Tutti ormai siamo a conoscenza del fatto che gli antichi Egizi adoravano i gatti e li consideravano creature meravigliose e magiche.
E infatti una delle divinità che adoravano, chiamata Bastet, ha la sembianza di un gatto nero. Non c’è dunque alcun dubbio che in questa civiltà il gatto fosse ampiamente celebrato. La loro arte, la cultura e il loro stile di vita, ci parlano ancora oggi del loro amore per questi piccoli felini. Ma da dove arrivava tale adorazione? È possibile che gli antichi egizi sapessero qualcosa sui gatti che noi non sappiamo?
Secondo alcuni studi effettuati a questo riguardo, sembra che i gatti abbiano una capacità di auto-guarigione davvero unica, che esiste in tutte le specie feline. Si è dimostrato che le fusa dei gatti effettivamente agiscono come un “apparecchio” terapeutico, non solo per la rigenerazione del corpo, ma anche per fortificare il loro sistema immunitario.
Le fusa hanno la capacità di accelerare in modo esponenziale il recupero di organi e ossa, aumentando notevolmente il processo di guarigione. Queste conclusioni ci fanno comprendere come la teoria per la quale i gatti farebbero le fusa solo quando sono felici o per affetto, sarebbe solo una nostra credenza. Infatti, alcuni gatti fanno le fusa anche in situazioni decisamente poco piacevoli, come ad esempio quando sono feriti, spaventati, oppure durante il parto.
Tutto questo suggerisce che la “vibrazione” da loro emessa, avrebbe a che fare con una sorta di meccanismo di sopravvivenza. I gatti nei tempi antichi, infatti sono stati adorati e divinizzati anche per la loro capacità miracolosa di resistere a cadute da altezze molto elevate. Fatti come questi, probabilmente hanno ispirato la famosa frase: “I gatti hanno sette vite”.
La Dea egizia Bastet
Bastet era la Dea che proteggeva dagli spiriti maligni e aiutava in caso di malattie contagiose. Essa veniva spesso rappresentata con un ‘sistro’ in una mano.
Attraverso ulteriori indagini ed analisi, possiamo supporre che molte società del passato abbiano applicato un “metodo di guarigione” analogo alle fusa dei gatti, ricreando una specie di vibrazione in grado di guarire. È molto probabile che queste antiche tecniche di terapia del suono, si rifacessero proprio alle fusa dei gatti.
Il popolo egiziano si curava infatti grazie ad uno strumento chiamato sistro, uno strumento a percussione, considerato sacro, forse originato proprio dal culto della Dea gatto Bastet. Le sacerdotesse egiziane utilizzavano ritualmente questo strumento, che è in grado di generare grandissime quantità di ultrasuoni.
Oggi l’ecografia che usa gli ultrasuoni è una modalità di diagnosi efficace, utilizzata negli ospedali. Alcune terapie a base di ultrasuoni sono anche utilizzate per il trattamento di disturbi gravi, come ad esempio la fibrosi cistica, e varie forme di cancro. Ciò significa che è possibile che nelle antiche cerimonie egizie, il sistro venisse utilizzato non solo per migliorare l’atmosfera musicale, ma soprattutto per determinare un effetto curativo. Probabilmente per raggiungere lo scopo venivano utilizzati molti sistri insieme.
Come possiamo usare questo tipo di conoscenza?
Questo tipo di medicina alternativa è utile per ‘rammendare’, ristrutturare, e riallineare i nostri sistemi vitali. Questi studi attestano il futuro della terapia musicale come una procedura sanitaria nuova ed efficace. Questi trattamenti possiedono infatti le qualità di un massaggio energetico, che allevia il dolore e ripristina la guarigione del corpo.
Anche alcune tecniche specifiche di meditazione, comportano l’utilizzo di ‘mantra’ parlati, che secondo il significato della parola in sanscrito, non sono altro che… “potenti vibrazioni sonore, molto simili a quella emesse da un sistro, o ancora di più simili alle fusa di un gatto”.
Tutto ciò ci fa comprendere meglio come i nostri piccoli amici felini abbiano delle qualità davvero straordinarie e magiche!
Rivisto da Conoscenzealconfine.itFonte: http://it.anahera.news/gatti-fusa-salute/