Dobbiamo Ancora Essere “Sfamati con il Piombo”?

di Paolo Borgognone

Speranza confessa di aver saputo della estrema gravità delle reazioni avverse da “benedizione”.

Vi ricordate quando in TV si diceva che coloro i quali protestavano contro l’obbligo di benedizione dovevano essere “sfamati con il piombo”?

I giornali e i TG invitavano la popolazione a dare “la caccia” ai “non benedetti”, a isolarli, a denunciarli, a discriminarli. I politici di regime affermavano che si doveva introdurre il green pass anche per accedere ai supermercati e ai servizi di prima necessità.

Una parte dei subalterni, della popolazione stessa, la pensava come loro: “O ti fai benedire o muori di fame”. Questo volevano, in cuor loro, accadesse a chi denunciava i crimini che il regime stava compiendo.

Adesso si sappia che chi si batteva contro la violenza del regime e delle multinazionali private angloamericane che di fatto lo controllavano, non solo erano dalla parte del giusto e stavano difendendo loro stessi, ma stavano anche conducendo una battaglia di libertà, di verità e di salute pubblica PER TUTTI.

E adesso, dopo le confessioni di Speranza che riconosce ciò che a rischio della nostra incolumità e al prezzo della perdita dei nostri diritti andiamo dicendo da anni, dobbiamo ancora essere “sfamati con il piombo”?

Articolo di Paolo Borgognone

Fonte: https://t.me/paolo_borgognone

IL MONACO CHE AMAVA I GATTI
Le sette rivelazioni
di Corrado Debiasi

Il Monaco che Amava i Gatti

Le sette rivelazioni

di Corrado Debiasi

"Il Monaco che Amava i Gatti" è la storia di un viaggio ispirazionale che tocca con poesia e semplicità i valori e i temi più profondi dell'esistenza. Una storia capace di parlare al cuore e all'anima di ognuno di noi.

Se qualcuno ti dicesse che per uno strano gioco del destino ti ritroverai a trascorrere del tempo in compagnia di un anziano monaco e dei suoi meravigliosi gatti, ci crederesti? Che percorrerai un viaggio iniziatico, costellato di incontri che ti porteranno a scoprire, attraverso un vortice di emozioni, l'immensa bellezza della tua anima, ci crederesti?

Se qualcuno ti dicesse che prima di trovare l'amore dovrai scoprire l'amore in te stesso, e che tutto ciò che hai appreso può essere osservato da un'altra prospettiva, ci crederesti?

Quando il protagonista di questa storia, Kripala, si mette in viaggio, non sa cosa gli riservi il futuro, ma sa cosa vuole lasciarsi alle spalle: un lavoro perduto, un amore finito. La sua destinazione è l'India, dove intende praticare lo yoga e spera di ritrovare l'equilibrio che la sua vita ha smarrito.

Una volta arrivato, addentrandosi nel dedalo di viuzze di Varanasi, finirà per perdersi, ma proprio da quel momento inizierà a ritrovare se stesso. Nel ventre vitale e sacro di quella antica città si imbatterà in persone straordinarie nella loro apparente semplicità, umili nella loro natura ma abissali nella loro saggezza.

Che si tratti di un maestro di arti marziali o di un pittore, di un'anziana che nutre i poveri o di una curatrice di giardini, ognuno di loro saprà lasciare a Kripala insegnamenti indelebili, parole che resteranno incise per sempre nella sua anima.

Sopra tutti, a intrecciare destini come un abile tessitore, Tatanji: l'anziano monaco ritiratosi in un ashram in compagnia dei suoi gatti. Sarà lui a scuotere la polvere dagli occhi di Kripala, fino a indicargli che quella felicità di cui è in cerca l'ha già dentro di sé: deve solo imparare a riconoscerla.

"Ogni cosa avviene sempre nel tempo e nel luogo giusti. Ogni cosa avviene quando sei pronto a riceverla".
Corrado Debiasi

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