Fonti mainstream ammettono che Hitler non si è mai ammazzato

di Claire Bernish

Fonti mainstream ammettono che Hitler non si è mai ammazzato, gli è stato anzi permesso di fuggire ed è morto di vecchiaia.

Bunker di Hitler a Berlino

Bunker di Hitler a Berlino

A lungo, sono state considerate riflessioni puramente fittizie dei teorici della cospirazione, le voci secondo cui Adolf Hitler non fosse morto in un patto di omicidio-suicidio con la sua sposina, Eva Braun. Ora tali voci acquisiscono nuova credibilità: Hitler sarebbe fuggito e vissuto in Sud America.

Ufficialmente Hitler ha incontrato il suo destino con un colpo di pistola alla testa, mentre la Braun avrebbe ingerito del cianuro in un bunker sotterraneo, il 30 aprile 1945, mentre gli Alleati annientavano finalmente i nazisti. Le forze avrebbero poi bruciato i loro corpi e la coppia sarebbe stata successivamente sepolta in una fossa poco profonda lì vicino.

Ma se questo racconto fosse semplicemente stato una copertura da dare in pasto al pubblico per mascherare il fatto che il Führer, in realtà, fosse stato portato via di nascosto per non farlo cadere nelle grinfie dei sovietici che stavano avanzando? Se il pensiero forse vi sembra un po’ folle per il vostro gusto, considerate cos’è stata l’Operazione Paperclip attuata dagli Stati Uniti…

Quasi 500 scienziati nazisti – in particolare quelli specializzati in aerodinamica, missilistica, armi chimiche e tecnologia di reazione e medicina – sono stati segretamente reclutati a White Sands Proving Ground nel New Mexico; Huntsville, Alabama; e Texas ‘Fort Bliss’, senza che il fatto fosse neppure a conoscenza del Dipartimento di Stato. Come normali minacce per la sicurezza e criminali di guerra, quegli scienziati non avrebbero avuto i requisiti per i visti attraverso i canali ufficiali – ma il governo, rinunciando ad implicazioni etiche nella ricerca della conoscenza, avrebbe facilitato il loro ingresso negli Stati Uniti.

Anche se molte informazioni su quello che è stato chiamato Progetto Paperclip rimangono classificate, gli scienziati nazisti hanno ricevuto stipendi per gentile concessione del governo degli Stati Uniti, per portare avanti gli obiettivi nazionali. In tale contesto, è possibile che ad Hitler sia stato concesso di far parte di un simile programma VIP?

Lo storico Abel Basti dettaglia ampiamente questa ipotesi in una nuova edizione del suo libro pubblicato in Argentina, “El Exilio de Hitler,” o “Hitler in Exile” (l’esilio di Hitler) – che sta facendo notizia, anche in media mainstream come l’Huffington Post.

“C’era l’accordo con gli Stati Uniti che Hitler sarebbe dovuto scappare e che non doveva cadere nelle mani dell’Unione Sovietica”, ha detto Basti. “Questo vale anche per molti scienziati, militari e spie che in seguito hanno partecipato alla lotta contro il regime sovietico.”

Basti sostiene che Hitler fosse sfuggito alla sicurezza tramite un tunnel collegato con l’aeroporto di Tempelhof che passava sotto la Cancelleria, dove un elicottero l’avrebbe poi portato in Spagna. Viaggiando prima alle isole Canarie, Hitler si fece strada verso l’Argentina su un U-boat, dove ha vissuto per dieci anni prima di stabilirsi in Paraguay sotto la protezione del dittatore Alfredo Stroessner, con radici tedesche.

Come lo storico racconta, l’ex nazista morì il 3 febbraio 1971. “Le famiglie benestanti che lo hanno aiutato nel corso degli anni sono state responsabili per l’organizzazione del suo funerale”, ha spiegato Basti. “Hitler è stato sepolto in un bunker sotterraneo, che è oggi un elegante hotel nella città di Asuncion. Nel 1973, l’ingresso al bunker è stato sigillato, e 40 persone sono venute a dire addio a Hitler. Uno di quelli che hanno partecipato [al funerale], un militare brasiliano Fernando Nogueira de Araujo, ha quindi riferito a un giornale sulla cerimonia“.

Ma Basti non è il solo a formulare queste ipotesi.

Bob Baer, un agente della CIA con 21 anni di esperienza e uno degli ufficiali di intelligence con più esperienza nei casi delle d’elite d’America, ha descritto un piano di fuga facilitato dal governo in una serie di documentari per History Channel chiamati “caccia ad Hitler”, in onda nei primi mesi del 2015.

Baer e il suo team, tra cui il ricercatore su crimini di guerra Dr. John Cencich, sostiene di aver scoperto la prova della fuga di Hitler, con 700 pagine di documenti dell’FBI declassificati e prove sulla scena che ha esaminato in Sud America. Come ha fatto notare un investigatore, “i funzionari americani dell’esercito in Germania non hanno individuato il corpo di Hitler, né vi è alcuna fonte affidabile che Hitler sia morto.”

adolf hitler

A screditare ulteriormente la versione ufficiale – e il backup dei dubbi sollevati dalla squadra Basti e Baer – una relazione sul “Guardian” del 2009, che ha messo in dubbio le, fino ad allora, irrefutabili prove del suicidio di Hitler: ossia il cranio perforato da proiettile dell’ex Führer.

I ricercatori americani hanno eseguito una analisi del DNA di quel teschio – fino ad allora conservato in segreto dai servizi segreti sovietici, ora detenuto nell’Archivio di Stato russo di Mosca – per determinare la legittimità di ciò che si credeva: che le ossa fossero effettivamente di Hitler.

Ma nel laboratorio di genetica presso l’Università del Connecticut, l’archeologo e specialista delle ossa Nick Bellantoni ha fatto una scoperta sorprendente. Fin dall’inizio, Bellantoni ha notato notevoli discrepanze: “L’osso sembrava molto sottile; un osso maschile tende ad essere più robusto. E i punti di sutura in cui le piastre cranio si sono riunite sembravano corrispondere a quelli di una persona sotto i 40“– ma Hitler aveva compiuto 56 anni nell’aprile del 1945.

I sospetti di Bellantoni da un esame fisico di quel frammento di cranio – che la squadra ha diligentemente confermato autentica – sono stati sostenuti dall’analisi genetica. Quel cranio, che i sovietici avevano per decenni offerto come prova della morte autoinflitta per arma da fuoco di Hitler, apparteneva a una femmina non ancora identificata.

Il frammento del cranio, dovrebbe essere di una donna di età compresa tra i 20 e i 40 anni, e secondo Bellantoni, potrebbe appartenere a Eva Braun, anche se nessuna narrazione di eventi, ha mai sostenuto che l’ex sposa di Hitler si fosse sparata. E anche se molti sono morti nei pressi della Cancelleria, i sovietici e poi i russi hanno verificato la zona da cui il frammento è stato recuperato, come il punto esatto in cui i corpi della coppia erano stati cosparsi di benzina e bruciati.

Inoltre, secondo Basti Braun non solo fuggì anch’essa dalla Germania illesa, ma sopravvisse a Hitler per molti anni. Già nel 2000, la BBC ha riferito che il biografo di Hitler Werner Maser metteva in dubbio l’autenticità del cranio – nonostante l’affermazione pubblica da parte dei funzionari russi.

Il Sud America ha effettivamente ospitato molti nazisti in fuga – tra cui il sadico medico Josef Mengele, le cui crudeli sperimentazioni sui prigionieri dei campi di concentramento nazisti, si sono in seguito spostate sullo studio di gemelli. E infatti, negli anni del dopo guerra, in una piccola città in Brasile, una su cinque gravidanze portava a nascite di gemelli – qualcosa che lo storico argentino Jorge Camarasa attribuito nel 2009, all’opera di Mengele dopo la sua fuga dalla Germania.

Che siate o no abituati a mettere in dubbio le storie ufficiali, le prove della partenza di Hitler dalla Germania – piuttosto che una morte di propria mano accanto alla sua sposa – appaiono più solide di anno in anno. Biografi, ricercatori, scienziati, storici, e altri mettono insieme una credibile contro-narrazione a riguardo. Forse il suicidio di Hitler è una delle storie più false, progettata per confortare un pubblico stanco delle atrocità.

Fonte originale:http://thefreethoughtproject.com/hitler-escaped-south-america/

Traduzione a cura di ununiverso.it

Fonte: https://ununiverso.it/2016/07/19/fonti-mainstream-ammettono-che-hitler-non-si-e-mai-ammazzato-gli-e-stato-permesso-di-fuggire-ed-e-morto-di-vecchiaia/

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