Il 2 luglio, durante la notte, un centro di accoglienza di immigrati situato alla periferia di Tripoli e gestito dal governo, è stato bombardato. Le vittime sarebbero circa 40.
Sembra che gli autori dell’attacco facciano parte delle forze antigovernative che rispondono agli ordini di Haftar, il quale, ormai in evidente difficoltà, ha stretto un’alleanza con i trafficanti di clandestini, in particolare con l’estremista islamico Abdul-Rahman Hashem.
La tempistica è molto sospetta… “guarda caso” segue di poche ore l’incontro tra Sarraj e Salvini a Milano.
Ovviamente, per il PD e per tutto il baraccone dell’accoglienza notizie simili sono manna dal cielo, perchè avvalorano la narrazione in base alla quale la Libia non è sicura. Gli intellettuali da salotto e i “talebani dell’accoglienza” oggi fingeranno di piangere le vittime ma in realtà esulteranno.
La strumentalizzazione delle tragedie è sempre un potente e subdolo mezzo per colpevolizzare chi si oppone all’immigrazione clandestina. Pensiamo ai casi di indegno sciacallaggio sulle morti di Aylan Curdi o del padre e della figlia recentemente annegati nel Rio Grande.
L’anno scorso lo “scrittore” radical chic Albinati, arrivò a dire apertamente di aver desiderato la morte di un bambino durante il braccio di ferro tra il governo e la nave Acquarius. La brama di incolpare Salvini (e chi lo vota), per questi individui è una specie di ossessione, una malattia mentale.
Non escludo affatto che dietro a questo bombardamento “a orologeria” ci sia la manina di Macron, notoriamente vicino al generale Haftar. Troppi, infatti, gli interessi in gioco:
1) Il piccolo Napoleone – da sempre – vuole sabotare la politica estera italiana e, esattamente come i suoi predecessori Sarkozy e Hollande, aspira al controllo delle risorse petrolifere della Libia ai danni dell’ENI e dell’Italia. Del resto, fu proprio la Francia a volere fortemente la caduta di Gheddafi e a dare via al caos. E ogni volta che a Tripoli la situazione sembrava più calma, a Parigi si lavorava per la destabilizzazione (l’ultima volta è successo la scorsa primavera).
2) I trafficanti di uomini, gravemente danneggiati dalla linea della fermezza imposta da Salvini (che ha fatto crollare i loro profitti del 90% in meno di un anno), vogliono ripristinare la tratta di esseri umani e tornare ai “tempi d’oro” in cui facevano arrivare sulle coste italiane anche 3000 persone al giorno. Lo sfruttamento dell’immigrazione clandestina, è uno dei principali canali di finanziamento delle cosiddette milizie, bande armate di delinquenti e terroristi.
3) Le ONG vogliono una “legittimazione” del proprio operato e carta bianca per continuare ad infrangere impunemente le leggi e ignorare i confini: la sciagurata sentenza della GIP di Agrigento Vella, che de facto ha assolto – contro ogni logica e principio giuridico – la “capitana” Carola, è stata soltanto il primo atto; l’attacco al centro di accoglienza di Tripoli, è un altro pezzo del mosaico.
A questo punto azzardo una previsione. Tra qualche giorno potrebbe scoppiare uno “scandalo” montato ad arte. Sedicenti giornalisti d’inchiesta che lavorano per un network internazionale e globalista (BBC? CNN? Al Jazeera?) potrebbero “scoprire” e denunciare casi di maltrattamento o addirittura di decesso di immigrati in qualche struttura in Tunisia, allo scopo di dipingere quel paese (dove milioni di turisti alloggiano ogni anno senza problemi), come un “porto non sicuro”.
Potrebbe anche essere una storia inventata, una “fiction” (ricordate le foto di presunte violenze su migranti sbandierate da Avvenire, che in realtà erano relative ad alcuni ladri arrestati e legati in Nigeria? O le cosiddette “fosse comuni” attribuite dalla BBC a Gheddafi… un falso grossolano?), ma infangare l’immagine della Tunisia gioverebbe alla causa dei trafficanti, che potrebbero utilizzare questo pretesto per fare rotta direttamente verso l’Italia. Per il debunking occorrono tempi piuttosto lunghi e qualche ingenuo comunque continua a credere a tutto ciò che vede in TV.
Qualunque cosa succeda nelle prossime settimane, l’Italia NON deve cadere in una perversa trappola che mira a trasformare il nostro paese in un “approdo obbligato” per le ONG. All’interno del governo NON deve prevalere l’ala morbida, rappresentata da “tecnici” come Moavero, che NON sono stati né scelti né votati dai cittadini. Salvini è nel giusto, ha il supporto della grande maggioranza degli Italiani, e deve ulteriormente inasprire i decreti di contrasto agli sbarchi.
Una considerazione finale… Se l’ONU avesse davvero a cuore la sorte degli immigrati che si trovano in Libia, dovrebbe organizzare “rimpatri sicuri”, ovvero ponti aerei per riportare i clandestini nei paesi d’origine come Senegal, Nigeria, Ghana, dove NON ci sono conflitti e le condizioni di vita sono più che decorose. E non si venga a dire che alle Nazioni Unite mancano i mezzi: il bilancio del carrozzone ONU, finanziato soprattutto dai paesi occidentali, ammonta a miliardi di euro. Ma è fin troppo chiaro che ai burocrati che siedono nel Palazzo di Vetro (e percepiscono lauti stipendi), non interessa affatto “salvare vite”. Il loro vero scopo è favorire con ogni mezzo la “replacemente migration”, ovvero la trasformazione dell’Europa in Eurabia/Eurafrica.