di Mariella Bussolati
Non sono solo gli animali selvatici a rischiare l’estinzione. L’asino infatti sta subendo un massacro. 5 milioni di capi vengono uccisi ogni anno.
La popolazione totale globale è di 50 milioni, quindi è il 10 per cento. È molto se si considera che la sua biologia è lenta. La gravidanza dura un anno e l’età adulta viene raggiunta solo dopo i 2 anni. Si tratta di un prelievo consistente, che non permette una ripresa. Se questo ritmo continuasse, più della metà degli asini presenti nel mondo verrebbero uccisi nei prossimi 5 anni.
Il valore degli asini è esponenzialmente cresciuto negli ultimi anni. In Africa, dove ha un ruolo importante in agricoltura, è passato da 15-30 dollari a 300. Ma non è per il suo lavoro che ha cambiato valutazione. Ora infatti lo si cerca morto. In particolare è molto richiesta la sua pelle. Serve infatti per produrre l’ejiao, una medicina tradizionale cinese in uso da migliaia di anni.
La domanda è cresciuta drasticamente negli ultimi 6 anni. Un tempo il farmaco era riservato solo alle élite, ma ora, col crescere dell’importanza classi medie, la sua richiesta è andata alle stelle. Nei tre anni tra il 2013 e il 2016 la produzione di ejiao è cresciuta da 3.200 a 5.600 tonnellate.
Non a caso in Cina le mandrie si sono ridotte da 11 milioni di capi nel 1992, a solo 2,6 milioni. L’analisi di questo mercato è stata fatta da The Donkey Sanctuary, che in seguito alla pubblicazione di un rapporto ha lanciato l’allarme. Ha calcolato che 19 milioni di asini saranno necessari per soddisfare la richiesta di 4,8 milioni di pelli stimata annualmente. Quando basta per ridurre drasticamente la popolazione.
Vengono bollite e utilizzate per produrre una gelatina solida, che poi viene sciolta in acqua calda o alcool e bevuta. Si ritiene, ma non è stato fatto nessuno studio scientifico, che migliori la circolazione del sangue, curi l’anemia, l’insonnia, il mal di testa, le vertigini, le emorroidi, la tosse, abbia proprietà anti invecchiamento e migliori la potenza maschile. Una panacea. Solo una piccola parte della materia prima però proviene dal mercato cinese.
Il resto viene cercato all’estero. Nel 2018 sono state importate 3,5 milioni di pelli. Provengono da Africa, Asia e Sud America. Solo una parte però viene recuperata tramite un circuito legale. Il furto è diventata una pratica diffusa. La popolazione degli asini è crollata del 76 per cento in Cina, del 28 per cento in Brasile, del 37 per cento in Botswana, del 53 per cento in Kirghizistan.
L’illegalità ovviamente si prende molto poco cura del benessere di ciascun individuo, che viene visto solo come una fonte di reddito. Una crudeltà, ancora peggiore se si considera che l’asino è un animale molto intelligente e sensibile, che ha dimostrato di avere intense emozioni.
Lunghissimi viaggi, in condizioni drammatiche, con forti ammassamenti, pochissimo cibo e acqua, maltrattamenti durante gli spostamenti e un trattamento brutale in macello. Il 20 per cento arrivano già cadaveri, oppure con arti rotti, ferite. Poco importa. Il loro stato di salute non incide sulla qualità del prodotto.
Questo trattamento crea rischi anche per l’uomo. Posso infatti essere trasmesse malattie zoonotiche, come antrace e tetano anche perché spesso gli asini sono asintomatici e non ci sono controlli. Gli operai che lavorano nel settore sono a rischio. Inoltre il commercio legale va spesso di pari passo a quello di altre specie selvatiche che vengono trasportate insieme. Come se non bastasse, le pratiche di macellazione hanno un problema di smaltimento, che non essendo effettuato, provoca danni ambientali. Le carcasse vengono abbandonate nei campi.
La più grande azienda produttrice di ejiao, Dong E-E-Jiao, ha previsto un calo dei profitti del 75 per cento a causa della difficoltà di reperire la materia prima. È una delle poche che segue alcune regole e che ha dato la propria disponibilità a fare in modo che il “materiale” arrivi da una fonte sostenibile, legale ed etica e se possibile cinese. Per questo motivo sono stati anche interpellati esperti cui è stato chiesto di preparare degli standard. Purtroppo è stato anche calcolato che per soddisfare l’intera domanda in questo modo servirebbero 20 anni.
Questo commercio non affligge solo gli animali. Gli asini infatti sono un indispensabile strumento di lavoro, proprio per le popolazioni dei Paesi poveri in cui vengono rubati. Qui gli agricoltori si basano su di loro per il trasporto, il lavoro della terra, il trasporto dell’acqua, ma anche per portare i bambini nelle lontanissime scuole, o il raccolto in città. 500 milioni di persone dipendono da loro. Sono una vitale fonte di reddito soprattutto per le donne.
L’Associazione internazionale dei veterinari ha chiesto di interrompere la vendita dell’ejiao finché non saranno messe in atto misure corrette, sia per gli animali che per uomini. Alcuni governi stanno cercando di aiutare le comunità locali che sono state depredate. Ebay ha bloccato la vendita dell’ejiao sul suo sito. Inoltre ci sono anche sistemi per ottenere l’ejiao senza asini. Ricercatori dell’Università di Barcellona sono riusciti a trovare il modo di far crescere la pelle in laboratorio e un sondaggio effettuato dall’Università di Reading ha rivelato che il 48 per cento dei consumatori cinesi lo accetterebbero senza problemi.
Poveri asini… così belli e simpatici… che barbarie… senza parole! (ndr)
Articolo di Mariella Bussolati