci branded i prezzi sono più alti rispetto alla media del 55%, mentre per quanto riguarda i generici i prezzi sono più alti di oltre l’830% rispetto alla media”.
L’elenco dei 13 farmaci confrontati in Italia
– farmaci per la disfunzione erettile (il branded Viagra e il generico Sildenafil): il nostro Paese si colloca al 10° posto in termini di prezzo unità/dose medio tra branded e generico, che risulta del 70% più alto rispetto al prezzo medio (sempre tra branded e generico) di 4,67 euro per unità/dose.
– farmaco contro l’epilessia (branded Lyrica e generico Pregabalin): siamo al 32° posto con un prezzo (tra branded e generico) del 2,2% inferiore a quello medio di 0,45 euro per dose.
– farmaco colesterolo (branded Lipitor e generico Atorvastatin): siamo al 15° con un prezzo per unità/dose (tra generico e branded) superiore del 133% rispetto al prezzo medio di 0,33 euro per dose.
– farmaco per l’asma (branded Ventolin e generico Salbutanol): siamo al 36° posto con un prezzo per unità/dose (tra branded e generico) inferiore del 16% rispetto alla media di 3,96 euro.
– antibiotici (il branded Zithromax e il generico Azitromicina): l’Italia si colloca al 17° posto con un prezzo per unità/dose superiore del 26% a quello medio di 1,86 euro.
– insulina (il branded Lantus e il generico Insulin Glargine): il prezzo per unità/dose (tra generico e branded) è del 27% superiore rispetto al prezzo medio di 11,06 euro. Siamo al 16° posto.
– immunosoppressori (il branded Prograf e il generico Tacrolimus): i prezzi per unità/dose (tra branded e generico) in Italia sono più alti del 40%, un dato che ci colloca al 18° posto.
– pillola anticoncezionale (il branded Drospirenone e il generico Ethinylestradiol): tra branded e generico in Italia si paga il 69% in più rispetto alla media di 0,44 euro per dose.
– antidepressivi (il branded Prozac e il generico Fluoexetine): siamo al 28° posto. Il prezzo per unità/dose tra branded e generico è del 12,5% inferiore a quello medio di 0,35 euro.
– ansiolitici (il branded Xanax e il generico Alprazolam): siamo al 12° posto con un costo per unità/dose (tra branded e generico) del 183% superiore al prezzo medio di 0,15 euro per dose.
– ipertensione (il branded Zestril e il generico Lisinopril): siamo al 18° posto con un prezzo medio per unità/dose tra branded e generico superiore del 42% rispetto al prezzo medio di 0,24 euro.
– antiretrovirali (il branded Viread e il generico Tenofovir): il prezzo per unità/dose nel nostro Paese è più alto del 22% rispetto a quello medio tra branded e generico di 6,19 euro.
– artrite (il branded Humira e il generico Adalimumab): l’Italia è al 9° posto con un prezzo medio per unità/dose superiore del 61% rispetto a quello medio per dose tra branded e generico di 422 euro.
Ma Farmindustria e Assogenerici attaccano lo studio
Il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, dichiara a Quotidianosanità: “L’indicatore utilizzato nell’analisi da Medbelle è il prezzo di listino, ma spesso in Italia vengono applicati sconti”. Enrique Häusermann, Presidente Assogenerici scrive una lunga lettera al quotidiano online, in cui tra le altre cose, specifica: “Saremmo stati lieti se il pregevole studio avesse fornito alcuni elementi fondamentali ad accreditarne la validità. In mancanza di essi e memori del vecchio adagio ‘domandare è lecito, rispondere è cortesia’, mi permetto di porre alcuni quesiti per i quali avrei piacere di ottenere risposta dagli autori dello studio: di quali prezzi parliamo? Gli autori sono consapevoli che i Paesi analizzati possono avere fino a 5 diversi livelli di prezzo?
Nel caso dell’Italia esistono, nell’ordine: il prezzo ex factory o realizzo industria (ciò che l’industria riceve da chi paga); il prezzo al pubblico, che include il costo della distribuzione (in Italia attorno al 40% del prezzo al pubblico); il prezzo di riferimento, basato su quello più basso tra i produttori di una singola molecola; il prezzo di aggiudicazione in gara per le forniture ospedaliere (con riduzioni fino all’80% del prezzo di listino). Di grazia, di quale prezzo trattasi? – continua il presidente Assogenerici. Dalla documentazione fornita dalla Medbelle traspare che si è scelta la pragmatica, ma decisamente poco scientifica ‘media del pollo’, mixando allegramente 5 tipologie di prezzo”.