Chernobyl, Fukushima… ancora oggi rischiamo di portare in tavola alimenti contaminati da particelle radioattive.
Quello che successe a Chernobyl trent’anni fa, è storia vecchia e conosciuta, ma a causa di ciò che è accaduto qualche anno fa a Fukushima, si è tornati a parlare molto del nucleare. Purtroppo, quello che non si dice, o meglio, che si dice ma chissà perché si preferisce subito dimenticare, è che ancora oggi rischiamo di portare in tavola alimenti contaminati da particelle radioattive.
E ogni tanto purtroppo questo rischio diventa realtà: uno dei casi più eclatanti risale a tre anni fa in Inghilterra, quando furono sequestrati diversi carichi di funghi secchi provenienti dalla Bulgaria, perché contaminati tutti da Cesio 137, proprio a causa di Chernobyl. Il pericolo maggiore proviene infatti dai funghi, che non hanno radici e assorbono ogni elemento dall’atmosfera con la loro intera superficie.
Il governo Ucraino ha interrotto da qualche anno i controlli che effettuava regolarmente sugli alimenti esportati, ma il rischio di radioattività è ancora alto, sostiene Greenpeace, che ha monitorato gli alimenti provenienti dalla zona, raccogliendo dati preoccupanti: tra i più contaminati ci sono proprio i funghi, il latte e i frutti di bosco.
In Ucraina infatti sono 18 mila i chilometri quadrati di terreni agricoli contaminati dall’esplosione di Chernobyl. A questi si aggiunge il 40% dei boschi, tuttora contaminati, pari a una superficie di 35mila chilometri quadrati. Insomma, non c’è da stare tranquilli. Sono stati addirittura trovati dei livelli relativamente alti di Cesio 137 in alcune zone montane del Piemonte (tracce rilevate nel latte d’alpeggio, nei funghi e nei cinghiali).
Ma in realtà l’emergenza nucleare è ben più estesa di quello che crediamo: se infatti il dramma di Chernobyl è stato ed è ancora sotto gli occhi di tutti, ci sono degli avvenimenti che rimangono segreti e nascosti, o quasi. In pochi infatti sanno che i paesi dell’ex Unione Sovietica, oltre a fare i conti con la radioattività proveniente da Chernobyl, devono vedersela con problemi ben più insidiosi: le numerose discariche di scorie radioattive sparse sul territorio e lo smantellamento degli armamenti nucleari sovietici.
La Russia può tristemente vantare i tre siti più radioattivi del mondo (Seversk, Mayak e Zheleznogorsk): sono aree boschive ricche di funghi selvatici che vengono raccolti e venduti in tutta Europa. L’inquinamento riguarda inoltre anche i corsi d’acqua della Siberia, che si riversano nell’oceano Artico, contaminando gran parte della popolazione ittica.
Allora ecco alcuni piccoli e preziosi consigli per evitare di incorrere in cibi radioattivi:
- Cercate sempre di acquistare funghi freschi italiani, ma se decidete di comprarli surgelati o secchi assicuratevi della loro provenienza. Se non è possibile capirne la provenienza, evitateli.
- Cercate di acquistare solo latte italiano, magari della vostra regione. Se acquistate prodotti che contengono latte, preferite quelli che indicano in etichetta “100% LATTE ITALIANO”.
- Evitate i frutti di bosco surgelati. Evitate prodotti che contengono frutti di bosco dalla provenienza sconosciuta (yogurt, merendine, ecc.).
- Evitate il pesce surgelato e il pesce che proviene dall’oceano Artico (leggete sempre le etichette). Evitate i pesci di acqua dolce e i pesci di grossa taglia che assorbono più sostanze nocive rispetto a quelli di piccola taglia.
- Quando andate a mangiare al ristorante, preferite posti che prestano attenzione alla qualità degli ingredienti usati.
Non esagerate però… alimentazione consapevole non vuol dire vivere nell’ansia e nella paranoia, ma informarsi sempre e saper scegliere bene, facendo magari anche qualche piccolo sacrificio, quando si hanno dei dubbi riguardo a ciò che si sta comprando. E vedrete che sicuramente la vostra salute ringrazierà.