Articolo di Parsifal A. Drake
Tante volte succede di ritrovarsi in una posizione scomoda, negativa, che può indurre pensieri di sofferenza ogni qualvolta se presenti l’occasione. La stessa è causa di quei picchi di stress che, se non arginati subito, possono portare a malattie psicosomatiche anche gravi. Ogni malattia e ogni situazione in cui siamo, è stata costruita da noi per noi, come una fiction creata per mandare un messaggio allo spettatore.
Per la stragrande maggioranza della popolazione dei paesi “civilizzati”, queste situazioni rappresentano spesso una barriera invalicabile che porta al collasso, alla nevrosi, alla caduta totale delle proprie energie fisiche e mentali. Tutti i canali energetici e tutti i tipi di energia presenti in noi sono coinvolti nel processo: in questo caso, quindi, si ha a che fare con una depressione non solo “fisica”, ma che tocca tutti i sistemi energetici e ne assorbe la corrente; abbiamo una spirale di depotenziamento ciclica, che rappresenta un ostacolo immenso anche per tutti quegli individui in evoluzione.
Va tenuto ben presente che questi disturbi psicosomatici rappresentano un qualcosa di statico da cambiare, una sorta di matassa che necessita di un certo lavoro interiore per essere sbrogliata e superata.
Raramente le “situazioni negative” hanno tra loro elementi comuni riconoscibili, vi è quindi bisogno di un’indagine introspettiva per comprendere bene cosa stia succedendo, come ci sentiamo e perché ci sentiamo in quel modo; spesso, quando queste situazioni accadono, deleghiamo del tutto la responsabilità a un’altra persona, che finisce così per fare da caprio espiatorio di tutta la nostra rabbia, e della nostra repressione.
Da questi cicli si esce quando ormai si è stanchi di esserci in mezzo: la vera volontà di emergere dalla cenere del proprio “corpo statico”, praticamente deceduto, nasce dal processo intenzionale di voler veramente cambiare il nostro stato. Questo si può fare solo attraverso l’introspezione.
Come? Quando hai sinceramente voglia di cambiare e migliorare, ti accorgi allora dei comportamenti coi quali ti metti sotto scacco da solo, continuamente. Inoltre, la Presenza esercitata per radicarsi nel momento presente, acutizza non solo i sensi, ma anche la capacità critica, mentre il pensiero diventa più fluente e sicuro, più forte. La stessa Presenza ti consente di non escludere niente aprioristicamente: si prende in considerazione il punto di vista dell’altro, partecipando alle conversazioni in maniera più percettiva e ricettiva. Il processo di acquisizione di coscienza include il mescolare la propria attenzione con quella delle altre persone, entrando in uno stato di empatia non solo emotiva, ma anche energetica, per meglio comprendere cosa prova l’altro su tutti i livelli.
Questo, tuttavia, da solo non basta. Bisogna aprire le braccia a uno stato d’essere che è soglia e insieme scopo, causa di qualsiasi elevazione e conseguimento coscienziale/spirituale: l’alta vibrazione. Essa è chiave per qualsiasi esperimento a carattere coscienzial-potenziale. Vista così, la spiritualità e l’introspezione non è più una corsa al “Potere”, quanto invece un affiancamento di coscienza e conoscenza, saggezza che si acquisisce nel cammino grazie a delle prove del tutto comuni: ogni cosa acquisisce un significato saporito, arricchito dalle conoscenze pregresse sviluppatesi grazie alla comprensione del filo sottile che sottintende a qualsiasi evento fisico. È un riscoprire la realtà che sta dietro il vero, della quale a volte perdiamo la percezione e scadiamo nel nostro più basso canale di personalità automatica. È un riappropriarsi dell’energia persa, come l’eroe che ricomincia tutto da capo per capire meglio, crescere e diventare più forte.
È la vita stessa che scorre diversamente, perché sottoposta quella legge naturali per cui, quando la vibrazione è alta e costante, l’esperienza stessa rende accessibile una gamma di osservazioni, emozioni e pensieri precluse a chi si fermi al piano puramente materiale. Si diventa re ed eroi, per un pò, senza perderci la testa come fanno molti.
È questa l’estasi: compiere un balzo evolutivo innescato da una necessità di crescita nata in principio da una digrazia continua, un ostacolo da superare per diventare migliori, più grandi. Il tutto dura poco, se rimaniamo nello stato di alta vibrazione per un solo giorno o al più una settimana. Dev’essere invece una costante ricerca del bello e del migliore, in tutti gli ambiti: i luoghi, le abitudini, le persone.
In pochi possono dire di aver acquisito una tale padronanza della propria vibrazione interiore. Questo perchè superare una certa situazione provoca scompensi al “già visto, già conosciuto per cui sicuro“, generando paura per il sequel di quella che può essere una vita cambiata da un secondo all’altro. È la scelta migliore che possiate fare.
Abbiatene il coraggio!
Articolo di Parsifal A. Drake
Fonte: http://spadanellaroccia.blogspot.it
Il post è interessante ma in pratica fuori dalle possibilità. Penso sia necessario partire dalla base perché ciò che è scritto nel post sottintende un enorme lavoro su di sé che uno ha già fatto. Il post parla di scelta di cambiare attraverso l’introspezione ma non dice come che è ciò che serve per partire. È già difficile ricordarsi che le situazioni o le malattie sono create da noi quando accadono, figuriamoci empatia e energia verso l’altro che magari è la causa indiretta della situazione. In conclusione mi sembra un bellissimo post ma per quelli già “illuminati”. Grazie