di Elena Bernabè
Il silenzio non ci appartiene più. Siamo travolti da rumori di ogni tipo, continuamente per tutto l’arco della nostra giornata. In più spesso sono rumori assordanti, invadenti e disturbanti che minano il nostro benessere.
Provate a farci caso proprio in questo momento. Quali rumori sentite? Se non avete la fortuna di essere in mezzo ad un bosco, sulle rive del mare o durante una passeggiata in montagna, di certo i rumori che vi accompagnano durante la vostra vita saranno quelli delle automobili, dei telefoni che squillano, della televisione… Pensate a chi abita o lavora vicino ad una strada molto trafficata o vicino alla stazione dei treni o comunque in una zona dove regna sovrano il rumore.
Rumori forti e invasivi che non ci permettono di concentrarci e di focalizzarci e gustarci il nostro presente. Ma noi abbiamo un bisogno assoluto del silenzio. È una condizione che ci rilassa, che ci invita alla riflessione, che ci costringe ad abbandonarci. E forse queste azioni sono talmente temute che spesso siamo noi stessi a voler coprire il silenzio con rumori assordanti. Per non riflettere, per non pensare, perchè siamo a disagio in questa condizione di vuoto apparente e la vogliamo immediatamente colmare con qualsiasi cosa.
È ciò che accade anche alla presenza di altre persone. Chi di voi riesce a sostenere il silenzio per tanto tempo con una persona? Cerchiamo di colmarlo con parole senza senso o anche con la fuga. Il silenzio ci pesa perchè non siamo più in grado di comunicare con esso, dobbiamo ricorrere alle parole altrimenti ci sentiamo persi.
Ci siamo dimenticati, invece, che per dialogare in modo sano con qualsiasi persona sono necessarie pause di silenzio in cui si riflette, momenti di silenzio in cui si ascolta. Solo così le parole possono uscire in modo costruttivo e buono. In caso contrario escono a raffica senza senso, solo con la pretesa di voler riempire un vuoto.
Talvolta capita che anche la nostra mente non riesca ad accogliere il silenzio e così pensieri e preoccupazioni invadono rumorosamente e continuamente la nostra vita e ci impediscono di assaporarci silenziosamente l’attimo che viviamo.
Ma come facciamo a garantirci il diritto al silenzio?
Dobbiamo iniziare ad assaporarne un pezzetto alla volta e a capire che non dobbiamo temerlo ma al contrario, amarlo. Il silenzio porta pace interiore ed esteriore, ci aiuta a rilassarci, a riflettere, ci permette di ascoltare i suoni della natura che nulla hanno a che fare con il rumore prepotente creato dall’uomo, ci costringe a fermarci e ad abbandonare la fretta.
La nostra vita dovrebbe essere avvolta per la maggior parte dal silenzio: gli animali in questo insegnano molto, loro vivono nel silenzio e solo quando è strettamente necessario decidono di emettere dei suoni! Addirittura il rumore che noi creiamo li disturba a tal punto da renderli disorientati: non riescono più a riprodursi, devono fuggire.
Se viviamo in un luogo particolarmente rumoroso e non possiamo cambiare casa, dovremo riuscire a trovare un posto tranquillo per trascorrere un pò di tempo di silenzio al giorno. Chi invece vive già in un luogo abbastanza tranquillo dovrebbe bandire televisioni, radio e cellulari e dedicarsi al silenzio per un pò di tempo al giorno. Chi inizia a vivere più silenziosamente ne vorrà, di silenzio, sempre di più, perchè esso crea davvero un senso di benessere diffuso e quando si ritorna al rumore quest’ultimo diviene sempre più insopportabile.
È questo il momento che ci porta a selezionare i rumori. C’è chi decide di non voler più ascoltare la musica alla radio, ma solo quella dal vivo, c’è chi fugge dalla città per riuscire a sentire il più possibile il suono della natura, chi preferisce semplicemente passeggiare senza la solita musica nelle cuffiette…
Purtroppo, al rumore siamo abituati… spesso non ci disturba neanche più e quindi non riusciamo a cogliere l’effetto negativo che ha nelle nostre vite. Ma possiamo provare a rieducarci al silenzio.
Duccio Demetrio, professore di filosofia all’università Bicocca di Milano e Nicoletta Polla-Mattiot, giornalista, hanno creato l’Accademia del silenzio, un modo per rieducare l’animo umano alla condizione essenziale del silenzio. Sul sito dell’Accademia del silenzio, si legge che il silenzio è: “Una scelta ecologica contro l’inquinamento acustico, ma anche contro l’inquinamento esistenziale. Un viaggio di ricerca, che parte da una semplice convinzione: che il silenzio è un’arte, che si può sperimentare, imparare e condividere. E che riscoprire il silenzio significa innanzitutto ricostruire un rapporto diverso con il tempo delle proprie esperienze”.
Il silenzio permette a tutti, bambini e adulti, di vivere meglio: pratichiamolo quotidianamente! Non ha nemmeno controindicazioni!
Articolo di Elena Bernabè
Fonte: http://www.eticamente.net/1444/il-silenzio-ci-fa-vivere-meglio-ecco-perche.html