Il peperone Angello di Syngenta, un altro passo verso la schiavitù alimentare

L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso alla multinazionale Syngenta il brevetto su un peperone senza semi.

Angello: peperone senza semi brevettato da Syngenta

Angello: peperone senza semi brevettato da Syngenta

 

Voi direte: è ogm, si sa che questo accade! Invece no: questo peperone non è modificato geneticamente. E’ un peperone e basta, ma diventa proprietà di Syngenta. La situazione è già sfuggita di mano…

L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso al gigante sementiero Sygenta il brevetto su un peperone che potrà essere venduto come prodotto fresco, tagliato o lavorato, per esempio in scatola.

Il brevetto copre la pianta, la coltivazione, il raccolto e le sementi. Il peperone è pensato per non contenere semi all’interno e non vengono utilizzate tecniche di ingegneria genetica. La legge europea sui brevetti proibisce però che sulle tecniche di coltura convenzionali vengono apposti brevetti. Quindi? Quindi nulla: l’ufficio brevetti europeo continua a concederli! La ragione? L’ufficio trae il proprio sostentamento e il proprio guadagno dai compensi per i servizi resi quando esamina richieste di brevetti e autorizza pratiche.

“Passo dopo passo, brevetto dopo brevetto, i giganti sementieri stanno prendendo il controllo del nostro cibo. Non passerà molto tempo e dovremo chiedere il permesso di tagliare un peperone” ha detto Christoph Then della coalizione No Patents on Seeds!. “Syngenta può così impedire a chiunque di coltivare e raccogliere quel peperone, di venderlo come cibo o usarlo per ulteriori coltivazioni. Se la privatizzazione dell’acqua sta sollevando grandissima preoccupazione, ricordiamoci che anche la privatizzazione del cibo può renderci schiavi. C’è bisogno di una chiara risposta politica”.

Attualmente la Commissione Europea ha attivo un gruppo di lavoro che sta discutendo proprio dei brevetti sulle tecniche colturali convenzionali; ma è oltre un anno che il gruppo discute e intanto i brevetti aumentano. In tanti sono scettici sull’impegno reale della UE a frenare il fenomeno. I governi degli Stati membri potrebbero agire direttamente attraverso quello che si chiama Administrative Council dell’EPO, l’ufficio brevetti europeo, in quanto agisce come ente supervisore.

“Dobbiamo rafforzare i divieti esistenti, la legge che vieta i brevetti sulle piante e sui metodi di coltivazione convenzionali va rispettata” ha detto François Meienberg del The Berne Declaration. “Ma i governi degli Stati non dovrebbero aspettare oltre per intervenire, poichè l’EPO sta concedendo brevetti ogni giorno”.

L’appello a frenare il fenomeno, lanciato da No Patents on Seeds!, è sostenuto da centinaia di organizzazioni in Europa, tra cui Bionext (Olanda), The Berne Declaration (Svizzera), GeneWatch (Inghilterra), Greenpeace, Misereor (Germania), Development Fund (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) and Swissaid (Svizzera).

Fonte: www.ilcambiamento.it

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