di Margherita Furlan
La notizia è di quelle epocali. Yalta non esiste più!
Il mondo ora è multipolare. A riconoscerlo è persino Matteo Renzi, di colpo divenuto esperto di politica estera nel salotto televisivo, se così si può definire, di Giuseppe Brindisi.
La notizia è di quelle epocali. Yalta non esiste più. Questa volta è ufficiale e alla luce del Sole. Argentina, Egitto, Iran, Etiopia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti entreranno a far parte dei BRICS dal 1° gennaio 2024, durante la presidenza russa dell’organizzazione oramai più importante al mondo, contro cui l’ex potente Impero cerca invano, attraverso la NATO e i servizi d’intelligence, di esalare gli ultimi respiri, portando con sé, tra i rantoli, tutti i Paesi che hanno a Washington ceduto sovranità e dignità, in cambio dello snaturamento dell’essere umano.
Ad annunciarlo nei giorni scorsi al 15° summit dell’organizzazione, il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che ha aggiunto: “Apprezziamo l’interesse di altri Paesi nella costruzione di una partnership con i BRICS. Abbiamo quindi incaricato i nostri ministri degli Esteri per sviluppare ulteriormente il modello dei Paesi partners”.
Nella dichiarazione finale congiunta, i cinque Paesi fondatori dei BRICS hanno inoltre ammesso Egitto, Emirati Arabi e Bangladesh nella New Development Bank.
Il nuovo blocco è dunque ora realtà. Undici Paesi, tra cui i tre principali produttori di petrolio al mondo, il 37% del PIL mondiale, l’Iran e l’Arabia Saudita, audacemente insieme per un nuovo corso della storia, il Sud globale, ricco di minerali e materie prime ancora intatte, con le sue aree strategiche, compreso il Corno d’Africa, rappresentato per la prima volta nei consessi internazionali.
Per Putin, intervenuto in videoconferenza e che quindi non è stato possibile fermare da una sentenza della Corte Penale Internazionale, oramai obsoleta e rappresentata anche da un giudice italiano, “la maggioranza mondiale, alla quale appartengono i paesi qui presenti, è sempre più stanca di ogni tipo di pressione, di ogni tipo di manipolazione, ma è pronta a una cooperazione onesta, paritaria e reciprocamente rispettosa. È da questa posizione che i BRICS affrontano lo sviluppo di relazioni multiformi con tutti gli Stati qui rappresentati e con gli altri Stati interessati, nonché con le strutture d’integrazione regionale, tra cui la CSI (Comunità degli Stati Indipendenti), l’EurAsEC (Comunità Economica Eurasiatica), la SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai), l’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico), la Comunità dei Caraibi, il Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo.” Secondo Putin, la prossima priorità riguarda la questione della moneta unica dei BRICS, materia complessa, “ma sui cui è necessario muoversi con rapidità e con determinata precisione”.
Per il presidente cinese, Xi Jinping, oggi si è fatta la storia con un nuovo punto di partenza per la cooperazione globale.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, al Meeting di Rimini ha tentato invece di spiegare quello che ha definito “l’impegno del governo italiano verso il continente africano” con queste parole: “Rimuovere l’approccio coloniale, che per molto tempo ha condizionato la storia dei rapporti dell’Italia con i Paesi africani, presentare il ‘Piano Mattei per l’Africa’ come sezione italiana del piano Marshall europeo, per vincere la sfida delle migrazione e dell’instabilità in quel continente, sul cui fuoco soffia la Russia con le sue milizie Wagner“.
Un’Italia, questa, a Rimini rappresentata dall’attuale capo della Farnesina, già colonia statunitense nel cuore del Mediterraneo, oramai ridicola, polverizzata, in un nuovo corso storico, dalla sua stessa ignavia e slealtà verso i martiri che hanno dato la vita per il fu Belpaese.
Articolo di Margherita Furlan
Fonte: https://t.me/CASADELSOLETV