di Michele Pierri
Gennaro Vecchione, direttore generale del “Dis”, ha elencato ai parlamentari della Commissione Trasporti della Camera, i pericoli che accompagnano il cambiamento tecnologico e la digitalizzazione in atto.
Il 5G, la rete mobile ultraveloce di nuova generazione al centro dello scontro globale tra Stati Uniti e Cina, “farà esplodere l’utilizzo dell’Internet of things e dei big data all’interno della società“, con la possibilità di “veicolare un enorme e sempre crescente volume di dati, anche sensibili, la cui riservatezza, integrità e disponibilità vanno tutelati, tanto più perché questa architettura presenta rischi non trascurabili, come accessi non autorizzati, vulnerabilità delle diverse partizione di rete, intercettazione del traffico, possibili conflitti nella gestione della banda assegnata a ciascuna tipologia di traffico”.
A elencare, ai parlamentari della commissione Trasporti della Camera, i pericoli che accompagnano il cambiamento tecnologico e la digitalizzazione in atto è stato oggi Gennaro Vecchione, direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della presidenza del Consiglio dei ministri, il “Dis”, l’organo che coordina le attività delle due agenzie di intelligence “Aisi” (sicurezza interna) e “Aise” (sicurezza esterna).
L’audizione di Vecchione
Sentito nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle nuove tecnologie delle telecomunicazioni, condotta dalla commissione – e accompagnato per l’occasione, dal vicedirettore vicario del Dis Enrico Savio e dal vicedirettore del Dis con delega alla cyber security Roberto Baldoni, anch’essi intervenuti nel corso dell’audizione – Vecchione ha messo in chiaro la posta in gioco per i cittadini e le imprese.
“Ben presto”, ha sottolineato il prefetto, “gli oggetti saranno perennemente connessi a Internet e diventeranno possibili punti di accesso di minacce alla sicurezza nazionale”. “Uno scenario che incrementerà ancor di più le vulnerabilità delle infrastrutture di rete, soprattutto, se i produttori e i fornitori di questi dispositivi e servizi, privilegeranno l’abbattimento dei costi rispetto alle funzionalità di sicurezza”.
Inoltre, ha aggiunto, “la possibilità di avere macchinari industriali o biomedicali facilmente operabili via internet, apre la strada a possibili sabotaggi e attacchi hacker”.
Lo Scenario
Negli Usa, la Casa Bianca ha inserito il colosso cinese Huawei in una “lista nera” del dipartimento del Commercio, e ha a più riprese avvisato i Paesi partner che l’eventuale utilizzo di tecnologia di Pechino per lo sviluppo del 5G, potrebbe influire sulla capacità americana di condividere informazioni di intelligence con gli alleati. Washington teme che i giganti tech cinesi possano diventare strumenti di spionaggio della Repubblica Popolare, anche in virtù di una legge sull’intelligence che obbliga le aziende della Repubblica popolare a collaborare con il proprio Paese.
Inoltre, la rete 5G comporterà notevoli cambiamenti, connetterà una vasta moltitudine di dispositivi e per velocità supererà in prospettiva di 100 volte quella attuale delle reti 4G. Per gli Usa sarebbe quindi un rischio dare alla Cina l’ipotetica possibilità di poter “spegnere” infrastrutture strategiche o l’erogazione di servizi. Accodandosi a Washington, alcuni Paesi hanno escluso le aziende cinesi delle loro reti 5G. Finora l’Italia non l’ha fatto, ma il governo – sull’onda degli allarmi – ha proceduto all’istituzione di un nuovo Centro di valutazione e certificazione presso il “Mise” e all’estensione del “Golden power”, novità ricordate anche da Vecchione nel suo intervento.
Articolo di Michele Pierri
Fonte: https://formiche.net/2019/06/telco-5g-sicurezza-nazionale-italia-intelligence-vecchione/