di Nicky Ionfrida
Ecco il confronto sui decessi da Covid nelle ultime tre estati.
I dati lo dimostrano chiaramente: per l’Italia l’estate 2022 è stata la peggiore dall’inizio della pandemia di Covid-19 in termini epidemiologici. Nel trimestre estivo che va dal 1° giugno al 31 agosto, infatti, è stato registrato un aumento esponenziale sia in termini di “contagi” che dei morti.
Sebbene i numeri dei contagi e dei decessi siano aumentati, oggi la questione è più “socialmente accettata”, un po’ perché il Covid è entrato a far parte della nostra vita e un po’ perché abbiamo capito che, in realtà, il conteggio delle vittime della pandemia è tutt’altro che veritiero nel riportare le reali cifre di coloro che sono morti veramente a causa del Covid. Nei bollettini, infatti, è ormai noto che vengono inseriti anche e principalmente i morti “con” il Covid, cioè deceduti per altre patologie ma positivi al tampone di controllo.
D’altro lato, il metodo del calcolo dei contagi e dei decessi è rimasto sempre uguale. Così come uguali sono state le condizioni di vita delle tre estati italiane: tendenzialmente prive di restrizioni. In verità, l’estate di quest’anno è stata quella con le maggiori restrizioni, ovvero l’obbligo del Green Pass per gli ospedali e le case di riposo e l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, che non c’erano né nel 2020 né nel 2021, così come l’obbligo di mascherina ffp2 sui mezzi pubblici.
A parità di condizioni e di metodo di calcolo, quindi, il confronto dei dati è assolutamente valido. Parlando del 2020, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 36.195 contagi e 2.068 morti. Nel 2021, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 322.170 contagi (+790%) contagi e 3.093 morti (+49%). Nel 2022, invece, dal 1° giugno al 31 agosto abbiamo avuto 4.446.347 contagi (+1.280% sul 2021 e +12.184% sul 2020) e 8.898 morti (+188% sul 2021 e +330% sul 2020).
Numeri abbastanza eloquenti, per usare un eufemismo, specialmente se teniamo conto del fatto che quest’estate è stata la prima a vedere la quasi totalità della popolazione iper-vaccinata (86% con una dose, 81% con due dosi, 66% con tre dosi).
Collegare il tragico aumento dei morti e dei contagi alle vaccinazioni è chiaramente un’ipotesi abbastanza aleatoria (ma che ipotesi aleatoria… è una certezza, è tutto ormai chiaro come il sole! – nota di conoscenzealconfine) ma una cosa è certa: i numeri dicono che questi vaccini non sono serviti a risolvere il problema, né a superare la pandemia, né a diminuire i numeri di morti e di contagi. Insomma, non hanno funzionato, disattendendo completamente le promesse iniziali delle case farmaceutiche ed i conseguenti proclami delle autorità.
Al contrario, stando ai numeri oggi viviamo una situazione epidemiologica molto peggiore rispetto ad uno o due anni fa. L’unica differenza è che oggi i media si concentrano su altro, facendo sì che i livelli di allarmismo e di isteria di massa siano molto più ridotti.
Questo a riprova del fatto che, certe volte, le “emergenze” vengono create e cucite ad hoc da stampa e governo, un altro fatto interessante di cui è bene tener sempre conto.
Articolo di Nicky Ionfrida
Rivisto da Conoscenzealconfine.it