Agenda ONU, Great Reset e Uomo Sintetico… Tempo di Decisioni Fondamentali!

di Leonardo Guerra

L’Agenda 2030 ONU (ex Agenda ’21) identifica un piano generale, adottato nel 2015 da ben 193 paesi, che risale al 1992. I loro documenti dichiarano un intento nobile, la retorica si spreca: “….per il miglioramento della qualità della vita e lo sviluppo sociale ed economico in armonia con l’ambiente“.

Il vero motivo dietro le loro dichiarazioni risulta essere, invece, quello di cercare di cambiare il sistema politico ed economico del mondo, trasformandolo progressivamente in un sistema totalitaristico 2.0, di stampo socialista, con una componente tecnologica pervasiva.

La scienza dogmatica è la nuova religione imposta da una tecnocrazia che ha nell’Intelligenza Artificiale (I.A.), l’ “aiutante magico” del loro rituale ancestrale. Associata alla loro enorme capacità d’investimenti e di condizionamento delle scelte dei politici, essa consente, infatti, di annullare preventivamente, senza difficoltà, qualsiasi ostacolo, di qualsiasi natura sulla strada della realizzazione, quali: evidenze scientifiche che smentiscono e contraddicono le loro tesi, leggi e costituzioni, sia degli stati che internazionali, che difendono i diritti fondamentali degli individui.

Questo progetto di “Nuovo Ordine Mondiale” è basato sul collettivismo totale, l’abolizione della proprietà privata e l’annichilimento dell’Essere Umano grazie alla bio-convergenza e alla fusione uomo-macchina.

Per ottenere tutto ciò, non può essere consentito avere alcuna indipendenza di alcun tipo. Le persone e le masse, nel loro disegno, dovrebbero dipendere completamente dallo stato/governo in tutto e per tutto, ed essere costantemente e completamente censibili e controllabili grazie alla tecnologia. Sorveglianza e controllo sistemici, quindi, rappresentano strumenti indispensabili per imporre il piano e farlo funzionare, annullandone i possibili rischi.

Le persone non dovrebbero possedere alcuna proprietà privata, inclusi terreni, e dovrebbero vivere confinate in città stabulario (“Città dei 15 minuti”, vecchia utopia bolscevica d’inizio ‘900), in appartamenti resi disponibili e attribuiti ai cittadini, beneficiari, grazie al sistema dei crediti sociali.

Lo slogan del W.E.F. recita, infatti: “non possiederai nulla e sarai felice“. Il tasso di auto private, nel programma, dovrebbe crollare dell’80% entro il termine del 2030, limitando così moltissimo la mobilità delle persone.

Chiunque possedesse un paio di ettari di terra, un proprio approvvigionamento idrico, coltivasse il proprio cibo e avesse un po’ di bestiame, rappresenterebbe, quindi, una minaccia seria per la società collettivista. Perché non costretto ad implorare lo stato/governo per il cibo e/o i vestiti e, quindi, non controllabile.

Per completare e realizzare il tutto, serve soprattutto una nuova specie umana: l’ “uomo sintetico” o “post-umano”. Un uomo-massa che rinuncia volontariamente a tutte le prerogative distintive dell’essere umano: libertà, verità, giustizia, senso critico, intelligenza, spiritualità, solidarietà, sentimenti e sviluppo delle proprie capacità mentali e spirituali.

Che accetti senza creare problemi di vivere unicamente ancorato agli aspetti materiali e superficiali della vita, con una percezione del proprio “senso del possibile” talmente schiacciata verso il basso da indurlo ad affidarsi esclusivamente e per tutto allo stato. Sorgerebbe così nel cuore e nella mente delle persone un pervadente e diffuso sentimento di assuefatta rassegnazione che li indurrebbe a pensare che tutto sommato è meglio “eseguire gli ordini dello stato e sperare per il meglio“.

Nel frattempo, grazie all’eID, alla Digitalizzazione della nostra società, al Cloud 5G e 6G cercheranno di trasferire tutte le conoscenze umane all’I.A. (strumento militare, già operativo e a regime da molti anni). Tutte le nostre attività umane sono, infatti, segnali elettrici intercettabili e i nostri processi biometrici e mentali, algoritmi digitalizzabili. Trasferibili tramite l’impianto di un microchip che metta in comunicazione diretta cervello umano e pc e/o tramite Cloud 5G. In questo modo l’uomo biologico (maschio e femmina) si fonderebbe con quello digitale, diventando così trascurabile in modo definitivo (uomo sintetico).

L’indottrinamento “no-gender” dei bambini e dei giovani, inizia precocemente per favorire lo sviluppo di questa cultura “woke” nelle giovani generazioni. Qui si colloca il ruolo del movimento LGTBQ+ che vogliono far entrare in tutti i programmi scolastici fin dalla scuola materna, promuovendone la sessualizzazione precoce.

Starà, quindi, a noi esseri umani liberi, prima di tutto, vigilare attentamente e prepararci interiormente studiando sistemi e soluzioni utili per annullare tale rischio e difendere i nostri bambini e i nostri giovani, la nostra priorità assoluta e, allo stesso tempo, riuscire a mandare a monte anche questo ennesimo piano disumano dell’Agenda 2030.

Moltissimo, infine, dipenderà dalla quota di adesione volontaria al piano W.E.F. portato avanti dal nostro governo. Se il numero di resistenti che rifiuteranno l’eID, il denaro elettronico, il Portafoglio d’Identità Digitale Europeo, uniti e organizzati, nei prossimi 8/12 mesi risultasse pari o superiore a 20 milioni di cittadini, il loro piano in Italia salterebbe in modo definitivo.

È tempo, quindi, di agire, meglio se tutti uniti e insieme.

Buona decisione a tutti.

Articolo di Leonardo Guerra

Fonte: https://www.liberopensare.com/agenda-onu-great-reset-e-uomo-sintetico-tempo-di-decisioni-fondamentali/

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
di Klaus Schwab

La Quarta Rivoluzione Industriale

di Klaus Schwab

Supercomputer portatili e disponibili ovunque. Robot intelligenti. Veicoli autonomi. Aumento delle capacità cerebrali grazie alla neuro-tecnologia. Scrittura del codice genetico. Le innovazioni frutto di scoperte e ricerche scientifiche permeano già le nostre vite e sono al centro della vita pubblica.

Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, è convinto che siamo tuttavia solo all'inizio di una trasformazione che modificherà radicalmente il modo in cui viviamo, lavoriamo e comunichiamo. Una trasformazione che Schwab non esita a definire quarta rivoluzione industriale.

Le rivoluzioni industriali hanno in passato permesso all'uomo di non dover più dipendere dalla propria forza e da quella degli animali, rendendo possibile la produzione di massa e dotando milioni di persone di competenze digitali. La quarta rivoluzione industriale sarà invece caratterizzata dalla presenza di nuove tecnologie che, combinando sfera fisica, digitale e biologica, genereranno conseguenze in tutte le discipline e in tutti i settori economici e produttivi, arrivando a mettere in discussione persino il significato di "essere umano".

I cambiamenti e le trasformazioni di questa nuova rivoluzione industriale produrranno grandi opportunità, ma anche, inevitabilmente, enormi rischi: l'incapacità di adattamento delle organizzazioni; le difficoltà da parte delle istituzioni ad adottare e regolamentare le nuove tecnologie; le criticità in termini di sicurezza generate da nuovi poteri; il possibile aumento delle diseguaglianze; la frammentazione della società.

Schwab esamina e discute le principali conseguenze che la quarta rivoluzione avrà su governi, aziende, società civile e singoli individui, avanzando proposte per contenerne gli effetti negativi. L'analisi dell'autore si fonda sulla convinzione che la quarta rivoluzione industriale possa essere gestita nella misura in cui si svilupperanno forme di collaborazione capaci di superare i confini geografici e le delimitazioni settoriali e disciplinari.

"Dal modo di lavorare e di condividere le informazioni al modo di affrontare crisi globali come la gestione delle risorse idriche e il cambiamento climatico, sarà la tecnologia a definire il futuro dell'umanità. Con La quarta rivoluzione industriale Klaus Schwab ci offre un eccellente quadro di riferimento per pensare a una tecnologia che sappia modellare una società futura in linea con i nostri più profondi valori umani".
L. Rafael Reif, Presidente del Massachusetts Institute of Technology (MIT)

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