di Alessandro Carocci
Come ogni anno anche il 2018 ha il suo Gay Pride, una manifestazione che vuole esprimere l’orgoglio gay e ribadire la libertà di vivere la propria sessualità, e che viene organizzato in molte città italiane e non, generalmente nel mese di giugno.
Ovviamente molti gli elementi stonano e lasciano dietro di sé, oltre a bandierine arcobaleno e striscioni, anche molte discussioni. Una su tutte, quella riguardante la necessità, da parte di chi vi partecipa, di tollerare o addirittura compiere atti che, in altri contesti, verrebbero giustamente bollati come “osceni”. Le foto parlano da sole. Dunque, sorge spontanea la domanda sul perché vi sia la necessità di tali atteggiamenti e sul perché non venga applicata la legge in questi casi.
Secondo l’articolo 527 del Codice Penale: “chiunque, in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti osceni è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 30.000. Si applica la pena della reclusione da quattro mesi a quattro anni e sei mesi, se il fatto è commesso all’interno o nelle immediate vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori e se da ciò deriva il pericolo che essi vi assistano.”
Più nello specifico, nel linguaggio giuridico, per atti osceni s’intendono quegli atti che possono “violare, turbare o ferire il naturale senso del riserbo a riguardo dei fatti e delle manifestazioni che si riferiscono alla sfera sessuale.”
Tuttavia, va tenuto conto che “come ha […] chiarito la Corte di Cassazione nel 2012, la mera esposizione della nudità integrale non integra necessariamente il reato di atti osceni, dato che, quando l’atto non è espressione di concupiscenza e dimostrazione di libido, non può dirsi che esso sia osceno, ledendo perlopiù il sentimento della compostezza. Dunque, per unanime giurisprudenza, l’atto deve avere un’inequivoca attinenza con la sfera sessuale. Qualora tale attinenza non vi sia, sarà configurabile il meno grave reato di atti contrari alla pubblica decenza (art. 726).”
Questo quadro giuridico appena disegnato dovrebbe guidarci nell’analisi per comprendere se sia o meno lecito che si vedano scene come quelle di quest’anno al Pride. In effetti, fra simulazioni sessuali, nudità più o meno integrali e “uomini al guinzaglio” davanti a dei bambini, l’ultima manifestazione è stata una “Grande Mela” di atti osceni.
La tolleranza delle forze dell’ordine, in questo caso, deriva probabilmente dal contesto stesso della manifestazione, e tuttavia, ci chiediamo come sia possibile che tutto ciò venga mostrato senza un minimo di delicatezza nei confronti dei bambini e di chi sia più vulnerabile, nonostante i motivi che portino a mostrare certe scene (lo scardinamento estetico ed etico della società fallologocentrica ecc.) possano essere più o meno fondati a livello filosofico, sociale o giuridico.
Insomma, fuor di ogni discussione teorica, la propria ideologia e la sua maggiore o minore condivisione da parte di altri soggetti, giustifica il passare sopra alla legge dello Stato e alla tutela dei minori?
Articolo di Alessandro Carocci – https://www.facebook.com/Alexandros.9407
Fonte: http://www.oltrelalinea.news/2018/06/19/gaypride-certi-comportamenti-non-sono-atti-osceni/
Dovremmo chiederlo alla classe politica perché ai signori gay è permesso avere comportamenti osceni in pubblico , mentre a noi “diversi” verrebbe fatta , come minimo, una multa. In questo caso tutti i vari moralisti non hanno più a cuore il bene dei bambini? Perché a questi signori improvvisamente va via la voce?
Vogliamo parlare anche dei films televisi che ogni sera o altra, vengono trasmessi in TV in orari appena serali ?
quelli, vanno bene perchè mostrano slo donne?
Ne vogliamo Parlare?