di Marina Voudouri
Un avvocato penalista in Grecia, Nikos Antoniadis, sta portando avanti una serie di cause giudiziarie relative alla gestione della pandemia Covid-19 in Grecia, che lui chiama “Il processo del secolo”.
L’azione di base è stata la denuncia che ha depositato alla Procura nel luglio 2021 nei confronti del Primo Ministro, Kyriakos Mitsotakis, e di una serie di altri rappresentanti di istituzioni, con le accuse, tra altre, di omicidio doloso e di organizzazione criminale.
Nelle 4.311 pagine della denuncia, contenenti anche materiale fotografico e di documentazione, oltre al Premier, tra gli accusati spuntano/compaiono anche l’intero Consiglio dei Ministri, Direttori di ospedali pubblici coinvolti agli eventi, alcuni magistrati in posizioni dirigenziali, una serie di rappresentanti di varie istituzioni pubbliche, e anche i responsabili del social network Facebook.
Le accuse si basano su tre presunti protocolli adottati dalla presunta organizzazione criminale:
– il protocollo di morte, utilizzato in ospedali pubblici;
– il protocollo dell’inganno, nei confronti della totalità dei cittadini;
– entrambi i protocolli, secondo le accuse della denuncia, sono stati adottati al fine di attuare il protocollo finale, ovvero quello della vaccinazione di massa.
Sempre secondo la denuncia depositata, lo scopo finale di tutti e tre i protocolli è quello della diminuzione della popolazione, così come presuntamente previsto da piani internazionali.
Tutte le mosse e azioni che fa l’avvocato le rende pubbliche, attraverso video-dirette suoi social e pubblicazioni sul suo sito nikosantoniadis.tv. Già dall’anno 2020, molte persone, ricoverate per Covid o familiari, lo contattavano per chiedere aiuto. Grazie al suo intervento – afferma lo stesso – per molti casi di questi si è dimostrato che i pazienti (rivolti all’ospedale per altre cause) erano risultati anche “positivi” al Sars Cov 2 con tamponi molecolari il cui risultato successivamente si dimostrava errato, oppure venivano intubati mentre la loro saturazione era sopra il 95, oppure venivano lasciati senza liquidi e disidratati, oppure soffrivano (in forma pregressa) di BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e non da Covid. Coloro che arrivavano alla morte venivano – secondo le accuse dell’avvocato – registrati come pazienti Covid anche se la causa della morte era diversa o addirittura anche se non erano affatto positivi al virus Sars Cov 2.
Un altro asse principale delle azioni giudiziarie che porta avanti il penalista Antoniadis, è la denuncia invece contro di lui di diffusione di notizie false e di procurato allarme. Queste accuse sono state mosse un giorno o due dopo l’entrata in vigore della modifica del Codice Penale, da parte del Parlamento greco, relativamente ai relativi reati. A tale scopo, il penalista era stato arrestato la sera del 17 novembre 2021 mentre usciva da casa per la passeggiata col cane, ma dopo 3-4 ore era stato lasciato libero. A quanto dichiara lui stesso, l’arresto era stato irregolare nelle modalità. Per quanto riguarda la sostanza, ovvero le accuse nei suoi confronti, il processo era stato programmato per la fine di gennaio scorso. Essendo l’accusato positivo al Covid nella stessa settimana, il processo è stato rimandato al 4 maggio.
Stando alle dichiarazioni dello stesso Antoniadis, grazie al posticipo del processo gli sono arrivate sempre più testimonianze, alcune delle quali anche da parte di personale di ospedali che mettono a sua disposizione informazioni e documentazioni che possano supportare la sua tesi, ovvero di aver diffuso notizie vere e non false.
Il più recente asso nella manica che l’avvocato ha annunciato di avere, attraverso un suo post del 10 aprile 2022, è il messaggio che ha ricevuto da parte di uno dei presunti co-responsabili delle accuse relative ai protocolli, con richiesta dello stesso/della stessa di incontrarsi per passargli tutto il materiale e la documentazione in suo possesso. Questo incontro sembra essere già avvenuto ma l’avvocato si è preso un po’ di tempo per dare maggiori dettagli attraverso una delle sue consuete video-dirette.
Qui la traduzione del messaggio ivi pubblicato: “Signor Antoniadis, dobbiamo parlare. E incontrarci. Quando le dirò chi sono, penserà che si tratti di una buffonata o di un inganno. Non lo è. Ne parlerò solo a Lei, solo a Lei consegnerò tutto ciò che ho nelle mie mani. Non ce la faccio più. Quando è troppo, è troppo. Venga per favore per annientarli. E qualsiasi prezzo dovrò pagare anch’io, lo farò. Perché ne sono co-responsabile.“
L’avvocato Antoniadis sta preparando la replica della sua denuncia anche a livello internazionale.
Articolo di Marina Voudouri
Riferimenti: https://nikosantoniadis.tv
Fonte: www.lantidiplomatico.it