di Domenico Bumbaca
Dalla scienza ci arrivano continue conferme sul fatto che “il caso non esiste”, perchè ciò che sembra casuale, in realtà, ci viene da “un qualcosa” di molto profondo.
A riprova di questo fatto, che per i più sembrerebbe incontestabile, ognuno di noi può provare a ricordare certi fatti (apparentemente) inspiegabili, (che accadono a tutti) che poi, semplicemente vengono ignorati o bollati come mere coincidenze.
Però a pensarci bene, quando accadono quelle cose, ammettiamolo, un pò sorprendenti, si ha la sensazione che esistano, percepibili solo a tratti, una serie di fili invisibili che uniscono cose e persone. Insomma si ha l’impressione palpabile che tra gli avvenimenti, ci siano legami, che uniscono persone e informazioni. Ad esempio, cercate una casa e conoscete “per caso” una persona che gestisce un’agenzia immobiliare; cercate di risolvere un problema e, alla pagina successiva del libro che state leggendo, vi trovate la soluzione; cercate una persona al telefono e mentre vi accingete a chiamarla, vi squilla il telefono e guarda caso, è proprio quella specifica persona che vi chiama; vi trovate in un centro commerciale e incontrare, anche qui per caso, proprio la persona che dovevate assolutamente chiamare per dargli una cosa. Gli altri esempi, aggiungeteli voi…
Bene, tutte queste cose non sono casuali ma, come dice Jung, sono eventi di sincronicità. Questi eventi, che rappresentano certamente aspetti sorprendenti e per certi versi enigmatici – e che sono oggetto di studio anche da parte dei fisici quantistici che si occupano nello specifico di “entanglement” – permeano continuamente l’universo in cui viviamo.
Jung se ne è occupato insieme a Wolfgang Ernst Pauli, premio Nobel per fisica nel 1945, riferendosi – in merito a questo termine – alla simultaneità di due fatti che sono legati tra di loro da un senso ben specifico, ma in maniera casuale. Il fatto può essere interno e/o esterno, difficile da spiegare (come fai a spiegare in modo sensato che pensi a tizio e subito dopo ti arriva un suo messaggio? Non lo spieghi, è così… e lo accetti), ma che però l’osservatore riconosce che un senso ce l’ha.
Tentando di spiegare questo fenomeno, Jung ipotizzò che tra individuo e individuo (con eventualmente anche il coinvolgimento dell’ambiente circostante), in determinate situazioni, e inspiegabilmente, si viene a creare una sorta di ‘attrazione‘, di sinergia, che ha come risultato finale, la creazione di tutta una serie di circostanze coincidenti, a cui le persone coinvolte attribuiscono un certo valore e anche un certo significato simbolico.
Quando accadono fatti del genere, rimaniamo senza parole, tendiamo ad interpretarli come casuali, oppure magici… La sincronicità potrebbe rappresentare, una specie di soluzione oppure l’idea giusta (che la mente ricerca); in questa prospettiva, ecco che arriva sotto forma di coincidenza, oppure di sorpresa, il modo che ci permette di raggiungere ciò che era nei nostri pensieri.
Questo tipo di esperienze (sincroniche), avvengono, caso strano assai, proprio nel momento giusto, quando insomma non ce lo attendiamo. Quante volte, questi fatti, sono stati determinanti per cambiare il corso della nostra vita, oppure hanno influenzato, in modo significativo, i nostri pensieri oppure le nostre opinioni in merito a qualche argomento o fatto?
Ricordo che una volta un paziente mi ha chiesto, al telefono, come uscire da una situazione specifica che gli si era appena determinata. Gli ho suggerito di lasciarsi ispirare dal primo cartellone pubblicitario che avesse visto. Incredibilmente, ha funzionato.
Per beneficiare della sincronicità – che accade tutti i giorni e a tutte le persone di questo mondo – è necessario essere aperti e recettivi a tutto ciò che ci circonda avendo la mente aperta, permeabile a tutte condizioni utili, affinché la sincronicità trovi i suoi spazi per potersi esprimere.
Se invece siamo perennemente in allerta ed ostili rispetto a ciò che ci circonda, diviene più difficile. In un certo senso, il fatto sincronico avviene (caratteristica dell’entanglement) se ogni cellula di noi si focalizza nel ricercare ciò che ci interessa (un lavoro, un partner, etc.) piuttosto che osteggiarlo con il nostro pessimismo.
Ma, vorrei spiegare meglio cosa intendo con interesse. Con interesse io intendo: i nostri bisogni più profondi. Quindi, il locus interessato non è la coscienza bensì, l’inconscio. È solo dall’inconscio che vengono innescate le forze primordiali. Ovvero le forze che generano il cambiamento.
Articolo di Domenico Bumbaca – psicologo e psicoterapeuta
Fonte: http://www.studiobumbaca.it/2017/12/06/casualita-e-sincronicita-differenze/