La Capacocha era una antica cerimonia sacrificale che segnava gli avvenimenti più importanti per il popolo Inca. Il ritrovamento di alcune mummie di bambini svela i segreti di questa cruenta e crudele pratica.
Essere selezionati come i più puri e sani del villaggio, prelevati dalla propria casa, nutriti del cibo migliore e, dopo mesi di preparazione, condotti in cima a una montagna, a 6000 metri di altitudine, e sacrificati agli dèi, soffocati, uccisi con un colpo alla testa o bruciati vivi. È questa la storia dei bambini dai 6 ai 15 anni, vittime della Capacocha, una cerimonia sacrificale che segnava gli avvenimenti più importanti per il popolo Inca, legati per lo più alla vita dell’imperatore.
Una storia già conosciuta, ma che in questi giorni si arricchisce di nuovi dettagli, grazie alle analisi condotte dai ricercatori dell’Università di Bradford, sui capelli di tre mummie rinvenute nel 1999, in prossimità della cima del vulcano Llullaillaco, in Argentina. Secondo l’archeologo Andrew Wilson, sarebbero le mummie meglio conservate al mondo. Si tratta di bambini di 6, 7 e 13 anni, sacrificati circa 500 anni fa, in occasione di una tipica Capacocha.
Dei tre, la ragazzina di 13 anni, conosciuta come “la doncella de Llullaillaco”, era con ogni probabilità il soggetto più importante della cerimonia, oltre che il più consapevole di ciò che l’aspettava. Eppure il volto rilassato e la posizione, seduta a gambe incrociate, danno l’impressione che la giovane si sia semplicemente addormentata.
La doncella de Llullaillaco
Ciò che in realtà emerge dallo studio chimico dei suoi capelli ancora perfettamente intrecciati, è che circa un anno prima della sua morte, presumibilmente in coincidenza con la sua elezione al rango di vittima sacrificale, la sua dieta si era arricchita di mais e proteine animali e aveva cominciato ad assumere dosi massicce di alcol e droga, in particolare birra di mais e foglie di coca. Il consumo di queste sostanze, allo stesso tempo sedanti e inebrianti, era aumentato notevolmente all’avvicinarsi del sacrificio. Pur avendo riscontrato le stesse sostanze nei capelli dei bambini più piccoli, non vi è traccia in loro dello stesso incremento.
La differenza ha affascinato gli studiosi, che hanno ipotizzato che la ragazzina, più consapevole e quindi spaventata dal suo destino imminente, cercasse conforto sedandosi, o che fosse incoraggiata o costretta a farlo, in modo da renderla più facilmente manipolabile. Non è da escludere che ciò fosse legato al suo coinvolgimento in cerimonie preparatorie, dove il consumo di birra e coca era frequente.
Fonte: http://www.focus.it/dal-mondo/dalle-mummie-dei-bambini-inca-i-segreti-dei-sacrifici-della-capacocha
viene da chiedersi quale fosse la vera natura di quegli antichi dei. Seguo lo studioso Mauro Biglino che coraggiosamente conduce una scrupolosa opera di traduzione letterale della Bibbia evidenziandone l’assoluta immoralità. Personalmente ne consiglio la lettura, con mente aperta però..