Il silenzio significa distanza, e questa non è mai una buona alleata per chiarire o risolvere i conflitti.
L’ideale quando si verifica un conflitto è parlare. È così che si risolvono le questioni, ma se si smette di parlare con l’altra persona, l’unica cosa che si ottiene è di introdurre più tensione ancora al problema, e che l’altra persona finisca per sottomettersi se vuole risistemare le cose in qualche modo.
Il silenzio rappresenta ancora una lotta per il potere. Con quel silenzio la persona manipolatrice cerca, infatti, di sottomettere la sua vittima. Ciò che si cerca di ottenere è di punire l’altra persona con il silenzio. Il silenzio è per il manipolatore emotivo, la migliore tattica per far cedere l’altra persona e ottenere tutto ciò che vuole.
Il silenzio è un metodo triste per “risolvere” i problemi… perché non risolve un bel niente. Il silenzio stesso può avere migliaia di significati. Molti di questi sono di carattere violento e manipolativo. Smettere di parlare con qualcuno significa assumere un profilo passivo-aggressivo. Cioè, l’altra persona viene violata mantenendo un atteggiamento passivo. Ciò può fare molto danno alla persona a cui il silenzio si rivolge, esattamente come un’aggressione diretta.
Il silenzio perpetuato a lungo è capace di schiacciare le persone deboli che finiscono per sottomettersi. Il silenzio è distanza, quindi, chi sceglie il silenzio vuole imporre il proprio criterio all’altra persona, e se funziona lo userà spesso o sempre. Sa che con quel silenzio è riuscito a ottenere dalla sua vittima tutto ciò che voleva ottenere. Il silenzio diventa allora un ottimo alleato del manipolatore, soprattutto, quando una volta chiusa la porta di casa e lontano da altri occhi (nel caso di familiari o partner), ha la sua vittima a disposizione.
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: https://www.bigodino.it/lifestyle/il-silenzio-e-potere-metodo-di-manipolazione-molto-aggressivo.html