di Valerio Ivo Montanaro
“Più ti abbandoni in Dio, più egli nasce in te; né meno né più ti aiuta nelle tue pene”. Angelo Silesio
In termini psicologici questa affermazione si potrebbe tradurre nel seguente modo: più l’io razionale si abbandona e segue i messaggi del Sé, più ci si avvicina alla propria essenza divina. Questo avvicinamento, tuttavia, non solleva in alcun modo dall’essere anche terreni ed esposti a tutto quello che tale stato comporta. Un percorso che voglia condurre a una crescita spirituale ed interiore, non dovrebbe, quindi, mai escludere l’aspetto terreno.
San Bernardo di Chiaravalle diceva: “Noi siamo fatti di carne, e siamo frutto della concupiscenza della carne. È necessario che anche il nostro amore cominci dalla carne. La carne, ritorna alla normalità, innalzandosi a mano a mano sotto la guida della grazia, e annullandosi nello spirito. Ciò che in noi è spirituale non può precedere ciò che è animale, e sboccia dopo; prima di essere uomini celesti dobbiamo essere uomini della terra“.
Disunire la materia dallo spirito è uno di quei pensieri tossici che informano una spiritualità poco centrata, di natura eccessivamente verticale e che vuole “liberarsi” dalla materia, la cui radice etimologica risiede, non a caso, nella parola “Mater“.
Il Santo di Chiaravalle, risuonando con le sue radici celtiche, aveva ben chiaro invece che “madre” natura è, per l’appunto, il terreno di indispensabile coltura della anime.
Articolo di Valerio Ivo Montanaro
Tratto da: “Abraxas il mistero del sigillo” di Valerio Ivo Montanaro.
Fonte: https://nellanimoantico.blogspot.it/2018/02/dalla-materia-allo-spirito.html