Genitori e figli: quando sono i toni ad essere sbagliati

di Stefania Partipilo

Sembra che il tono di voce sia uno strumento prezioso, in alcuni casi in grado di determinare gli esiti della comunicazione e relazione tra genitori e figli.

Modalità brusche di comunicare fra genitori e figli rischiano di compromettere i benefici che si potrebbero trarre da una sana comunicazione, finendo per intaccare la qualità della relazione stessa.

“Sarà pur vero ciò che dice, ma sono i toni ad essere sbagliati”. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase? Quando ci si relaziona con persone che utilizzano un tono di voce brusco ed aggressivo, viene naturale la tendenza a soffermarsi sulle modalità utilizzate per comunicare, piuttosto che sul contenuto del discorso. Inoltre, questo ci porta a valutare negativamente la persona che ci sta parlando con fare direttivo. In particolare, quando queste situazioni si verificano fra genitori e figli, si rischia di compromettere i benefici che potrebbero trarsi da una sana comunicazione, finendo per intaccare la qualità della relazione stessa. A tal proposito, un recente studio ha voluto indagare come cambiano le risposte dei figli adolescenti alle richieste fatte dalle mamme, in base all’utilizzo di tono di voce diversi.

Lo studio ha coinvolto un campione di 1000 adolescenti, maschi e femmine, tra i 14 e i 15 anni. I partecipanti, in maniera random, sono stati sottoposti all’ascolto di messaggi espressi in maniera direttiva, supportiva o neutrale, da parte di adulti.

Ogni partecipante ha ascoltato messaggi comunicati con uno solo dei tre toni utilizzati. La modalità direttiva era volta a trasmettere controllo, pressione e costrizione con la finalità di spingere all’azione e di mettere in atto la richiesta. La modalità supportiva era volta a suscitare incoraggiamento, sostegno e opportunità di scelta. In seguito all’ascolto dei messaggi, ogni ragazzo ha compilato un sondaggio che indagava la risposta emotiva e comportamentale alla ricezione dei messaggi, immaginando come si sarebbero sentiti se i messaggi fossero stati comunicati dalle proprie mamme con quel tono di voce.

I risultati evidenziano come un diverso tono di voce produca differenti risposte a livello emotivo, comportamentale e relazionale. In particolare, un tono di voce direttivo sembrerebbe suscitare risposte emotive negative e risposte comportamentali controproducenti nei ragazzi, che non aderirebbero alle richieste fatte dai propri genitori; al contrario un tono di voce supportivo sembrerebbe produrre risposte emotive positive e risposte comportamentali maggiormente dirette all’ascolto genitoriale, anche rispetto all’utilizzo di un tono neutrale.

Dunque, sembrerebbe che il tono di voce sia uno strumento prezioso di cui siamo in possesso che, in alcuni casi, potrebbe addirittura determinare gli esiti di una comunicazione e di una relazione. Modularlo (ovviamente il tono della voce deve andare di pari passo ad una analoga disposizione d’animo) potrebbe risultare una carta vincente in ogni tipo di relazione. Difatti, dimostrarsi asseritivi e supportivi verso l’altro, permetterebbe a chi si ha di fronte, di sentirsi considerato e rispettato nei propri bisogni. Questo, inevitabilmente, lo predisporrebbe positivamente nei nostri confronti e nell’ascolto delle nostre richieste.

Riferimenti:

Weinstein, N., Vansteenkiste, M., & Paulmann, S. (2019). Listen to your mother: Motivating tones of voice predict adolescents’ reactions to mothers. Developmental Psychology. doi:10.1037/dev0000827

Articolo di Stefania Partipilo

Fonte: https://www.stateofmind.it/2019/10/comunicazione-genitori-figli-tono/

MINDFULNESS PER GENITORI
Suggerimenti ed esercizi per praticare la consapevolezza in famiglia
di Claudia Porta

Mindfulness per Genitori

Suggerimenti ed esercizi per praticare la consapevolezza in famiglia

di Claudia Porta

Il libro "Mindfulness per Genitori" ti spiega come essere un genitore consapevole: è questa la chiave per vivere relazioni autentiche e appaganti con i propri figli. Infatti, più grande è la consapevolezza, più semplice è il compito di genitori.

Claudia Porta desiderava essere mamma da sempre ma, quando è nato il suo primo figlio, si è trovata impreparata di fronte alla carica di stress e stanchezza che ciò ha portato con sé: il piccolo piangeva, piangeva... e non c'era modo di farlo calmare. E che dire della notte, senza mai dormire per più di un'ora di fila?

Molte mamme sanno che questa è una situazione assai comune, ma quando ci si ritrova a viverla per la prima volta, ci si può sentire impreparati, e sperimentare frustrazione o addirittura senso di colpa.

Ma niente paura: in tuo aiuta arriva la mindfulness! Questa pratica, antica come il mondo e descritta dai mistici di ogni tempo e luogo, non significa altro che prestare attenzione, senza alcun giudizio, ed avere piena consapevolezza del momento presente.

In questo libro l'autrice, partendo dalla sua esperienza, fornisce un aiuto concreto a tutti i genitori che vogliono rafforzare questa consapevolezza, senza dedicare necessariamente tanto tempo alla meditazione: ogni occasione è buona per praticare la mindfulness e sviluppare quell'atteggiamento che ci fa vivere il quotidiano con serenità, lucidità ed equilibrio.

Uno strumento utile per affrontare tutte quelle situazioni che sembrano sfuggire al nostro controllo, come ad esempio:

  • i capricci dei bambini piccoli,
  • gli attriti con i figli più grandi,
  • le difficili relazioni in famiglia...

...e ritrovare la pace e quello stato di grazia nel quale sentiamo di non avere bisogno di un motivo per essere felici.

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"Esercitandoci a rimanere centrati sul presente sviluppiamo la capacità di rispondere efficacemente ai cambiamenti imprevisti e imprevedibili, impariamo a gestire lo stress e il disagio emozionale, sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni". L'autrice, Claudia Porta

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