di Cristina Gauri
Flora Gill, conduttrice radiofonica e giornalista collaboratrice di GQ, ST Style Magazine, The Sunday Times Magazine e Evening Standard, ha recentemente scritto su Twitter che “qualcuno dovrebbe creare dei porno per bambini”.
Il porno per bambini è la nuova frontiera della sessualizzazione precoce. È l’agenda progressista, bellezza, e la proposta non dovrebbe sconcertarci più di tanto: vogliono inculcare il sesso nella testa dei bambini il più precocemente possibile. La sessualizzazione dei minori sin dalla più tenera età fa parte dei loro scopi e gli ultrà del pensiero unico non si fanno più nemmeno scrupolo di nasconderlo o di proporlo. Salvo cancellare il tweet, come ha fatto la Gill alcuni istanti dopo averlo pubblicato, forse comprendendo di averla, come si suol dire, fatta fuori dal vaso.
Perché se è vero che i liberal terminali e gli alfieri del mondo Lgbt ormai tifano apertamente per lo sdoganamento della sessualità anche tra i bambini, la maggioranza delle persone — perlomeno quelle che ancora non si sono frullate il cervello e se lo sono bevuto — trasecola e rabbrividisce all’idea di una categoria porno per bambini.
La Gill prova a fare marcia indietro…
“Qualcuno dovrebbe creare porno per bambini. Ascoltatemi […]: I giovani adolescenti guardano già i porno, ma online trovano solo video hardcore aggressivi che forniscono una visione terribile del sesso. Hanno bisogno di siti porno di livello base! Un sito softcore dove tutti chiedono il consenso“. Insomma, per ovviare al porno hardcore, altamente diseducativo per gli adolescenti perché oggettifica la donna e non insegna il consenso — cosa peraltro vera — l’unica soluzione secondo la giornalista è abbassare l’età degli spettatori e inventarsi dei siti soft di “livello base” da dare in pasto ai bambini.
…Troppo tardi
Purtroppo per la Gill, decine, forse centinaia di utenti inorriditi hanno fatto in tempo ad eseguire lo screenshot del tweet, diffondendolo in rete ed iniziando una shitstorm di dimensioni epocali nei suoi confronti. La donna ha quindi tentato di chiarire il post originale spiegando che con “bambini” non intendeva “bambini più piccoli”. “Chiarisco: bambini significa “sotto i 18 anni”. Sto parlando di 14/15/16 anni”. Ma quelli si chiamano “adolescenti” o “teenager”… Anche quel tweet ora è stato cancellato.
Dopo ore di attacchi feroci, la Gill si è vista costretta a capitolare e chiedere venia — fatto assai esotico per un progressista — ammettendo che il tweet originale era mal formulato: “Questo è letteralmente ciò che intendevo: dovrebbe esistere un genere porno incentrato sul consenso. E dovremmo smettere di fingere che i minori di 18 anni non guardino i porno. Ma ho compreso di avere formulato la mia proposta in modo… estremo”.
Articolo di Cristina Gauri
Fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/creiamo-porno-per-bambini-giornalista-inglese-203933/