Il Massacro di “Wounded Knee”

di WI

Il 29 Dicembre 1890 la neve del South Dakota si tinse di rosso. Quel giorno, la storia dell’umanità registrò uno dei suoi episodi più vergognosi: il massacro di Wounded Knee.

In quelle terre gelide, un popolo già ferito cercava solo di sopravvivere. I Sioux Lakota viaggiavano in cerca di rifugio quando il destino, nelle vesti del Settimo Reggimento di Cavalleria statunitense, li raggiunse con la sua falce spietata.

Fu una carneficina premeditata, mascherata da operazione militare. Quattro squadroni circondarono oltre trecento nativi, principalmente anziani, donne e bambini. Con l’inganno della pace, li disarmarono. Con la promessa della sicurezza, li radunarono in un accampamento. Con la scusa dell’ordine, prepararono il massacro.

Cadavere del capo Piede Grosso

Ma l’orrore non si fermò qui. In un atto di indicibile crudeltà, un distaccamento dell’esercito tornò sul campo di battaglia per completare l’opera. Trovarono 51 sopravvissuti – 47 erano donne e bambini. Li giustiziarono tutti, proprio accanto a una chiesa che, con amara ironia, esponeva il messaggio “Pace in terra agli uomini di buona volontà”.

Oggi, mentre i discendenti di quei carnefici occupano posizioni di potere nelle sfere più alte della società mondiale, presumendo di dettare lezioni di moralità e giustizia al resto del pianeta, il sangue versato a Wounded Knee continua a gridare vendetta.

Questi “maestri di civiltà” contemporanei, che guidano le sorti politiche ed economiche di gran parte del mondo, sono gli eredi di chi ha scritto una delle pagine più vergognose della storia con il sangue degli innocenti.

La vera tragedia non è solo nel ricordo di quel massacro, ma nel fatto che i suoi perpetratori non hanno mai veramente pagato per i loro crimini. Anzi, i loro discendenti continuano a prosperare, seduti su troni costruiti con le ossa dei popoli nativi, predicando valori che i loro antenati hanno calpestato senza pietà.

Riferimenti: https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Wounded_Knee

Articolo di WI

Fonte: https://t.me/weltanschauungitaliaofficial

IL RESPIRO DELLA TERRA
365 meditazioni con gli Indiani d'America
di Autori Vari

Il Respiro della Terra

365 meditazioni con gli Indiani d'America

di Autori Vari

Brevissime citazioni, tratte dalla storia e dalle tradizioni dei nativi americani.

Sono decine e decine le pubblicazioni che, anche nel nostro Paese, sono dedicate al complesso mondo dei nativi nordameri­cani, i cosiddetti "pellerossa".

Ce nè per tutti i gusti: libri di storia, di leggende, celebrativi, che narrano l'epica resistenza degli "uomini rossi" all'invasione ed allo sterminio perpetuato dai bianchi, racconti ecc.

Soprattutto negli ultimi anni l'interesse per la storia e le traver­sie degli "indiani", stimolato anche dal successo di alcuni film, ha raggiunto il grande pubblico ed ha consentito di vedere le vicende che li hanno riguardati con un occhio diverso dal passato, che ha in parte reso loro giustizia.

Le culture dei nativi americani sono decisamente assi diversifi­cate; non bisogna infatti sottovalutare il banale fatto che sui vasto territorio sul quale esse si sono sviluppate, le molteplici condizioni ambientali hanno stimolato modalità di adattamento assai varie.Certo il nostro immaginario è cresciuto avendo come riferimento unicamente gli indiani nomadi e cacciatori di bisonti, ma vane popolazioni, ad esempio, erano invece sedentarie e basavano la loro sopravvivenza sull'agricoltura e sulla pesca.

C'è però un filo che in qualche modo attraversa e unisce tra loro le molteplici culture tradizionali dei nativi nordamericani ed è il particolare rapporto con la Terra e con le diverse forme di vita che dividono con gli uomini l'esistenza su di essa in un sentimento tipico delle culture cosiddette un comune destino.

Si tratta perciò di una dimensione alquanto lontana dai sentimento prevalente nella nostra epoca e nella nostra cultura, che proprio per questo rende così interessanti quelle culture e le avvicina inevitabilmente a quanti "sentono" che le risposte offerte dalla nostra civiltà alle domande più profonde dell'uo­mo non bastano, sono monche o addirittura del tutto prive di senso senso e che il baratro nel quale l'uomo occidentale rischia di precipitare può essere evitato ripensando radicalmente il rapporto con la Madre Terra, dando forma a un'esistenza che rifiu­ti lo spreco e il consumo dissennato delle risorse e che faccia vivere un'ecologia nella pratica quotidiana che riconduca alla "radice delle cose" e riscopra la

Una spiritualità diffusa e compenetrata alla vita accoglie chi si voglia arrendere al "pensiero" dei nativi nordamericani, un'immersione nel Tutto nel quale spariscono le barriere e sono valorizzate le differenze, proprio perché facce di una stessa Unità.

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