di Massimo Mazzucco
Non avete avuto anche voi una strana sensazione quando, la settimana scorsa, il Dipartimento dell’energia americano (DoE) ha annunciato il successo dell’esperimento di fusione nucleare?
Strombazzato ai 4 venti come una “svolta storica”, che “apre la strada all’energia pulita del futuro”, questo annuncio ha riempito le prime pagine del mondo intero, solo per scomparire interamente dai media il giorno seguente.
L’intera faccenda aveva il sapore di un annuncio fatto quasi per andare a coprire una casella – quella dell’energia pulita – prima che magari arrivasse qualcun altro a fare la stessa cosa. Se infatti guardiamo meglio nei dettagli, scopriamo diverse cose interessanti.
Innanzitutto, l’affermazione che “è stata rilasciata più energia di quanta ne abbiamo immessa” è vera da un punto di vista strettamente tecnico, ma è falsa dal punto di vista della realtà più complessa: è vero – come spiega in questo video il fisico nucleare Simone Baroni – che 2 Megajoules di energia immessa hanno liberato 3,15 Megajoules di energia utilizzabile, ma si omette di dire che per immettere l’energia iniziale i 192 laser del laboratorio di Livermore hanno consumato 300 Megajoules di energia complessiva, prodotta esternamente.
Siamo quindi ben lontani anche solo dall’intravvedere un sistema di produzione di energia autosostenibile, come invece era sembrato dai titoloni altisonanti dei giornali.
Inoltre, è vero che l’energia scaturita dall’esperimento si può considerare “pulita” (nel senso che genera praticamente zero scorie), ma resta da “pulire” l’energia complessiva che è stata utilizzata per fare l’esperimento (i famosi 300 Megajoules).
Un po’ come per le auto elettriche: è vero che quando circolano non inquinano, ma da qualche altra parte, nel mondo, l’energia per caricare le batterie è stata prodotta con metodi convenzionali, e quindi inquinanti.
Bisogna infine ricordare che la fusione nucleare del recente esperimento è una cosa ben diversa dalla famosa “fusione fredda” inizialmente proposta da Fleishmann e Pons, nel lontano 1989. La fusione nucleare infatti viene definita “calda”, proprio perchè utilizza grandi quantità di energia iniziale, mentre quella “fredda” tende ad utilizzare una semplice reazione chimica fra diversi elementi.
E noi sappiano anche che la ricerca sulla fusione fredda non si è mai fermata: il metodo ha solo cambiato nome, diventando LENR (Low Energy Nuclear Reactions), ma la strada è stata tutt’altro che abbandonata. La stessa NASA annunciò, nel 2012, il successo di un esperimento in tal senso. (Questo il video che pubblicammo all’epoca):
A questo punto viene legittimo il dubbio: non sarà che l’annuncio roboante della scorsa settimana è stato fatto proprio per togliere attenzione – e quindi finanziamenti miliardari – da un eventuale progresso della fusione fredda vera e propria?
(*) Riferimenti: https://www.llnl.gov/news/national-ignition-facility-achieves-fusion-ignition
Articolo di Massimo Mazzucco
Fonte: https://www.luogocomune.net/23-energia-e-ambiente/6139-fusione-nucleare-tanto-rumore-per-nulla