Sulle coste del sud Italia è ormai emergenza sbarchi con strutture portuali e centi di accoglienza al collasso.
Dai porti della Sicilia fino a a Reggio Calabria, Crotone e Vibo Valentia è un susseguirsi di arrivi di navi delle ONG, barconi e navi della Marina che traghettano masse di migranti clandestini in Italia, prelevati dalle coste del Nord Africa.
Ormai il sistema di attendere la chiamata dei trafficianti, mentre le navi delle ONG stazionano davanti alle coste libiche, a volte a poche centinaia di metri, assicura un flusso costante che a sua volta garantisce il business del traffico di carne umana alle varie mafie, somale, nigeriane, libiche che speculano sul fenomeno, con successivi alloggiamenti dei migranti nei centri di accoglienza in Italia e assegnazione alle cooperative di accoglienza, l’ultimo terminale del business.
Un giro d’affari impressionante che assicura lauti guadagni per tutti gli operatori nelle varie fasi del fenomeno (meglio che il traffico della droga). Mgliaia e migliaia di persone risultano già scaricate nei primi due giorni della settimana in vari porti italiani, soprattutto della Sicilia e della Calabria, dalle numerose navi che fanno la spola, senza sosta, da una parte all’altra del Mediterraneo, alimentando lo tsunami che sta sommergendo il nostro Paese. Mentre altre migliaia sarebbero in viaggio sulle altre unità navali adibite a taxi del mare.
Numeri immensi, impressionanti, mai visti prima che segnano l’invasione voluta e favorita del nostro paese sullo sfondo del progetto di sostituzione etnica imposto dai vari organismi transnazionali come la Commissione Europea, l’FMI, l’ONU, il Vaticano, ecc. con la per collaborazione di pericolosi personaggi, speculatori ed affaristi che decidono i destini del mondo, come George Soros, con la piena complicità di governi come quello italiano.
Si tratta ormai di un esodo biblico, dietro cui si muovono enormi interessi e che viene favorito anche dal passa parola in Africa riguardo all’accoglienza fornita con alloggio e pasti gratuiti in un meraviglioso paese, l’Italia, che offre oggi ai migranti clandestini anche schede telefoniche, una piccola mancia per le spese, e vari benefici fra cui asssistenza sanitaria gratuita e formazione.
Il tutto viene accelerato dalla possibilità di ottenere anche lo Ius soli, un altro fattore che rischia di incentivare l’esodo dall’Africa e che i politici della sinistra mondialista si stanno affrettando ad approvare. Quale africano non cederebbe alla tentazione di un viaggio in Italia, partendo dalle polverose periferie della Nigeria e dalle disastrate zone della Somalia e dell’Eritrea.
L’Italia, una meta agognata per decine di milioni di africani che vogliono profittare dell’occasione offerta dal Governo italiano dei mondialisti, “aperti” alle esigenze degli africani. I politici del PD sanno che devono adempiere al piano di sostituzione per cui gli verranno garantiti posti e carriere sicure.
La situazione nei porti italiani è di totale emergenza, le misure predisposte per ricevere ed accogliere i migranti non riescono a far fronte a questo esodo biblico. I punti di identificazione e smistamento scoppiano, nei centri per richiedenti asilo vige l’anarchia totale e qualsiasi tentativo di imporre regole e far rispettare le leggi provoca violente ribellioni, di cui subiscono le conseguenze le forze dell’ordine.
I centri di accoglienza sono ormai centri di traffico dove si commercia di tutto incluso droga e prostituzione e questo è possibile ed accettato, in un paese dove le regole devono essere rispettate solo da alcuni, “i fessi”, quelli che pagano le tasse e devono rimanere quieti, evitando proteste inutili e “populismi” che non sono graditi agli alti rappresentanti delle Istituzioni, come Mattarella, Grasso e la Boldrini. “Abbattere i muri, predisporre ponti e traghetti, accogliere tutti, integrare”, queste le parole d’ordine ripetute costantemente da tutte le TV , dai media per convincere la popolazione italiana dell’utilità di questo esodo, di questa sostituzione.
Come altre volte abbiamo scritto, bisogna considerare che la politica di migrazione di massa verso l’Europa presenta due principali utilità per l’oligarchia economica mondialista:
1) come elemento di trasformazione etnica degli Stati (nel lungo termine);
2) come mano d’opera di riserva, che sia utile per le multinazionali quale strumento di riduzione dei salari ed incremento dei profitti a medio e lungo termine.
Questo ci deve far comprendere che l’ondata migratoria non è spontanea ma pianificata e che il principale obiettivo di lungo termine delle centrali mondialiste è quello di sostituire le identità nazionali e distruggere le culture originarie dei vari stati che si oppongono al mercato globale e che rivendicano l’autonomia delle comunità locali, sostituendola con una massa indifferenziata di varie etnie e culture, che risulti più facimente omologabile al sistema, e che non abbia i mezzi culturali per opporsi alla catechizzazione del nuovo ordine.
Per questo fine è utile combattere (o infiltrare) tutte le istituzioni tradizionali e decostruire persino la cultura e la coscienza storica dei popoli. In Ungheria, in Polonia o nella Repubblica Ceka, questo lo hanno compreso ed hanno bloccato gli arrivi opponendosi alle quote stabilite dalla UE. I paesi dell’Est non vogliono correre il rischio di essere destabilizzati da questa ondata migratoria. In Ialia, la classe politica venduta ad interessi esterni, accetta tutto.
Con l’arrivo in massa delle forze fresche dei nuovi migranti, in grande maggioranza giovani, single ed in età di combattimento, sarà disponibile presto una massa di reclute che potranno essere utilizzate per tutto, incluso sopraffarre con il tempo e con il mumero la stanca civiltà decadente europea, quella che Juan Manuel Prada chiama a ragione il “putridume europeo”.
Gli episodi di Parigi, di Bruxelles, di Nizza, di Manchester, avrebbero dovuto suonare quali campanelli d’allarme, ma le classi politiche dei paesi europei considerano questi dei semplici incidenti di percorso nell’intramontabile utopia mondialista, del cammino verso l’integrazione (smentita dai fatti).
Articolo di Luciano Lago