Dal Verde alle Armi!

di Weltanschauung Italia

La strada dalla produzione di veicoli elettrici alla produzione di armamenti sembra sorprendentemente breve.

Tavolo sull’auto, Urso: “incentivi per riconvertirsi alla difesa”. “Rheinmetall, carri armati negli impianti Volkswagen: il riarmo tedesco è partito”. E John Elkann prepara l’audizione in Parlamento per Stellantis.

Se ricordate parecchi mesi fa, di fronte alle manifestazioni sindacali sulla crisi del settore auto, scrivevamo amaramente che sarebbe bastato spostarsi nel settore armi, d’altronde sappiamo che aziende come Leonardo stanno gongolando da anni per via delle guerre.

Probabilmente ci hanno ascoltato, in questi giorni davvero stanno proponendo questa riconversione.

Raccontavano di un futuro più verde, un mondo sostenibile in cui i grandi produttori automobilistici avrebbero guidato la rivoluzione elettrica. Non è andata proprio così, “transizione” significava semplicemente spostare gli investimenti dal verde al metallo dei carri armati.

Pensiamo a Volkswagen, dopo anni passati a blaterare di rivoluzione elettrica e a investire miliardi in piattaforme a zero emissioni, il gigante di Wolfsburg ha scoperto che il settore militare ha un margine di profitto decisamente più interessante.

Ma non solo Volkswagen, in tanti adesso stanno dicendo che risorse destinate all’ “innovazione sostenibile” verranno “parzialmente” reindirizzate verso la produzione militare.

Aziende che si erano posizionate come campioni della sostenibilità vanno così in totale contraddizione, le loro priorità si spostano dalle soluzioni per la crisi climatica alle soluzioni militari per fantasiosi riarmi.

Che dire, la strada dalla produzione di veicoli elettrici alla produzione di armamenti è stata sorprendentemente breve.

Questi geni stanno ancora usando le stesse presentazioni PowerPoint con grafici di crescita verde e slogan sulla “sostenibilità del business”. Solo che ora la sostenibilità include anche la capacità di sostenere il fuoco nemico.

Articolo di Weltanschauung Italia

Fonte: https://t.me/weltanschauungitaliaofficial

IMMUNITà DI LEGGE
I vaccini obbligatori tra scienza al governo e governo della scienza
di Pier Paolo Dal Monte, Stefano Mantegazza

Immunità di Legge

I vaccini obbligatori tra scienza al governo e governo della scienza

di Pier Paolo Dal Monte, Stefano Mantegazza

È stata fatta una legge sui vaccini sbagliata e per farla si è esagerato nel confondere e nell'usare in modo promiscuo ideologia, scienza e politica.

Giugno 2017: entra in vigore il "decreto vaccini" che rende obbligatorie 12 vaccinazioni – poi passate a 10 – per l'età pediatrica.  Motivo? L'allarme per il calo delle vaccinazioni e alcuni decessi causati dal morbillo.

Gli autori si chiedono:

  • Intervenire estendendo e rinforzando l'obbligatorietà è stata la scelta giusta?
  • Costringere i medici ad accettare il nuovo calendario vaccinale, anche con la minaccia della radiazione, ha giovato all'autorevolezza e all'indipendenza della professione sanitaria?
  • Queste imposizioni che cosa comportano dal punto di vista etico e politico?

Il libro analizza la situazione italiana con riferimenti a quanto sta succedendo anche in altre parti del mondo.

Chi prende per affidabili notizie e nozioni frettolose e superficiali è spesso convinto che la Medicina sia una scienza. Così non è, mancando le caratteristiche ineludibili e strettamente correlate tra loro come la ripetibilità e la prevedibilità assoluta del risultato.

La vaccinazione crea rischi per la nostra salute

I consulenti scientifici della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito, nella relazione finale presentata alla Camera il 7 febbraio 2018, hanno riconosciuto che "la vaccinazione comporta dei rischi in termini di problemi di immunosoppressione, iperimmunizzazione, autoimmunità e di ipersensibilità".

Un professionista della sanità su tre pensa che i benefici dei vaccini non siano certi.

Da un sondaggio condotto nel 2017 dalla Società italiana multidisciplinare per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie (Simpios) rivolto a 2250 operatori sanitari, di cui il 28,5% medici, è emerso che "quasi un professionista della sanità su tre pensa che i benefici dei vaccini non siano certi, e teme la possibilità di effetti avversi gravi. Quattro su cinque non si sono sottoposti al richiamo per il tetano negli ultimi 10 anni... Inoltre, quasi la metà dei 2250 operatori sanitari intervistati ritiene basso il rischio di contrarre una malattia prevenibile con vaccino."

"Ridurre la complessità e l'evoluzione della scienza a verità dogmatiche - denunciano gli autori – porta a divisioni e discriminazioni nella società."

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