Lo scrittore mette in guardia contro la barbarie del fondamentalismo islamico e nel romanzo “2084” immagina un mondo futuro governato dalla sharia.
Boualem Sansal, lo scrittore algerino che col suo romanzo “2084” ha ripreso i temi di “1984”, il grande romanzo anti-totalitario di George Orwell, immaginando un mondo futuro governato dalla religione e dalla sharia, torna a mettere in guardia contro la barbarie del fondamentalismo e invita gli scrittori, gli artisti, gli intellettuali arabi a mobilitarsi contro il pericolo islamista.
In un’intervista rilasciata venerdì alla France Press, Sansal spiega la sua posizione, affermando che le accuse di islamofobia, che gli sono state rivolte, sono fuori luogo. “Non ho mai detto nulla che possa giustificare una simile accusa. Quello che ho sempre continuato a denunciare è la strumentalizzazione dell’Islam a fini politici e sociali“. Nel passato, prosegue, “il nazismo, lo stalinismo, il comunismo dei Khmer hanno usato il pensiero e l’organizzazione sociale per reclutare e opprimere la gente… adesso è l’islamismo, e si sta diffondendo in tutto il mondo”.
Uno dei problemi, prosegue l’autore, è che scrittori e intellettuali non stanno facendo la loro parte sino in fondo. “La letteratura e le arti non stanno svolgendo un ruolo di primo piano in questa lotta contro la barbarie”. Ateo dichiarato, critico dei fondamentalisti religiosi come delle autorità governative, Sansal continua a vivere in Algeria nonostante le numerose minacce di morte. Del resto, tutta la sua carriera è stata all’insegna di questa sfida al potere dell’intolleranza. Già nel suo primo romanzo del 1999, “Il giuramento dei barbari”, Sansal si era occupato dell’ascesa dei fondamentalisti in Algeria, descrivendo la situazione dei primi anni Novanta, quando il Fronte Islamico di Salvezza (Fis) aveva vinto le elezioni nel suo Paese, ma era stato fermato dai militari, un golpe che aveva favorito l’entrata in clandestinità armata di molti membri del Fis.