Coscienza collettiva

Molti studi e ricerche tendono a dimostrare che tutte le coscienze individuali dipendono da una coscienza collettiva globale. Fino a che punto questa affermazione trova riscontro nella realtà? Sicuramente se ciò fosse confermato significherebbe convalidare l’idea di un “ambiente vibrazionale” invisibile, che metterebbe tutto e tutti in contatto perenne tra loro.

Collective Consciousness

Il Progetto di Coscienza Globale, conosciuto come GCP (Global Conscoiusness Project), è nato da alcuni esperimenti condotti dal Dr Roger Nelson, del Princeton Engineering Anomalies Research Institute. È iniziato nel 1998, ed attualmente sono utilizzati più di 100 computer collegati in rete in circa 30 paesi al mondo.

Il progetto viene monitorato da molti scienziati ricercatori di tutto il mondo. Con questo esperimento si è cercato di capire se l’insieme delle coscienze umane, ovvero la coscienza collettiva, possa realmente esistere e influenzare i processi meccanici dei computer, provocando modifiche dei risultati che sarebbe invece logico aspettarsi. Tutti i computer hanno installato un generatore elettronico di eventi casuali (REG: Random Event Generators).

Dopo 20 anni di ricerche si è visto che quando nel mondo accadevano eventi di una certa importanza (l’11 settembre, la morte di Lady Diana o di Madre Teresa di Calcutta) incredibilmente, a prescindere dalla collocazione fisica del computer, gli effetti erano presenti ovunque, simili e indipendentemente dalla distanza dell’evento preso in considerazione. Sono state registrate le “impressioni” ricevute dai REG, ossia le loro “risposte” in relazione agli eventi in corso, ed è stato riscontrato che le “scelte” dei computer risultarono sensibilmente influenzate.

Ma la sorpresa non finisce qui. Gli effetti registrati dalle apparecchiature, in alcuni casi, hanno “anticipato” il riflesso dell’effetto tempo prima dell’evento. L’apparecchio ha infatti percepito i fatti dell’11 Settembre 2001, ben 4 ore prima che avvenissero. Il 26 Dicembre 2004, prima dello tsunami nell’Oceano Indiano, l’apparecchio ha inviato una segnalazione 24 ore in anticipo, stessa cosa per eventi che hanno stimolato le “emozioni di massa” come il bombardamento della Nato sulla Jugoslavia e l’affondamento del sottomarino Russo Kursk.

Anche in Italia sono stati condotti esperimenti simili. All’università di Padova ad alcune persone, a cui venivano monitorate le attività fisiche (Ecg, Eeg, etc), veniva mostrata una proiezione di foto su uno schermo. Finché le foto riproducevano immagini a scarso impatto emotivo come paesaggi, volti umani o animali, i soggetti non mostravano particolari reazioni (aumento del battito cardiaco, alterazioni del’EEG, ecc.), mentre si assisteva ad un brusco incremento di tali attività quando le immagini presentate erano particolarmente impressionanti. Fin qui tutto normale, ma dopo un po’ gli sperimentatori notarono che tali reazioni si verificavano alcuni secondi prima della comparsa delle immagini ad alto impatto emotivo, come se i soggetti fossero in grado di prevederne la proiezione, cosa che non potevano assolutamente sapere nemmeno gli scienziati stessi, in quanto la sequenza fotografica era totalmente casuale.

Coscienza CollettivaIn questa enorme rete che pare giocare in anticipo rispetto alla realtà, esistono in ognuno di noi due tipi di coscienza; una coscienza personale che rispecchia il nostro io interiore, ed una coscienza collettiva che si plasma con il pensiero generico della comunità in cui siamo cresciuti e viviamo. Tutto o quasi tutto il nostro atteggiamento, e quindi le nostre azioni, si rifanno e si basano su atteggiamenti comuni che anche se non ci appartengono diventano il nostro biglietto da visita nella vita di tutti i giorni.

Come si conferma un’ideologia collettiva? Ormai la scienza ha ampiamente dimostrato con esperimenti fisico/biologici che le vibrazioni modificano la materia sub-atomica, quindi tutte le emanazioni del pensiero umano creano delle forme di energia latente che esistono e continuano a vivere in maniera autonoma. È perciò evidente che queste forme riempiono il nostro universo culturale, storico, religioso e morale a prescindere se siano giuste o sbagliate, vere o false. Sono le idee maturate attraverso pochi cervelli, che man mano che si consolidano in forme di pensiero sempre più definite, vengono poi accettate da altri studiosi, i quali, a loro volta, aderendo a queste idee, le rendono cosi grandi e forti che col passare del tempo diventano patrimonio culturale. È l’energia della massa a renderle “reali” e quindi accettate come logiche da tutti. Queste forme di pensiero diventano quindi “verità” intrinseche fine a se stesse, come il ripetersi nel tempo di una pubblicità che inconsciamente ci convince della validità di quel determinato articolo, anche se poi nella realtà il suo valore è sopravvalutato.

La fisica ci dimostra che il tempo è relativo e se questa coscienza collettiva si muove su una sua più fine dimensione esistenziale (che in questa sede chiamiamo aldilà), dove il tempo è assente, la “previsione” di grandi eventi non sembra poi cosi irreale; è come osservare in un solo colpo d’occhio un film intero che nella realtà temporale dura due ore, ma da un punto di vista a-temporale (fuori dal tempo) è un unico evento percepibile nella sua totalità.

Il pensiero per quanto elevato è pur sempre inferiore all’intuizione che viene dal nostro vero io soggettivo e personale. Il mondo orientale che ha compreso questa superiorità dell’intuizione sulla ragione, cerca tramite la “meditazione” il raffronto diretto con quella parte di noi, che per ovvie ragioni di appartenenza, ha poca voce sui pensieri e sulle idee innovative ed inusuali.

Nelle ideologie religiose, il raziocinante, ovvero colui che adopera la logica, è considerato Lucifero che adoperando appunto il solo raziocinio non può raggiungere Dio. Anche Dante ascolta da un diavolo queste parole: “tu non credèi che io loico fossi”.

La logica quindi essendo uno strumento tipicamente umano di coscienza collettiva più facilmente incorre nell’errore: il raziocinio erra, l’intuizione, che appartiene al piano più profondo e più “vero” della nostra personalità, non sbaglia. Se la natura dei nostri pensieri crea la realtà collettiva, il consiglio di tutte le religioni di agire e pensare su una retta via di bene sembra avere un senso logico nel quadro esistenziale.

“Il valore di un uomo dipende anzitutto dalla misura in cui i suoi sentimenti, i suoi pensieri, e le sue azioni contribuiscono allo sviluppo dell’esistenza degli altri individui”. (Albert Einstein)

Fonte: www.lavitadopolamorte.it

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