di Dalmazio Frau
Puntualmente, ad ottobre, cominciano a comparire ovunque le solite zucche arancioni e tutto l’apparato “pseudo-darkettone fintogotico”, di questa festa anglosassone che ci siamo autoimposti da alcuni anni.
Un trappolone commerciale fatto di fantasmini e ragni di plastica che noi, colonia Wasp, abbiamo adottato in pieno. Non detesto Halloween, detesto con tutte le mie forze Allouin, cioè questa puttanata ridicola di cappelli da Strega dell’Est e altre imbecillità varie che non appartengono alla nostra Cultura – a proposito, ne abbiamo ancora una? – che ha sostituito, complice l’attuale ignoranza e disinformazione del clero della Chiesa cattolica, le nostre antiche e sanissime giornate dedicate ai defunti e ai santi.
Festività ben più antiche del Cristianesimo, che non hanno nulla da invidiare alla “notte delle streghe” made in Usa, essendo dotate di profonde radici che affondano nel substrato mitico, religioso e anche, sì, magico, delle nostre tradizioni. Anche da noi infatti, in quelle notti, i defunti ritornano tra i mortali, e si ricordano tutti i santi del calendario e con dolci e cibi antichi che insegnano a chi è vivo a credere in un Altrove e in un Mistero che da sempre accompagna e trascende l’uomo.
Anche in molte parti d’Italia, sino a non tantissimo tempo fa, alla fine d’ottobre, quando le ombre notturne sono più lunghe, si credeva che le barriere tra il mondo dell’Uomo e l’Aldilà diventassero più esili e facilmente superabili dalle creature sovrannaturali. “Dolcetto o scherzetto” lo abbiamo anche noi, in molte culture popolari e contadine, arcaiche, con cibi che richiamano il mondo dei morti nella forma e nel significato. Non abbiamo bisogno d’importare zucche britanniche, abbiamo anche noi lo stesso simbolismo.
E allora? Allora è che questa nostra società desacralizzata, priva dell’immaginario fantastico, magico, e ormai anche di quello meramente religioso grazie alle ultime virate vaticane, ha gettato via ogni ricordo delle proprie tradizioni per accogliere quelle altrui. Il popolo italiano – negletto da preti accondiscendenti e troppo spesso ignoranti oltre che increduli – si è voluto disfare delle proprie antichità cultuali accettando l’assenza del Mistero e del Sacro nella nostra pseudo-cultura “post-moderna”.
E quello che gli italiani non trovano più nella tradizione, che è fatta anche di aspetti “terrifici”, ecco che tra le nuove generazioni, alcuni imbecilli affetti da ignoranza crassa, senza sapere di essere soltanto gli “utili idioti” del gigantesco meccanismo economico della New Age, si comprano il Libro Infernale, si danno un nome cretino come Lady Lucifera o Lord Obscurity e cominciano a invocare Satana alle tre del mattino, svegliando il cane dei vicini.
Allora si vada al Camposanto di Pisa a vedere il “Trionfo della Morte” o la “Danza macabra” a Pinzolo o ancora a Palermo. Chi vuole deliziarsi con le ossa, ha a sua disposizione la Cripta dei cappuccini della chiesa di Roma a via Veneto, oppure quella dedicata alla Confraternita dell’Orazione e Morte, sita in via Giulia, sempre nella Capitale e si potrà comprendere quale inestimabile patrimonio stiamo perdendo…
Articolo di Dalmazio Frau
Splendido articolo. Invece di scimmiottare sempre e comunque il modello americano, dovremmo riscoprire le nostre splendide tradizioni locali, che abbiamo abbandonato semplicemente perché ormai non le ricordiamo neanche più. Pochi si rendono conto della perdita terribile che abbiamo subito tagliando fuori dalle nostre vite la dimensione mitologica, religiosa, magica e immaginifica.