Adolf Hilter, la Cia svela il rapporto segreto: non solo bisex, aveva anche tendenze sadomaso

di Giordano Tedoldi

“Adolf Hitler ha una vita sessuale doppia, come la sua visione politica; è sia omosessuale che eterosessuale; sia socialista che fervente nazionalista; sia uomo che donna”.

La frase è tratta da un rapporto classificato “top secret” scritto nel 1942, dall’antropologo americano Henry Field, membro di una commissione speciale voluta dal presidente Roosevelt, per tracciare i profili psicologici dei maggiori capi nazisti e, in primo luogo, del Führer. Per 75 anni il rapporto è stato secretato negli archivi dell’Office of Strategic Services prima, e poi della CIA, che ora l’ha reso pubblico.

Settanta pagine di sesso

Nelle 70 pagine, sono soprattutto le informazioni sulla vita sessuale di Hitler che imporranno un clamoroso aggiornamento della sua biografia. Tali informazioni vengono da un testimone attendibile: l’imprenditore Ernst Sedgwick Hanfstaengl, amico e sostenitore di Hitler fin dal fallito colpo di Stato di Monaco, nel 1923. In quell’occasione Hanfstaengl ospitò Hitler nella sua casa e lo dissuase dall’uccidersi. Caduto in disgrazia presso il regime, Hanfstaengl riparò prima in Gran Bretagna e poi, sfruttando la sua amicizia con Roosevelt, negli Stati Uniti, dove collaborò con i servizi segreti.

Secondo il documento, il giovane Hitler, quand’era ancora un artista di belle speranze e viveva a Vienna, soggiornò tre anni, dal 1910 al 1913, in un ostello solo maschile a “Meldemannstrasse” nella zona residenziale di “Brigittenau”. Questo fatto era noto, ma il rapporto precisa che l’ostello “aveva fama di luogo di incontri sessuali tra uomini anziani in cerca di ragazzi”. Hitler, che allora era ventenne, avrebbe dunque eventualmente assecondato la sua omosessualità con uomini maturi. Nel rapporto si aggiunge che Hitler ebbe una relazione non solo amicale, ma anche omosessuale, con il suo più stretto collaboratore della prima ora e, dopo la presa del potere, suo vice, Rudolf Hess (foto sopra, con Hitler).

“La signorina Anna”

Si sa che Hess aiutò Hitler a scrivere in carcere il “Mein Kampf”, il libro dove il futuro Führer dichiarò apertamente il suo progetto politico, e nel rapporto si legge che fu proprio durante la comune prigionia che “l’attrazione sessuale di Hitler per Hess si cristallizzò”. D’altronde Hess, continua il documento, all’interno della cerchia degli omosessuali del partito nazionalsocialista, veniva chiamato col nomignolo di “Fräulein Anna”, cioè Signorina Anna, e non era passato inosservato il suo travestirsi da donna in occasione di balli o feste.

Secondo il rapporto la particolare inclinazione omosessuale di Hitler non era disgiunta da una spiccata tendenza sadomasochistica, e Field conclude il suo profilo biografico sottolineando “che ci sono fatti certi che dimostrano che la sua condizione sessuale non è sostenibile e perfino disperata”. Non risulta una novità invece l’affermazione che Hitler traesse “piacere estetico dall’osservazione dei ragazzi”, considerato il continuo elogio della giovinezza e della forza fisica, che erano tra le idee portanti del nazionalsocialismo. Ma il rapporto Field è il primo documento che ricollega le notorie simpatie del regime nazista per i corpi armoniosi, atletici, e per il mito della gioventù ariana, il cui modello era il leggendario eroe Sigfrido della saga dei Nibelunghi, a un’effettiva omosessualità di Hitler.

Il rapporto si sofferma anche sulle preferenze femminili di Hitler, sul suo desiderio di avere al fianco una donna che fosse “per metà madre, per metà dolce fidanzata”. All’epoca della stesura del rapporto, Hitler intratteneva già una decennale relazione con Eva Braun (foto sopra), con la quale si sposò nel bunker di Berlino, due giorni prima del loro duplice suicidio.

Nel rapporto è anche citato il nome del famoso piscoanalista svizzero Carl Gustav Jung. Hanfstaengl racconta che, dopo l’assassinio nel 1934 del capo delle SA, Ernst Röhm, la brutalità di quell’epurazione nei confronti di un uomo che era stato per Hitler oltre che un amico, un servitore fedelissimo, gli fece sospettare per la prima volta che il Führer nascondesse aspetti psicopatologici, cui collegò le voci e le impressioni raccolte circa i suoi rapporti intimi con Hess, e di Hess con Baldur von Schirach, capo della Hitler-Jugend, la Gioventù hitleriana.

La perizia di Jung

Hanfstaengl quindi in un viaggio a Zurigo, nel marzo del 1937, andò nella clinica dove lavorava Jung e gli mostrò un campione della scrittura di Hitler. La perizia di Jung fu che “Dietro questa scrittura non c’ è altro che una grande donna”.

Altri caratteri psicologici noti del Führer, come i suoi violenti scatti d’ira, vengono riferiti, nel rapporto, a “comportamenti sadomasochistici” dovuti alla frustrazione sessuale. Hanfstaengl ricorda di avere avuto conversazioni con Hitler, in cui questi gli confidava i suoi fallimenti negli approcci con le donne, verso le quali non esitava a mostrare il suo disprezzo e la sua rabbia.

Da tutti questi dati viene tratta la conclusione della “disperazione sessuale” di Hitler, la cui propensione alla guerra rifletteva l’aspra battaglia tra le due metà, maschile e femminile, della sua psiche.

Articolo di Giordano Tedoldi

Fonte: https://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13390892/adolf-hitler-cia-rapporto-sesso-bisessuale-tendenze-sadomaso.html

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